Prepensionamento dipendenti pubblici per motivi di salute

Dall'entit� della contribuzione obbligatoria alla misura dei possibili trattamenti previdenziali: tutte le informazioni utili sulla previdenza di base per i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione

CONTRIBUTI OBBLIGATORI (quanto costa la pensione)

Il sistema pensionistico dei lavoratori dipendenti del settore pubblico, iscritti all’ex INPDAP (ente confluito all’INPS dall’1 gennaio 2012), � finanziato attraverso un prelievo contributivo rapportato alla retribuzione erogata.�La retribuzione imponibile ai fini del versamento della contribuzione previdenziale � costituita da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro.

La retribuzione utilizzata per il versamento dei contributi costituisce anche la retribuzione presa a base per il calcolo della pensione.

L’attuale aliquota contributiva destinata al fondo pensioni dei dipendenti pubblici � pari al 33%, di cui 8,80%, per i dipendenti delle amministrazione statali, e 32,65%�per i dipendenti degli enti locali e Asl,�di cui 8,85% a carico del lavoratore�dipendente.�Sulla quota di retribuzione annua d’importo eccedente la cosiddetta retribuzione pensionabile (48.279 euro per l’anno 2022)�� prevista un’aliquota maggiorata di un punto, a completo carico del dipendente.�L’1% aggiuntivo non d� luogo a pensione ma � di natura solidaristica.

La contribuzione obbligatoria dipendenti pubblici�

Per i lavoratori privi di anzianit� contributiva alla data del 31 dicembre 1995 che si iscrivono a far data dall’1 gennaio 1996��a forme pensionistiche obbligatorie��� stabilito un massimale annuo della base contributiva e pensionabile.��Tale massimale, fissato in lire 132 milioni per l’anno 1996, viene rivalutato annualmente sulla base dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (il limite�relativo al 2022 � pari a�105.014 euro).�Oltre tale limite di reddito non si versano i contributi e quindi la prestazione pensionistica � plafonata sul massimale contributivo.�

I TRATTAMENTI PENSIONISTICI

Il diritto alle prestazioni pensionistiche � subordinato alle condizioni che in via generale sono il verificarsi dell'evento protetto (ad esempio il compimento di una determinata et�) e il possesso da parte dell'assicurato di determinati requisiti contributivi e assicurativi.


La pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia viene riconosciuta qualora ricorrano contemporaneamente le seguenti condizioni: compimento dell'et� pensionabile; raggiungimento di determinati requisiti contributivi; cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

Et�
Spetta all'et�di�67 anni per�gli uomini e per le donne.�Il limite di et� delle donne�� stato parificato a quello degli uomini�dal 2018. il suddetto requisito anagrafico, a far tempo dall'1 gennaio 2013, � stato adeguato alla cosiddetta speranza di vita (sulla base dei dati forniti dall’ISTAT), con una periodicit� triennale�fino al 2018 e diventata biennale dal 2019.

Minimo di contributi
Il diritto alla pensione di vecchiaia � riconosciuto quando il lavoratore possa far valere almeno 20 anni di contribuzione. Al fine di tutelare posizioni precedenti al 1993 (riforma Amato) � stabilito che si continuino ad applicare i precedenti requisiti (minimo di 15 anni) per i seguenti soggetti:

  • lavoratori che abbiano maturato 15 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1992;�
  • lavoratori che al 31 dicembre 1992 risultino ammessi alla prosecuzione volontaria. Non � richiesto che l'assicurato ammesso alla prosecuzione volontaria abbia anche effettuato versamenti anteriormente alla predetta data;
  • lavoratori che possano far valere una anzianit� assicurativa di almeno 25 anni e che siano stati occupati per almeno 10 per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell'anno solare (i cosiddetti "precari").


La pensione di vecchiaia contributiva

Per i lavoratori che hanno iniziato l'attivit� dall’1 gennaio 1996 (privi di anzianit� contributiva, anche all’estero, al 31 dicembre 1995), la pensione di vecchiaia, dall’1 gennaio 2012, richiede gli stessi requisiti di quelli previsti per i soggetti che risultano gi� assicurati alla data del 31 dicembre 1995: 67 anni di et� e 20 anni di anzianit� contributiva.

