La vitamina d fa bene ai capelli

La vitamina d fa bene ai capelli

Forse non tutti sanno che la Vitamina D svolge funzioni significative per la salute dei capelli, agendo al livello del bulbo pilifero. La sua conosciutissima centralità nella mineralizzazione di ossa e denti non costituisce quindi la sua unica funzione.

  • Descrizione della vitamina D, che funzione ha per i capelli?
    • Relazione tra testosterone, vitamina D e capelli
  • Come agisce la vitamina D sui capelli?
    • Quali valori di vitamina D vanno bene?
    • Cosa succede in caso di sovradosaggio?
    • Cosa succede in caso di carenza?
    • Difficoltà nell’assorbimento
    • Esposizione ai raggi del sole
      • Integratori di Vitamina D
      • Integratori di libera vendita
      • Dibase
    • La vitamina D può avere altre funzioni?
      • Conclusioni

Descrizione della vitamina D, che funzione ha per i capelli?

La vitamina D esiste in 5 forme diverse, ma sono la D2 e la D3 a essere più ampiamente biodisponibili per il corpo umano. Perché la vitamina D venga sciolta e conseguentemente assimilata è necessaria la presenza di grassi. Si tratta per questo di una vitamina liposolubile.

La vitamina D3 si può ottenere solo in minime quantità attraverso l’alimentazione e non viene immagazzinata nel fegato. La maggior parte si ottiene piuttosto con l’esposizione al sole. In questo modo la vitamina viene direttamente prodotta a livello cutaneo perché l’esposizione alla luce permette la trasformazione del precursore 7-deidrocolesterolo, che deriva da colesterolo, in colecalciferolo, vitamina D3 appunto. Il colecalciferolo è 100 volte più attivo rispetto alla vitamina D2 ed è la forma presente in natura nei mammiferi. Alcuni studiosi preferiscono definire la vitamina D3 più come un ormone che come una vitamina, data la somiglianza a livello strutturale con gli ormoni steroidei.

La vitamina D2 invece può essere assimilata esclusivamente per via alimentare e ha origine vegetale. E’ costituita da ergocalciferolo.

Relazione tra testosterone, vitamina D e capelli

Esiste una comprovata relazione proporzionale tra i livelli di testosterone e di vitamina D. Aumentando l’assunzione della vitamina si può quindi far salire anche il livello di testosterone. Per alcuni potrebbe risultare preoccupante l’idea che il livello di questo ormone cresca, dato che questo è spesso indirettamente coinvolto nella comparsa dell’alopecia androgenetica. Tuttavia si sta qui parlando di un innalzamento non esagerato (come sarebbe ad esempio con l’assunzione di steroidi anabolizzanti), ma circoscritto entro i limiti fisiologici. Bisogna inoltre ricordare che un buon livello di testosterone è negli uomini necessario per non avere problemi a livello sessuale e muscolare.  Per questo si consiglia l’assunzione di tale vitamina, mediante l’esposizione al sole o, anche se in misura molto minore, attraverso un’alimentazione mirata che comprenda: latte, burro, formaggi grassi, tuorlo d’uovo, alcuni funghi (che contengono la vitamina D2 poiché di origine vegetale), fegato, sardine, pesci grassi, olii di pesce…

Il collegamento tra vitamina D e testosterone è stato dimostrato da diversi studi. Il primo lo trovate su Pubmed, il secondo invece è stato effettuato all’università di Graz in Austria e prevedeva l’assunzione per 54 uomini di 3332 UI di vitamina D3 quotidianamente. Il risultato è stato l’ovvio aumento del livello di colecalciferolo, ma è stato registrato anche un bell’incremento del testosterone.

Come agisce la vitamina D sui capelli?

Andiamo subito al punto che ci interessa: quali importanza può avere la vitamina D in ambito tricologico? Vediamo i punti principali:

