La verità e che non gli piaci abbastanza psicologia

“La verità è che non gli piaci abbastanza” si è sentita dire più volte Gigi Philips, protagonista dell’omonima pellicola sui sentimenti e sulle relazioni che, nonostante tutto, ci ha regalato un lieto fine. Sì perché lei, innamorata dell’amore, troppe volte ha chiuso gli occhi per non vedere. E diciamolo, siamo state tutte Gigi almeno una volta nella vita.

Tendiamo a giustificare i comportamenti sfuggenti e indecifrabili di alcuni uomini, nascondendoci dietro la scusa di caratteri complicati e passati turbolenti. Ma davvero possiamo accettare di stare con un uomo che ci dice “mi piaci, ma non abbastanza“?.

Certo, nella vita non è tutto bianco o nero e sin da bambine ci hanno insegnato che imparare a cogliere le sfumature è fondamentale per la nostra sopravvivenza, ma questo concetto è davvero applicabile all’amore? No, decisamente no.

È per questo che dovremmo dire agli uomini che frequentiamo di prendere una decisione o, meglio, dovremmo farlo noi al posto loro. Perché le insicurezze e le cose complicate a un certo punto della vita non dovrebbero più riguardarci, perché semplicemente noi meritiamo di più.

Un amore folle e incondizionato che nasce dal cuore di un uomo che ci corteggia fino a conquistarci e che non smette di farlo subito dopo la prima notte trascorsa insieme. Un uomo che resti all’ascolto dei nostri respiri e che non si stanchi mai di ridere alle nostre battute, di darci un consiglio e di parlare con noi dal tramonto all’alba.

E come può, un uomo che ha dei dubiti su di noi, prendersi cura del cuore e della nostra anima?

La verità è che noi ci caschiamo, non sempre, ma spesso lo facciamo perché siamo delle inguaribili romantiche e davanti al distacco o a comportamenti opinabili di lui ci raccontiamo che è semplicemente una persona complicata, magari con qualche trauma alle spalle.

E se non ce lo dicono direttamente, che i nostri sentimenti non sono corrisposti, ecco che arrivano le scuse del tipo “ho bisogno del mio spazio” o “andiamoci piano che ho sofferto molto” e noi ci racconteremo delle bugie per vedere l’epilogo di quel rapporto, che nella maggior parte dei casi avrà solo un finale, spesso anche disastroso.

Ed è in quel momento allora che interverranno le amiche, quelle più vere e sincere che ci diranno che la verità è che non gli piacciamo abbastanza. E forse dovremmo credere alle loro parole fin da subito. 

Se lui non ti chiama, se lui non ti sposa, se lui non ti dice mai "ti amo", non farti illusioni...

Se un uomo ti vuole, te lo fa capire. Se non ti vuole invece, cerca di svignarsela, si nasconde dietro mille scuse e magari è capace addirittura di dare la colpa a te! E se non ci pensa lui a giustificarsi, ci pensi tu, arrovellandoti, ossessionando le amiche, sprecando lacrime e sonno: «Forse non vuole rovinare la nostra amicizia», «Non è colpa sua, ma della sua famiglia», «È troppo preso dal lavoro», «Ha paura di soffrire ancora». Basta con le seghe mentali! Questo libro ti insegnerà a riconoscere le giustificazioni vere da quelle false e ti aiuterà a non perdere altro tempo con inutili illusioni.

Un libro senza mezzi termini, divertente, ironico, acuto e di una franchezza salutare.

Ancora  l'eterno caso dell'amore non corrisposto. Che ora chiamano "friendzone". E di una non amata che ne sopporta (troppo) tutto lo strazio. Inviate le vostre storie di relazioni difettose, complicate, attorcigliate, tormentate o semplicemente “incasinate” a (e avrete le risposte)

La verità e che non gli piaci abbastanza psicologia
Ciao Ester,

questa sarà la ventesima volta che provo a scriverti la verità, ma poi lascio sempre la mail in bozze.
Se trovi altre mie lettere, cancellale tutte perché sono riassunti poco veritieri e poco sinceri.
Ma oggi ho proprio voglia di verità.
Eviterò il solito giro di parole. Preparati.
Ho 26 anni lui 14 in più di me.
È fidanzatissimo, io no.
Sono circa 3 anni di rapporto, malato come lo definiscono tutti e forse ora anche io.
Mai successo nulla di fisico ma solo grandi attenzioni e un po’ di quello struggente “non amore” che sinceramente inizia a piacermi solo nei film. (e forse manco lì)

