Quando una persona muore è previsto che ai familiari sia attribuita una “pensione ai superstiti”. Per averne diritto è necessario che si verifichino alcune condizioni e siano soddisfatti determinati requisiti. In base a due differenti tipologie di trattamento, la pensione si definisce: Show
La pensione spetta
dal mese successivo alla data di morte del lavoratore, anche se la domanda viene inoltrata in ritardo, infatti vengono riconosciti gli arretrati. Chi può percepire la pensione di reversibilità Il coniugeLa moglie o il marito superstite hanno diritto per primi alla reversibilità anche se la pensione del defunto non viene assegnata interamente al coniuge superstite, ma viene ridotta in percentuale in base a determinati criteri Se il coniuge si risposa gli viene riconosciuta un’indennità una tantum pari a una doppia annualità della pensione di reversibilità e poi non può pretendere più nulla. Se la pensione è erogata anche ai figli, al matrimonio del genitore superstite il trattamento deve essere riliquidato in favore dei figli con le aliquote previste. In caso di separazione, la pensione spetta anche al coniuge separato con gli stessi criteri previsti per il coniuge, se l’iscrizione all’INPS da parte del pensionato o del lavoratore sia avvenuta prima della separazione legale con sentenza. Il coniuge separato con addebito, inoltre, ha diritto alla pensione solo se è titolare di un assegno di mantenimento stabilito dal Tribunale competente. Anche il coniuge divorziato ha diritto alla pensione se è titolare di un assegno di divorzio e se entrambi non si sono risposati. L’inizio della copertura previdenziale della persona deceduta deve essere antecedente la sentenza di divorzio. Inoltre, la persona che è mancata deve aver maturato i requisiti per la pensione o essere già titolare di pensione alla data della morte. Se il defunto si era risposato, per l’ex-coniuge le cose si fanno più complicate. Se è titolare di un assegno di divorzio, deve rivolgersi al Tribunale per avere una quota della pensione, quantificata in proporzione alla durata d di entrambi i matrimoni. Se il titolare della pensione è il coniuge divorziato, in caso di nuove nozze perde il diritto alla pensione di reversibilità e non ha diritto all’assegno una tantum. I conviventi di fatto non godono degli stessi diritti delle coppie eterosessuali né di quelle omosessuali che hanno sottoscritto un’unione civile. La legge Cirinnà lo aveva previsto e una circolare dell’Inps lo ha confermato: tutta la normativa relativa alla pensione di reversibilità si estende alle coppie omosessuali unite civilmente, e soltanto a loro. La pensione percepita dal partner superstite ammonterà al 60% di quella del defunto, a meno che non si superino le soglie di reddito previste. I figliLa pensione ai superstiti (reversibilità o pensione indiretta) riguarda anche i figli, siano essi legittimi, legittimati, adottivi, affiliati, naturali, legalmente riconosciuti, giudizialmente dichiarati o nati da precedente matrimonio dell’altro coniuge. Perché abbiano diritto al trattamento deve però verificarsi una delle seguenti condizioni. Devono essere:
Per esser considerati a carico del pensionato/lavoratore defunto I figli maggiorenni o inabili devono esser conviventi
con il defunto e si devono trovare in una situazione di non sufficienza economica o di impossibilità al proprio mantenimento. Genitori, fratelli, nipotiQuando mancano o non hanno diritto il coniuge e i figli, la pensione dei superstiti può essere riconosciuta ai genitori del lavoratore deceduto, purché abbiano almeno 65 anni, non siano titolari di pensione diretta oppure indiretta e risultino a carico del figlio alla data del decesso. Se nemmeno i genitori ci sono oppure non possono accampare alcun diritto alla pensione, entrano in gioco i fratelli e le sorelle, purché non sposati, inabili al lavoro, non titolari di pensione e a carico del lavoratore/pensionato deceduto. Infine, la reversibilità spetta anche ai nipoti a carico di un nonno/a pensionato e che, anche se non sono stati formalmente affidati ai nonni da un giudice, non sono economicamente autosufficienti e si mantengono solo grazie alla pensione del nonno/a. Partendo dal principio che il diritto alla reversibilità sorge in modo autonomo e non per successione legittima oppure testamentaria, un’eventuale rinuncia all’eredità da parte dei superstiti non preclude il diritto a percepire la pensione. Come si calcola la reversibilità?L’importo della pensione di reversibilità viene fissato in base alla pensione percepita dal defunto, applicando una percentuale fissa che varia in funzione del legame di parentela che unisce lo stesso con chi ha diritto a percepirla:
In assenza del coniuge le percentuali variano come segue:
Pertanto, quando viene assegnata la reversibilità la quota massima che si può ottenere risulta applicando le percentuali che abbiamo visto all’ammontare della pensione del defunto. Come si riduce la pensione di reversibilitàGli importi della pensione di reversibilità sono cumulabili con gli altri redditi del beneficiario solo quando questi non superano determinati limiti. La regola generale prevede che la riduzione della pensione è del:
Il trattamento minimo è la pensione minima che viene data dallo Stato tramite l’Inps, che deriva dal calcolo dei contributi versati, per garantire il “minimo vitale” al pensionato. Nel 2022, il trattamento minimo annuo di pensione è di 6.829,94 euro, pertanto i limiti per ridurre la pensione di reversibilità sono i seguenti:
La domanda per la reversibilitàPer ottenere la reversibilità è necessario inviare una richiesta all’Inps perché non è mai automatica. La pensione di reversibilità viene riconosciuta dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato, a prescindere da quando viene presentata la richiesta, infatti dopo
le opportune verifiche l’Inps riconosce gli arretrati. Quando non si ha diritto alla pensione di reversibilità?I limiti di cumulabilità previsti dalla legge trovano applicazione nei casi di pensione spettante al solo coniuge, ai genitori oppure a fratelli e sorelle; non trovano invece applicazione nei casi in cui siano titolari della pensione figli, minori, studenti o inabili ancorché in concorso con il coniuge.
Quando si ha diritto alla reversibilità della pensione?La pensione di reversibilità viene pagata a partire dal 1° giorno del mese successivo al decesso del lavoratore o del pensionato. Per ulteriori informazioni, per ricevere assistenza o presentare la domanda, rivolgiti alla sede Inas Cisl più vicina.
Quando un figlio ha diritto alla pensione di reversibilità?Il figlio riconosciuto inabile, nel periodo compreso tra la data della morte del pensionato e quella del compimento del diciottesimo anno di età, conserva il diritto alla pensione di reversibilità anche dopo il compimento della maggiore età.
Quando una vedova ha diritto alla pensione del marito?Quando il coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità? Il coniuge matura il diritto alla pensione di reversibilità dopo un mese dal decesso, anche se separato legalmente o divorziato. Questo purché titolare di un assegno periodico divorzile.
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