  • Nel momento in cui un paziente si rivolge al dermatologo per una problematica legata alla caduta dei capelli, il medico si premura immediatamente di monitorare i parametri di vitamina D. Questo dato di per sé mostra l’importanza tricologica della vitamina in questione.
  • Un altro indizio significativo dell’importanza della vitamina D per la salute dei capelli è che l’alopecia spesso accompagna il rachitismo, cioè la malattia dovuta proprio alla carenza di questa vitamina. L’alopecia dovuta al rachitismo non è androgenetica, ma comunque si tratta di una correlazione su cui riflettere. Esiste uno studio effettuato dall’università di Cleveland che dimostra quanto sia stretta la correlazione tra vitamina D e capelli.
  • La vitamina D potrebbe svolgere una funzione essenziale nel favorire l’inizio della fase attiva della crescita del capello, la cosiddetta fase anagen. La spiegazione di questo fenomeno è la seguente: il recettore della vitamina D (VDR) si trova anche nei follicoli dei peli, dato che questa vitamina è prodotta tramite la cute, e viene espresso proprio durante il catagen e durante le fasi finali dell’anagen.
  • Anche se la carenza di VDR può causare effluvi, dato che altera il ciclo di vita dei capelli, non si può ritenere che il livello di questo valore sia causa dell’alopecia androgenetica. Tuttavia ciò non toglie che una buona quantità di questo recettore possa agire positivamente sulla salute dei capelli.
  • Che il recettore VDR giochi un ruolo importante nel processo di crescita dei capelli è dimostrato da uno studio portato avanti dall’università di Seul in Corea. Nel caso di soggetti affetti da alopecia totale o areata i follicoli coinvolti vedono una minore espressione del recettore VDR. Nonostante lo studio sia in realtà molto più complesso di così, la nostra semplificazione basta a sottolineare di nuovo il coinvolgimento della vitamina D nel processo di crescita dei capelli.

Quali valori di vitamina D vanno bene?

Il livello ottimale di vitamina D nell’organismo va dai 40 ai 60 ng/ml. E’ al di sopra della soglia dei 150 ng/ml che si parla di sovradosaggio e che la quantità può risultare essere tossica. Si parla invece di sufficienza con valori sopra i 30 ng/ml, di insufficienza tra 20 e 30 ng/ml e infine di carenza sotto il 20 ng/ml.

Ogni giorno il nostro corpo necessita di almeno 200 UI di vitamina D e sembra, secondo un recente studio, che ne possa assumere in sicurezza fino a 10000 UI. L’assunzione può avvenire facilmente con l’esposizione alla luce solare, dato che prendendo il sole in costume d’estate anche solo per mezz’ora si possono produrre circa 20000 UI. Alternativamente, si possono assumere integratori da circa 3-4000 UI quotidianamente.

Per controllare il proprio livello di vitamina D è sufficiente fare un’economica analisi del sangue della 25(OH)D.

Cosa succede in caso di sovradosaggio?

Il sovradosaggio di vitamina D provoca diversi problemi. Si passa dai dolori addominali e nausea a calcoli renali (nefrocalcinosi), ipercalcemia e calcificazione dei tessuti molli.

La principale causa del sovradosaggio è l’eccessiva assunzione di integratori. E’ molto difficile invece che il sovradosaggio sia causato da una questione di alimentazione, dato che negli alimenti la vitamina D non è particolarmente abbondante. E’ improbabile anche che sia dovuto a un’eccessiva esposizione solare. Per migliorare la situazione in caso di sovradosaggio sarebbe utile assumere vitamina K2, al fine di ridurre l’eccesso di calcio.

Cosa succede in caso di carenza?

Nel momento in cui non si assumesse sufficiente vitamina D si giungerebbe all’ipovitaminosi, causa di numerosi effetti negativi, quali:

  • Dolore all’addome;
  • Effluvi e alterazione del ciclo di vita dei capelli;
  • Rachitismo: una patologia che debilita lo scheletro e che può provocare deformazioni. Colpisce i bambini;
  • Osteomalacia: dolori ossei e muscolari. Si manifesta negli adulti;
  • Osteoporosi e ridotta densità ossea negli anziani.

Difficoltà nell’assorbimento

Può succedere che nonostante ci si esponga al sole e si abbia una buona alimentazione il livello di vitamina D sia sotto il normale. In questo caso si parla di carenza dovuta a un limitato assorbimento, il che può essere l’effetto di numerose cause:

  • Fare uso di creme solari con un fattore di protezione molto elevato;
  • L’avere la pelle scura;
  • L’eccessiva nuvolosità del clima;
  • Il fatto di vivere lontano dall’equatore dove i raggi del sole giungono particolarmente inclinati. In questo caso si parla di fattori di tipo climatico;
  • L’avere un peso eccessivo. Dato che il colecalciferolo è liposolubile, il grasso corporeo si lega alla vitamina D e ne blocca l’utilizzo;
  • L’essere anziani, dato che in età avanzata spesso ci si espone meno al sole.

Esposizione ai raggi del sole

Appurato che l’esposizione al sole è il metodo migliore per assumere vitamina D sorge spontaneo chiedersi quanto tempo circa sia necessario esporsi affinché l’assunzione avvenga. Innanzitutto va chiarito che se si assume colecalciferolo in eccedenza questo non sarà sprecato, ma verrà immagazzinato nell’adipe. Da lì potrà essere tratto successivamente in caso di bisogno.