� inoltre possibile ottenere la pensione di vecchiaia contributiva�all’et� di 71 anni sia per le donne che per gli uomini, con almeno 5 anni di contribuzione effettiva,�volontaria e da riscatto (non valgono i contributi figurativi).�Viene�richiesta la cessazione del lavoro dipendente.�

Condizione
Affinch� venga riconosciuta la pensione, l’importo del trattamento�non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’ammontare annuo dell’assegno sociale INPS�(per il 2022 limite pari a 468,10 * 1,5 = euro 702,15 mensili).�Si prescinde da quest’ultima condizione (1,5 volte l’assegno sociale), nel senso che la pensione viene comunque messa in pagamento, all’et� di 71 anni e oltre, in presenza di un minimo di 5 anni di contribuzione effettiva.�

La pensione anticipata (ex "pensione di anzianit�")

La pensione�anticipata�� il trattamento previdenziale che si pu� ottenere in anticipo rispetto all’et� prevista per la�vecchiaia, da cui il nome. �Dall’1 gennaio 2012 per la pensione anticipata � richiesta un’anzianit� contributiva pari a 42 anni e un mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne. Tali requisiti sono aumentati di 4 mesi per l’anno 2013, di un mese�nel 2014 e di ulteriori 4 mesi dal 2016 secondo la parametrazione periodica agli andamenti demografici.�Nella tabella che segue sono dunque riepilogati gli adeguamenti alla cosiddetta speranza di vita dal 2012 - anno della loro introduzione con la legge Monti-Fornero – fino al 2020.

Attenzione!�Proprio nel 2019 sarebbero dovuti ulteriormente aumentare i requisiti contributivi minimi sia per gli uomini sia per le donne: per i primi da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 3 mesi e per le seconde da 41 anni e 10 mesi a 42 anni e 3 mesi.�

� � � � � � � � � � � � � � � � � � � � � � ��

Il�decreto legge del 28 gennaio 2019, n.4�� tuttavia intervenuto sul tema dell'indicizzazione dell'anzianit� contributiva rispetto all’aspettativa di vita, bloccandola a 42 anni e 10 mesi di anzianit� contributiva (un anno in meno per le donne): come recita il testo del decreto legge,�il "blocco" � sperimentale e dunque in vigore dall’1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2026.�Viene comunque introdotto un differimento della decorrenza di 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti pensionistici (la cosiddetta “finestra mobile”).�

Attenzione!�Per i lavoratori iscritti al sistema pensionistico pubblico a partire dal 1/1/1996 (cio� i lavoratori interamente assoggettati al regime contributivo non avendo maturato prima di quella data contribuzione neppure all’estero), �previsto un ulteriore canale di accesso al pensionamento anticipato. Essi possono accedere con un’et� inferiore a quella prevista per il pensionamento di vecchiaia, fino a un massimo di 3 anni,�dunque 64 anni per il�2021,�se in possesso di almeno 20 anni di contribuzione�effettiva�(non sono considerati utili i contributi figurativi)�e un importo minimo di pensione non inferiore a�1.310,68 euro mensili nel�2021, vale a dire pari ad almeno 2,8 l’importo dell’assegno sociale (importo � indicizzato in funzione del PIL nominale).�


Opzione donna
Le lavoratrici possono ottenere il trattamento di anzianit� con 35 anni di�contribuzione�e 58�anni�di et�,�ma�con�una�penalizzazione consistente ella liquidazione��della��pensione con il sistema completamente contributivo�(la cosiddetta “Opzione donna”). Tale possibilit� � limitata alle pensioni con requisiti maturati entro e non oltre il 31 dicembre 2021.�Con la circolare 11/2019,�l’INPS ricorda che per raggiungere il requisito dei 35�anni di contribuzione non�concorrono i�contributi�accreditati�per�malattia, disoccupazione�e/o�prestazioni equivalenti. Non solo,�la circolare 11/2019�specifica inoltre che alle lavoratrici madri che accedono al pensionamento tramite opzione donna non si applicano le agevolazioni previste dalla Legge Dini (articolo 1, comma 40, della legge n. 335 del 1995). In sostanza, per le pensioni contributive�non sono riconosciuti i contributi figurativi relativi ai periodi di assenza dal lavoro per motivi di educazione e assistenza dei figli fino al sesto anno di et� o di assistenza al coniuge e al genitore, oltre a non essere riconosciuto l’anticipo di quattro mesi per ciascun figlio, nel limite massimo di un anno.�

La�circolare 6/2020�ha specificato che le lavoratrici che presentano domanda per opzione donna, dal momento che la misura comporta la conversione al metodo di calcolo contributivo, possono presentare, contestualmente, domanda di riscatto agevolato della durata legale del corso di studi universitari, allegando alla stessa il modello AP142. Nel caso del lavoro dipendente, la pensione decorre in ogni caso 12 mesi dopo la maturazione dei requisiti, che diventano 18 per le lavoratrici che hanno maturato contribuzione anche nella gestione artigiani e commercianti. Le lavoratici del comparto scuola e AFAM, al ricorrere dei requisiti, possono conseguire il trattamento pensionistico rispettivamente a decorrere dall'1 settembre.�

Quota 102
Si tratta di un’opzione introdotta dalla legge�n. 234/2021 che ha modificato il decreto legge 4/2019 introduttivo di Quota 100 e che consente di accedere alla�pensione�con 64 anni di et� e 38 di contributi;�la misura ha carattere sperimentale e la sua validit� si estende pertanto a tutti i lavoratori (dipendenti, autonomi e iscritti alla Gestione separata INPS)�che matureranno i requisiti entro il 31 dicembre 2022.�

Attenzione!�Per�esercitare questa possibilit�,�� necessario possedere�contemporaneamente entrambi i requisiti minimi.��A proposito del requisito contributivo, occorre inoltre si ritiene valida la contribuzione a qualsiasi titolo accreditata in favore dell’assicurativo, fermo restando – cos� come precisato anche dalla circolare�INPS 11/2019�-��il possesso di almeno 35 anni di contribuzione effettiva, al netto di periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti.�

La domanda pu� essere presentata una volta maturati i requisiti (anche nel 2023, se raggiunti entro il 31 dicembre dell’anno precedente), mentre la prestazione�decorre, per i dipendenti della pubblica amministrazione,�6 mesi dopo la maturazione del diritto per effetto della finestra trimestrale prevista.�Per quanto riguarda la misura della pensione, va precisato che�l’importo�non subisce nel calcolo alcuna penalizzazione, pur verosimilmente meno generoso di quello di un’ipotetica pensione anticipata per effetto sia del minor numero di anni di contribuzione sia di�un coefficiente di trasformazione pi� basso.�

Lavori usuranti

Il lavoratore che svolge attivit�usuranti per almeno la met� della vita lavorativa o per 7 anni negli ultimi 10�beneficia di una particolare normativa,�come specificato da INPS con la circolare 90/2017.�Dall’1 gennaio 2012, i lavoratori interessati - in possesso di un’anzianit� contributiva minima di 35 anni e di una determinata et� anagrafica minima - possono accedere al trattamento pensionistico attraverso il cosiddetto “sistema delle quote”, date dalla somma dell'et� anagrafica e dell’anzianit� maturata. I requisiti sono riepilogati nella tabella che segue, nella quale sono indicati anche i requisiti richiesti ai�lavoratori notturni�che prestano la loro attivit�a turni�per un numero minimo di giorni lavorativi all'anno inferiore a 78.�

I requisiti richiesti a partire dal 2016 restano “congelati” sino a tutto il 2026 in quanto nei loro confronti non trova applicazione n� l’adeguamento demografico alla speranza di vita n� il posticipo della decorrenza, fissata al 13��mese (18� per gli autonomi) successivo a quello di maturazione�dei requisiti�(la cosiddetta�finestra mobile).