Regali, chiamate fuggiasche, attenzioni, pensieri profondi , dediche, canzoni…
Pensieri che si pensano da soli. E poi?
Ma niente e poi. Lui rimane fisso lì dove è. Sono forse la grande amica ? La confidente?
A parer di tutti gli piace essere amato e adulato a tempo perso e senza pretese. Mi stacco?
Impazzisce.
Nessuno sbilanciamento, ad essere sinceri da entrambe le parti.
Ho sempre aspettato con la convinzione che un giorno avrebbe capito tutto, avrebbe chiuso la sua storia e “scendi che sono sotto casa tua”. Vissero felici contenti e ci siamo tanto aspettati e ora eccoci…amen.

Come nei film.
Ma il tempo è passato, lui è sempre fidanzatissimo e  cresce in me il rimpianto di non aver mai detto…la verità. Io non ho mai detto a sto tizio che lo amo. Un po’ da sempre sinceramente.
Io sono sempre stato in rigoroso silenzio, facendomi andare bene le cose. ( e il tempo passa)
E se a nessuno ho mai detto il motivo per cui taccio ancora questo segreto…a te lo dirò.
Ho una gran paura, enorme e folle.
Quella paura che mi soffoca, quella che quando vorresti correre via nei sogni ti fa sentire le gambe tanto pesanti che non fai nemmeno un passo e intanto arriva il mostro.
Ti chiederai di cosa giustamente.
Semplice. Di sentirmi dire che è tutto nella mia testa, che ho frainteso tutto, che sono un’amicona, quella da chiamare sempre per dirgli tutto ma che poi a pensare al colore delle tende insieme o a di che colore sta meglio il tappeto in casa, PERL’AMOREDELCIELONO.

Mi viene la nausea solo a scriverle queste cose.
Eccola la…verità.
Ciao Ester, non è lunedì senza te.

B.

La verità e che non gli piaci abbastanza psicologia
mi ero quasi spaventata. Chissà che mi deve dire. E invece è tutto così normale, che sarà mai, B.

Nome moderno: friendzone.
Nome vecchio: amore non corrisposto.
La mia modesta opinione: il maschio ha mutuato la tecnica, ecco a voi il Gattomorto. Se poi vogliamo andare a pescare nelle definizioni della psicanalisi per suonare più seri, più malati, avremmo evitamento, abbandono, ma non è la mia materia quindi ti risparmio.
Insomma comunque lo si voglia chiamare, friendzone o amore non corrisposto, è quel vicolo cieco sentimentale, quando passi da brillante conoscenza ad amica venerata senza la parte della solita stronza, che è quella che un po’ serve, per farsi cercare all’inizio.

Fu subito chiaro, dal principio dei tempi, che l’amore non corrisposto avrebbe generato notevoli poesie e, date certe condizioni, molti soldi. L’industria culturale conosce i suoi polli da millenni. E così, fessi che siamo, ci siamo fatti vendere la stessa patacca fino all’età moderna: caduta e trionfo, morte e resurrezione, si pena fortissimo, poi ci danno il premio.

Alle elementari Candy Candy, con Terence che faceva finta di fregarsene. Più avanti Pretty Woman, con lo squalo della finanza che cercava di fregarsene ma nel secondo tempo non ce la faceva più a vivere senza un amore sincero. Verso la fine degli anni novanta, Carrie Bradshaw, con Big che provava a fregarsene con tutte le forze ma poi attraversava l’oceano per dire ti amo.
Passaggio da gran canaglia a cuore tenero, questo è il massimo dell’evoluzione per maschi. Reginetta di redenzioni, il massimo del ruolo per femmine.

Insomma ci hanno rifilato l’ingranaggio moralissimo della logica morale: farcela o non farcela dipende da te. Senti le forze che mancano? Mica vorrai fermarti al novantanovesimo cancello, su. Sottotesto psicologico: se non cedi, ci arrivi. Tieni, un bicchiere d’acqua.