Esponendosi d’estate in costume per un intervallo di tempo compreso tra il quarto d’ora e la mezzora si produrranno 10000/20000 UI di vitamina D. Se invece ci si espone circa 20 minuti con il 5% di pelle esposta si produrrà una quantità di vitamina D sufficiente per un giorno.

Integratori di Vitamina D

In caso di carenza di vitamina D accennavamo alla possibilità di assumerla mediante integratori specifici, per via orale o tramite iniezione intramuscolare. Tali integratori vengono prescritti dal medico nel momento in cui gli esami del sangue evidenziano un livello troppo baso di colecalciferolo.  L’argomento integratori è estremamente ampio e necessiterebbe di un intero articolo dedicato. Per correttezza vi cito comunque alcune informazioni:

Integratori di libera vendita

Se voleste reperire un integratore di Vitamina D in un momento in cui siete impossibilitati a recarvi dal dottore per farvelo prescrivere o se non voleste farvelo prescrivere per qualsiasi ragione, si trovano online e in farmacia integratori in capsule. Ne esistono di numerosi tipi e di prezzi diversi. Tengo comunque a sottolineare l’importanza di farsi seguire da un medico quando si decide di iniziarne l’assunzione.

Dibase

E’ un integratore composto da olio di oliva raffinato e da colecaliferolo in diverse quantità dipendentemente dal dosaggio. La presenza dell’olio permette che la vitamina venga assorbita al massimo, data la sua liposolubilità. Dibase si può comprare nelle farmacie presentando la ricetta medica. Esiste sia come soluzione da iniettare (per i casi più gravi) che sotto forma di gocce orali. L’assunzione dell’integratore avviene settimanalmente, mensilmente o trimestralmente (nel caso della versione da iniettare con dosaggio di 300000 UI). Questo perché la vitamina D viene immagazzinata nel corpo.  E’ prodotto da Abiogen Pharma.

La vitamina D può avere altre funzioni?

Al di là dell’ambito tricologico, mi sembra giusto ricordare alcune delle altre importanti funzioni svolte dalla vitamina D nel nostro organismo:

  • La funzione per cui la vitamina D è più conosciuta, come ricordavamo all’inizio dell’articolo, è quella di mineralizzare ossa e denti. La mineralizzazione avviene con il depositarsi di fosforo e calcio sui denti e sul tessuto osseo.
  • Nell’intestino, disciplina l’assorbimento del calcio.
  • Linfociti B e T, macrofagi e tutte le altre cellule del nostro sistema immunitario presentano il recettore VDR. La presenza del recettore dimostra che tali cellule possano lavorare correttamente grazie alla presenza della vitamina D. Per questo si può dire che un’altra funzione della vitamina D sia la regolazione della risposta immunitaria. Per approfondire ulteriormente quest’ultima funzione della vitamina vi rimando allo specifico studio di riferimento.

Conclusioni

Riassumiamo brevemente quanto detto in questo ricco articolo. La vitamina D svolge importantissime funzioni all’interno del nostro organismo, sia per quanto riguarda la salute dei capelli che in altri ambiti quali il sistema endocrino, immunitario e l’apparato muscolo-scheletrico. La vitamina D adempie a tali funzioni comportandosi come un ormone più che come una vitamina vera e propria, tant’è che la sua struttura chimica è proprio quella di un ormone.

Comprese queste caratteristiche principali della vitamina mi sento di consigliarvi di tenere monitorato il suo valore con le analisi del sangue. Nel caso queste risultassero anomale vi invito a rivolgevi a un dermatologo per far analizzare la situazione ed eventualmente iniziare l’assunzione di integratori. Una buona idea potrebbe essere integrare la vitamina in autunno e in inverno per poi sospenderla nella stagione calda.

Quando manca la vitamina D possono cadere i capelli?

Uno studio sulla perdita dei capelli dimostra che una carenza di vitamina D nell'organismo può portare alla perdita dei capelli. Un ruolo della vitamina D è quello di stimolare i follicoli piliferi nuovi e vecchi. Quando non c'è abbastanza vitamina D nel sistema, la crescita dei nuovi capelli può essere bloccata.

Qual è la vitamina che fa bene ai capelli?

Salute e bellezza del capello: vitamine utili.
vitamina B1: vanta un potere energizzante del cuoio capelluto;.
vitamina B2 e B5: danno lucentezza ai capelli sfibrati e sono usate contro le doppie punte;.
vitamina B3 (o vitamina PP): agisce con proprietà ristrutturante sulla capigliatura;.