Attacchi di panico e perdita di memoria

Hai letto l’articolo che parla dei sintomi dell’attacco di panico? Avevamo parlato dei sintomi fisiologici.

Oggi parliamo di cosa succede nella nostra testa quando abbiamo un problema di attacchi di panico. Questo ci serve per essere più consapevoli delle nostre dinamiche interne, che si riflettono in comportamenti.

Partiamo dagli errori più comuni che commettiamo proprio per cercare di risolvere l’attacco di panico. 

Che tipo di errori??

Si tratta di errori di pensiero (quindi, cognitivi), vediamoli insieme:

  1. attenzione selettiva verso sè
  2. memoria selettiva
  3. interpretazione selettiva

1. ATTENZIONE SELETTIVA

Quando soffriamo di un disturbo d’attacchi di panico prestiamo molta attenzione ad individuare tra i vari eventi della vita di tutti i giorni quelli che possono costituire una minaccia! 

Attacchi di panico e perdita di memoria

EGGIà.. stiamo più attenti.. perché ci sentiamo in pericolo..

Il problema è che rischiamo di interpretare come una minaccia qualsiasi situazione che ci provoca un’attivazione fisiologica (sudore, vampate di calore, battito cardiaco accelerato). Ho parlato di attivazione fisiologica nel primo articolo sul panico… (leggilo ora se non l’hai già fatto).  

Questo atteggiamento non fa altro che aumentare l’attenzione verso gli stati interni fisiologici ed emotivi. 

L’attenzione si ristringe sul corpo e su altri aspetti dell’esperienza individuale.

Più l’attivazione emotiva sarà elevata più la tua attenzione sarà focalizzata.

Farai continuamente un’analisi delle sensazioni e ogni variazione di equilibrio interno verrà percepita e interpretata come minacciosa.

Considera che la ricerca ha dimostrato che la percezione di stati interni non è così accurata, anzi, talvolta è DISTORTA.

Inoltre, tutti noi, compreso te, abbiamo un’attenzione limitata. Perciò, si spiega come se prestiamo tanta attenzione verso noi stessi riduciamo l’attenzione verso l’esterno! 

Conseguenze?

  1. Si riduce la tua performance
  2. si riduce la corretta considerazione e interpretazione degli stimoli esterni
  3. viene esclusa la possibilità di fare nuove esperienze e cogliere occasioni che permetterebbero di non confermare l’idea di essere minacciato. 

E le emozioni?

Essendo centrati su noi stessi percepiremo le emozioni con maggior intensità. Questo non fa altro che aumentare l’ansia!

E può portare ad avere più timore delle emozioni piuttosto che della situazione che le stimola. Ecco che abbiamo PAURA DELLA PAURA. 

2. MEMORIA SELETTIVA

Se soffri di attacchi di panico…Probabilmente ti ricorderai degli episodi in cui ti sei sentito vulnerabile quando ne hai avuto uno?

Questo ricordo non fa altro che aumentare lo stato di vigilanza nel caso in cui ti trovi ad affrontare una situazione nuova/sconosciuta o percepita come minacciosa. Questa IPERVIGILANZA induce un’attenzione altissima a tutti gli stimoli dell’ambiente che ti circonda cercando quelli che sono potenzialmente minacciosi. 

E anche in questo caso.. l’attenzione si riduce per tutti gli stimoli non minacciosi. E..come dice il proverbio.. CHI CERCA TROVA! 

E ricordati del “MOOD CONGRUITY EFFECT” legato alla memoria.

Cos’è?? Te lo spiego volentieri!

Se sei in ansia selezionerai e richiamerai alla memoria eventi e situazioni emotivamente corrispondenti con la condizione emozionale del momento che stai vivendo.

In poche parole se sei in ansia ricorderai eventi che ti provocano ansia, se sei triste ricorderai più facilmente eventi che ti hanno provocato tristezza ecc.;

Se soffri di attacchi di panico, la memoria richiamerà sensazioni e gravi emozioni provate in occasione di precedenti attacchi di panico. 

Questa memoria emotiva ha l’effetto di incremento ulteriormente l’ansia!