Lavoratori precoci

La Legge di Bilancio 2017 ha riconosciuto la necessit� di un intervento in favore delle categorie di lavoratori cosiddette precoci che si trovano in condizione di particolare disagio lavorativo e/o economico. Sono definiti precoci i lavoratori�che possono vantare�almeno un anno�(12 mesi, anche non continuativi)�di contribuzione, riferiti a periodi di lavoro effettivo, precedenti il compimento del diciannovesimo anno di et�.

Questi lavoratori, dall'1 gennaio 2017, possono ottenere la pensione anticipata�con 41 anni di contribuzione,�di cui almeno 35 effettivi (eventualmente maturati anche in regime di cumulo tra gestioni INPS e Casse di Previdenza per i liberi professionisti), a condizione che:

a) siano in stato di disoccupazionea seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento,�e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno 3 mesi�(compresi i tempi determinati purch� abbiano lavorato almeno 18 mesi negli ultimi 36);

b) assistano in qualit� dicaregiver,�al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con�handicap�in situazione di gravit� (Legge n..104/1992)�o parente o affine di 2� grado convivente se i genitori o il coniuge della persona con�handicap�in situazione di gravit� hanno compiuto 70 anni o sono anch'essi affetti da patologie invalidanti o sono deceduti o mancanti;

c) presentino una riduzione della capacit� lavorativa,�accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidit� civile,�superiore o uguale al 74%;

d) siano lavoratori dipendenti�all’interno delle professioni indicate nella tavola sottostante,�che abbiano svolto una o pi� delle�attivit� usuranti�riportate in tabella per un periodo di tempo pari ad almeno: 6 anni negli ultimi 7 di attivit� lavorativa, o 7 anni negli ultimi 10, oppure la met� della vita lavorativa complessiva.

�� A. Operai dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici

�� B. Conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni

�� C. Conciatori di pelli e di pellicce

�� D. Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante

�� E. Conduttori di mezzi pesanti e camion

�� F. Personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con� lavoro organizzato in turni

�� G. Addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza

�� H. Insegnanti della scuola dell'infanzia e educatori degli asili nido

�� I. Facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati

�� L. Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia

�� M. Operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti

���Dal 2018 anche:

� �N. Operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca

� �O. Pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative

� �P. Lavoratori del settore siderurgico di 1a e 2a fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature � � ��

� �Q. Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne

Attenzione!�Per certificare che un dipendente abbia svolto attivit� gravose, non conta il premio Inail, ma la qualifica professionale del lavoratore sulla base della classificazione delle professioni adottata da Istat, come risultante dai flussi Uniemens trasmessi.

L’anticipo, in effetti, � di 22 mesi per gli uomini e di soli 10 mesi per le donne. Inoltre, dall’1�gennaio 2019�e fino al 31 dicembre 2026,�in base al DL 4/2019 il requisito di 41 anni non � pi� soggetto all’adeguamento demografico del requisito contributivo alla variazione della speranza di vita, ma � assoggettato alla cosiddetta “finestra mobile” di 3 mesi: tra la maturazione del diritto e la decorrenza della pensione deve passare un periodo di 3 mesi.


TRATTAMENTI DI INVALIDIT�

Sono previsti tre distinte prestazioni: la pensione di inabilit�, la pensione per inabilit� accertata, la pensione di privilegio.

Pensione d’inabilit�

Si tratta della la stessa prestazione prevista per i dipendenti del settore privato. Il soggetto riconosciuto inabile, che si trovi nell'assoluta e permanente impossibilit� di svolgere qualsiasi attivit� lavorativa ha diritto ad una pensione costituita dal trattamento effettivamente maturato sulla base della contribuzione versata, maggiorato di una quota pari a quella che avrebbe maturato se avesse continuato a lavorare sino all’et� di 60 anni (uomini e donne), entro il limite di 40 anni. Ai fini del perfezionamento del diritto la pensione di inabilit� � richiesto il possesso di un minimo di 5 anni di contribuzione, di cui almeno 3 anni presenti nel quinquennio precedente la presentazione della domanda.