Insomma se ti applichi, se non ti avvilisci, se ci credi – a volte non importa neanche crederci attivamente, basta aspettare – dall’altro lato si innamoreranno di te. Fatica-ricompensa.

Di lì a poco sarebbero arrivati i social, gli sms gratis, e la grande tragedia degli equivoci che ha sotterrato la commedia romantica. Se lo sento sempre, qualcosa vorrà dire? Sì, che non paga i messaggi.

Tutti scrivono a tutti tutto il giorno, che c’è da significare?

Arrivarono insomma questi tempora pazzerelli e suonò allarme rosso nell’industria culturale. Serviva una cura rapida, la penicillina. La pillola della disillusione. A indorare non pensò nessuno, zucchero non ce n’era, ci dissero di buttarla giù. Stavolta neanche il bicchiere d’acqua.
Come è andata a finire? La verità è che non gli piaci abbastanza.
È il massimo della soluzione che hanno trovato. Per la miseria, che hybris. Specie quando la sento declamare da neoinquilini di amori stabili (stando alle loro storie Instagram). I parvenu sentimentali. Fasullo come certo realismo non c’è niente.

La verità è che non gli piaci abbastanza. Triste solitario y final. E pure stavolta, distinguendoci come sempre per forza critica, abbiamo calato le braghe intellettuali e ci abbiamo creduto. Non gli piaci abbastanza! Il nuovo manifesto! Reagiscano le povere illuse!

Non richiama?
Non gli piaci abbastanza.
Sta andando male?
Non gli piaci abbastanza.
Scrivere sempre vederci mai?
Non gli piaci abbastanza.
Ti tradisce?
Non gli piaci abbastanza.
Ti tratta da amica irrinunciabile?
Non gli piaci abbastanza.

La verità non è tutta neanche in tribunale, B. Non è cosa che va per esclusione. Che ne vogliamo sapere noi delle vite degli altri?
La verità è che magari gli piaci, ma gli piace pure quell’altra.
La verità è che sotto la copertina calda di una relazione stabile si sta meglio di quanto sperano i sostenitori di Antonello Venditti.
La verità è che la gente non se ne va neanche quando sta male, figuriamoci quando sta benino in misura passabile.
La verità è che l’abitudine vince su tutto, l’amore meno.
La verità è che dovrebbe chiamare la fidanzata, prenderla, spiegare, mentire, sopportare probabili lacrime insopportabili, dormire col senso di colpa, venire a vivere con te, soffrire d’insonnia, accorgersi dopo sei mesi che vivere con te è come vivere con lei (dopo un po’ ci si stufa di chiunque), trovarsi con un “chi me l’ha fatto fare?” in mano.
La verità è che la verità non la sapremo mai, quindi tanto vale smettere di chiedere.
Resta la parte peggiore, B.: la pazienza. Durerà finché deve durare, inutile mettersi sotto la doccia fredda, tu questo strazio lo sopporti ancora benissimo. Stancarsi che non succeda niente, anche se facciamo tutti finta che ci sia qualcosa di più intelligente da fare mentre l’acqua diventa acqua passata.

Sarà che l’amore l’abbiamo sempre preso dalla parte sbagliata, B.. Per questo pare una farsa solo quella del disamato, per questo ci sono storie come la tua. Hanno sempre parlato troppo i non corrisposti, e pochissimo gli altri. Gli altri, quelli che sono piaciuti abbastanza, vengano a chiarire il grande equivoco. Serve la verità su cosa diventa l’amore. Perché non confessare una volta per tutte che pure nell’esclusivo mondo a due delle coppie semifelici e stabili, non è che si faccia una vita meno da cani.

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Visualizza, ma non risponde..
Si dimentica di rispondere. ... .
Dammi il tuo numero, ti chiamo io. ... .
Non vuole conoscere i tuoi amici. ... .
Non vuole parlare del futuro. ... .

Che film guarda Gigi in La verità è che non gli piaci abbastanza?

CURIOSITÀ SU LA VERITÀ È CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA Il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo scritto da Greg Behrendt e Liz Tuccillo, sceneggiatori di Sex and the City (1998).