Se tu dall altipiano guardi il mare

Se tu dall'altipiano guardi il mare,
Moretta che sei schiava fra gli schiavi,
Vedrai come in un sogno tante navi
E un tricolore sventolar per te.

Faccetta nera, bell'abissina
Aspetta e spera che gi? L'ora si avvicina!
Quando saremo insieme a te,
Noi ti daremo un'altra legge e un altro Re.

La legge nostra? Schiavit? D'amore,
Il nostro motto? Libert? E dovere,
Vendicheremo noi camicie nere,
Gli eroi caduti liberando te!

Faccetta nera, bell'abissina
Aspetta e spera che gi? L'ora si avvicina!
Quando saremo insieme a te,
Noi ti daremo un'altra legge e un altro Re.

Faccetta nera, piccola abissina,
Ti porteremo a Roma, liberata.
Dal sole nostro tu sarai baciata,
Sarai in Camicia Nera pure tu.

Faccetta nera, sarai Romana
La tua bandiera sar? Sol quella italiana!
Noi marceremo insieme a te
E sfileremo avanti al Duce e avanti al Re!

  • ·Addio Signora
  • ·Le Rose Rosse
  • ·Reginella Campagnola
  • ·Incantatella
  • ·Porta Un Bacione A Firenze
  • ·Luna Marinara
  • ·La Sagra Di Giarabub
  • ·La Piccinina

Un'abissina bella e piccola

Egregio Direttore,
in merito alla lettera a firma di Palumo (Gino Palumbo, ndr), Le voglio chiarire, che l'articolista del Mattino non ha commesso nessun errore, nel riportare una parte del testo della canzone "Faccetta Nera". Infatti la strofa più nota è appunto quella che recita: "Faccetta nera piccola abissina, ti porteremo a Roma liberata ..." . Mentre il Testo citato nella lettera del Palumbo recita: "Faccetta nera bella abissina aspetta e spera che ...".
Mi meraviglio che un Giornalista come Lei, sempre aduso a controllare le fonti, non abbia consultato il testo della canzone. Avrebbe potuto constatare che ne l'articolista del Mattino ne il lettore Palumbo, hanno commesso errori, essi hanno citato due versi presenti nella canzone.
Montanelli, sarebbe stato felice di riascoltare per intero la "marcetta" che lo riportava alla sua intrepida Giovinezza. Distiniti Saluti

Ardito Italiano 

Testo di Faccetta Nera

Se tu dall'altipiano guardi il mare,
Moretta che sei schiava fra gli schiavi,
Vedrai come in un sogno tante navi
E un tricolore sventolar per te.
Faccetta nera,
Bell'abissina
Aspetta e spera
Che già l'ora si avvicina!
quando saremo
Insieme a te,
noi ti daremo
Un'altra legge è un altro Re.
La legge nostra è schiavitù d'amore,
il nostro motto è libertà e dovere,
vendicheremo noi camicie nere,
Gli eroi caduti liberando te!
Faccetta nera,
Bell'abissina
Aspetta e spera
Che già l'ora si avvicina!
quando saremo
Insieme a te,
noi ti daremo
Un'altra legge è un altro Re.
Faccetta nera, piccola abissina,
ti porteremo a Roma, liberata.
Dal sole nostro tu sarai baciata,
Sarai in Camicia Nera pure tu.
Faccetta nera,
Sarai Romana
La tua bandiera
Sarà sol quella italiana!
Noi marceremo
Insieme a te
E sfileremo avanti al Duce
E avanti al Re!

Egregio direttore, 
le scrivo queste poche righe  per mettere al corrente lei e Gino Palumbo che il maestro Indro Montanelli non solo si sta rivoltando nella tomba, ma addirittura sta facendo delle vere e proprie piroette dopo aver letto il pezzo su Iustitia intitolato "Piccola Abissina". Per carità, voi di Iustitia avete tutto il diritto di fare, tra l’altro, le pulci ai giornalisti, però per evitare brutte figure dovreste anche fare attenzione a ciò che scrivete o quantomeno a verificare le fonti. Insomma, è curioso che mi si accusi di essere "totalmente a digiuno" di canzoni del regime. Sa direttore, la nostra abissina protagonista di "Faccetta Nera" oltre ad essere "bella" è anche "piccola" (recita infatti una strofa:"Faccetta nera, piccola abissina, ti porteremo a Roma, liberata. Dal sole nostro tu sarai baciata, Sarai in Camicia Nera pure tu"). Dunque la reprimenda del buon Gino Palumbo si è persa miseramente nei meandri della Rift Valley. Ciò che non si è perso però è il senso di disagio che ho provato a leggere il commento finale del trafiletto. Infatti Iustitia, anche di fronte a "veri strafalcioni" e non a patacche costruite ad hoc come in questo caso, non si era mai accanito tanto contro un giornalista. Eppure questa volta l'ha fatto. Addirittura il suo Palumbo "aspetta e spera" che io non scriva più per il Mattino. Anzi, dà per certo che arrivi l'ora nella quale io non scriverò. Naturalmente nell'attesa dell'ora io continuerò a seguirvi. Sa com'è, "l'ironia - come scriveva Roberto Gervaso - è un tic dello spirito". Buon lavoro

Gaetano Di Matteo

Nel giro di poche ore sono arrivate a Iustitia due mail, con un testo nella sostanza simile, che replicano alla lettera sulla marcetta fascista ‘Faccetta nera’ pubblicata nel numero scorso.
La prima mail è di un lettore anonimo e nostalgico che difende con impegno il collaboratore del Mattino Gaetano Di Matteo, firma un testo forse volutamente sgrammaticato (guardare punteggiatura e accenti) e ci regala le parole di ‘Faccetta nera’.
La seconda mail è dello stesso Di Matteo. Le loro tesi sono che nella memoria delle persone avanti con gli anni c’è “piccola abissina” e non “bell’abissina”. Ai lettori l’ardita sentenza.

Nello Cozzolino

Post scriptum. Da molti anni arrivano a Iustitia mail firmate con lo pseudonimo di Gino Palumbo, che probabilmente è un giornalista del Mattino (suo terreno esclusivo di caccia), di cui non conosco l’identità. Come direttore controllo che le notizie siano esatte, taglio le punte che mi sembrano gratuitamente aspre e pubblico. Di Matteo si duole del passaggio su “l’ora che si avvicina”, seguita da una battuta che mi sembrava quasi dettata dal testo della canzone e che quindi non ho tagliato. Mi scuso quindi se la battuta può far pensare a una lettura diversa come, ad esempio, a una richiesta di licenziamento.