3. INTERPRETAZIONE SELETTIVA

Se soffriamo di attacchi di panico ci ritroviamo a interpretare gli eventi ambigui come potenzialmente pericolosi.

Cioè, si interpretano in modo catastrofico (irrimediabilmente negativo e inevitabile) le situazioni ambigue in cui si avverte un’attivazione interna (fisiologica, esempio: cuore che batte più forte, calore, sensazione di mancanza di respiro ecc.) in assenza di una soddisfacente spiegazione della stessa.

Riassumendo: Se focalizzi molto l’attenzione agli stati interni dai avvio a circoli viziosi che si mantengono. 

Attacchi di panico e perdita di memoria

Ma se sento l’ansia significa che c’è un pericolo!!  

NON SEMPRE E’ COSI’!

Un errore di pensiero che emerge è quello di interpretare lo stato emotivo di ansia come conferma della reale esistenza di un pericolo che temi.

Questo errore di pensiero è in grado di aumentare i livelli di ansia inserendosi nel circolo vizioso. Come?

Non fa altro che mantenere attivi tutti e tre i precedenti errori di pensiero (attenzione, memoria e percezione selettiva catastrofica) oltre che l’effetto MOOD CONGRUITY!!  

Ma non è finita qui…

In varie ricerche si è visto che tendiamo a controllare la validità delle nostre ipotesi catastrofiche raccogliendo elementi di conferma delle stesse ma non cerchiamo elementi che vanno contro…

in poche parole… se reputi di essere in pericolo potresti ricercare solo elementi che confermano questa idea catastrofica e non elementi che dicono il contrario (che non sei in pericolo). 

Questo cosa comporta?

EVITERAI ogni possibile esperienza temuta INTERPRETATA COME MINACCIA. 

“Che male c’è se evito situazioni che reputo minacciose?!”

Lo sai bene che non parlo dell’evitamento di un LEONE! Si tratta di evitare molte situazioni che interpreti come minacciose. 

Evitandole impedisci che possano assumere significato positivo… e, sopratutto, il problema emerge quando l’evitamento ti porta a limitarti eccessivamente! 

In altre parole, esempio: penso che andare su un mezzo di trasporto pubblico possa essere una situazione in cui potrebbe venirmi un attacco di panico. Non prendo mai un mezzo pubblico = EVITO la situazione temuta. Non metto alla prova la mia credenza. Rimango convinto che sia pericoloso. Così facendo mi limito. Non riformulo mai la mia idea sui mezzi pubblici. Inoltre confermo a me stesso di non essere capace di gestire le emozioni negative. 

Quando soffriamo di attacchi di panico facciamo fatica a pensare che può essere sbagliato il pensiero catastrofico (es., impazzirò, sto per morire, mi verrà un attacco di panico..). Cercheremo intensamente le prove che dicono che abbiamo ragione: succederà una catastrofe. 

Così tenderemo a giustificare l’evitamento che ci porta un immediato sollievo dalla paura. Es. evito quelle situazioni in cui penso potrebbe venirmi un attacco di panico… lì per lì mi sento meglio, l’ansia scende!

Perchè dovrei abbandonare un comportamento che mi da sollievo, come l’evitamento? 

Perchè se continui ad evitare ti sentirai sempre più impotente nel gestire le situazioni temute!!!  

Fai vincere la paura della paura! 

Attacchi di panico e perdita di memoria

LA PAURA TRIONFA!

Come molte cose inesplorate e potenti la paura viene mitizzata e sovrastimata, avvertita come sempre più invincibile!!!

Fin qui è chiaro? Perchè avrei altre cose da dirti che potrebbero esserti utili per prendere consapevolezza di come funzioniamo quando soffriamo di attacchi di panico.

Ci sono altre strategie che tendiamo ad usare se soffriamo di attacchi di panico. Vengono chiamate comportamenti di sicurezza.

Sono ad esempio:

  • la ricerca di qualcuno che ci accompagna nei vari posti in cui dobbiamo andare;
  • ricorrere a oggetti o informazioni rassicuranti;
  • il continuo monitoraggio dei parametri fisiologici interni o l’ambiente; 

E ancora…

  • adottare tecniche di distrazione dell’attenzione;
  • evitare attività o cibi che possono indurre sintomi fisici temuti (es. fare una corsa perchè aumenta il battito cardiaco; bere caffè..ecc.)

Così facciamo in modo di prevenire tutti quegli eventi che ci causano disagio! Ma non ci mettiamo mai alla prova nel fronteggiarli! E NON possiamo scoprire che non sono così “intollerabili” come pensiamo! RITORNIAMO AL DISCORSO DI PRIMA…VINCE LA PAURA!

Rimaniamo con le convinzioni che non fanno altro che mantenere il disturbo.

Altri comportamenti disfunzionali utilizzati per allentare la presa dell’ansia e dell’attenzione sugli stati interni sono alcol e farmaci. Non sono efficaci nel lungo periodo e ANZI POSSONO DANNEGGIARTI!

I farmaci vanno presi con cura, meglio se prescritti da uno psichiatra che prima ha fatto una valutazione sul nostro problema.

Altra caratteristica del nostro funzionamento quando soffriamo di attacchi di panico (e non solo) è l’utilizzo del RIMUGINIO!  

Il rimuginio (nel disturbo di panico) è l‘INCESSANTE PENSIERO NEGATIVO SULLA GRAVITA’ E PROBABILITÀ’ DELLA MINACCIA TEMUTA! 

Si tratta di una modalità di pensiero non utile! Perché?

  1. non definisce precisamente il problema da affrontare
  2. non permette la reale elaborazione di concrete strategie per prevenire o affrontare la minaccia che temi
  3. mantiene e aumenta l’importanza e la gravità percepita della minaccia che vogliamo affrontare
  4. richiede molte energie per questo ci si può sentire stremati e potrebbero anche ridursi i risultati delle nostre performance (al lavoro, a scuola, a casa).

Attacchi di panico e perdita di memoria

Inoltre, questa modalità disfunzionale di pensiero ti porta a sopprimere la possibilità di sperimentare pienamente lo stato emotivo negativo indotto dall’ansia. Quindi ti potrà sembrare di avere tutto sotto controllo. Ma non è così. Questo meccanismo non fa altro che mantenere il disturbo. 

Riassumendo: se stai vivendo con un disturbo di attacchi di panico paradossalmente sono proprio le strategie che metti in atto per risolvere il problema a mantenerlo!

Cosa fare?

Avendo letto l’articolo magari hai individuato da solo alcune delle strategie disfunzionali che utilizzi.

CAMBIARE SI PUO’!

Puoi chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale come lo psicologo – psicoterapeuta. Insieme potrete  guardare il problema da altri punti di vista. Comprenderlo e imparare a gestirlo e risolverlo.

Ricordati che il sintomo ha sempre un significato! 

Se sei interessato ad approfondire l’argomento, posso consigliarti un libricino molto carino ed economico per farti un’idea: “Il panico. Nella trappola della paura”!

Attacchi di panico e perdita di memoria

Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi!

Bibliografia: Psicoterapia Cognitiva dell’ansia, Sassaroli, Lorenzini e Ruggiero, 2006.

Attacchi di panico e perdita di memoria

Mi chiamo Giulia Giambenini, sono una psicologa abilitata all’esercizio della professione, con una specializzazione in disturbi del peso e dell’alimentazione e psicoterapeuta all’ultimo anno di formazione presso la Scuola Cognitiva di Firenze.

Il mio studio si trova in via Jano Planco, n 16, Rimini. Per appuntamenti chiamare il numero 340-1709433

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L'attivazione (il “fuoco”) dall'amigdala si diffonde ad altre aree del cervello come l'ipotalamo, responsabile dei sintomi fisici (batticuore, vertigini, mancanza d'aria, tremori…), e la corteccia prefrontale, responsabile delle interpretazioni catastrofiche date a questi malesseri fisici (“svengo”, “muoio”, “mi sta ...

A cosa sono dovuti i vuoti di memoria?

I vuoti di memoria, specie se accadono in giovane età, vengono attribuiti allo stress, all'abitudine di fare più cose contemporaneamente e poi all'inevitabile tempo che passa e che logora le funzionalità cerebrali, meno vispe e attente.

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Cosa succede al corpo dopo attacco di panico?

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