Pensione per inabilit� accertata

Il dipendente pubblico pu� essere collocato a riposo a seguito di accertamento dello stato di salute se viene riscontrata una delle seguenti condizioni: inabilit� assoluta e permanente a qualsiasi proficuo lavoro, ovvero inabilit� assoluta e permanente alle mansioni svolte. Indipendentemente dall’et� anagrafica, il diritto al trattamento di pensione richiede almeno:

  • 14 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile, in caso di collocamento a riposo per inabilit� assoluta e permanente a qualsiasi proficuo lavoro;
  • 19 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile, in caso di collocamento a riposo per inabilit� assoluta e permanente alle mansioni svolte.

Gli iscritti alla Cassa Stato cessati dal servizio per infermit� non dipendente da causa di servizio hanno diritto a pensione di inabilit� se hanno almeno 15 anni di servizio effettivo (14 anni, 11 mesi e 16 giorni).

Pensione di privilegio

Consiste in un trattamento di natura economica che spetta al dipendente pubblico divenuto inabile per patologie derivanti da causa di servizio. Per causa di servizio si intende un danno fisico subito o una malattia contratta per cause o condizioni insite nel tipo di lavoro prestato. La concessione del privilegio avviene indipendentemente dagli anni di servizio.

Affinch� sia riconosciuta la pensione di privilegio � richiesto che il soggetto contragga una malattia contagiosa o una malattia professionale, o riporti una ferita o una lesione traumatica, per causa o concausa di servizio (nel secondo caso la concausa deve essere necessaria e preponderante).

La pensione di privilegio � stata abrogata (con decorrenza a partire dall'1 dicembre 2012) dalla riforma Monti-Fornero. Rimane in essere (con i precedenti requisiti) solo per gli appartenenti al “comparto sicurezza”.

LA PENSIONE AI SUPERSTITI�

Il diritto alla pensione in favore dei superstiti sorge in caso di decesso del pensionato oppure del lavoratore in attivit�, a condizione che quest'ultimo, al momento del decesso, possa far valere almeno 15 anni di contribuzione, ovvero 5 anni, di cui almeno 3 versati nel quinquennio precedente la data della morte.

Aventi diritto
I superstiti beneficiari possono classificarsi in tre gruppi: il coniuge e i figli (minorenni, maggiorenni studenti sino a 21 anni ed universitari sino a 26 anni, ovvero inabili e a carico del genitore defunto), i genitori, i fratelli e le sorelle (in mancanza di coniuge e figli).

Quote spettanti
La misura della pensione � stabilita in una quota dell’intero importo del trattamento gi� liquidato al lavoratore o che a lui sarebbe spettato. Le quote sono le seguenti: coniuge solo: 60%; coniuge e un figlio: 80%; coniuge e due o pi� figli: 100%. Qualora abbiano diritto a pensione soltanto i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote sono le seguenti: un figlio: 70%; due figli: 80%; tre o pi� figli:100%; un genitore: 15 %; due genitori: 30%; un fratello o sorella: 15%.

La pensione ai superstiti non pu�, in alcun caso, risultare superiore all’intero ammontare della rendita della quale risultava titolare, o che sarebbe spettata al lavoratore deceduto. Se il totale delle aliquote riferite a tutti i familiari supera il 100%, la pensione ai superstiti deve intendersi cos� ripartita: se superstiti sono il coniuge e tre o pi� figli, al coniuge spetta il 60%; il restante 40% va diviso in parti uguali tra i figli; se superstiti sono 3 o pi� figli, l'intero importo va diviso in parti uguali tra i beneficiari.

Se il superstite possiede redditi
La pensione attribuita ai superstiti, qualora il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare dove non vi siano figli minori, studenti o inabili, � corrisposta nella misura ridotta: al 75%, in presenza di redditi imponibili IRPEF (escluso quello della casa di abitazione) d’importo annuo superiore a 3 volte il trattamento minimo INPS; al�60%, in presenza di redditi d’importo annuo superiore a 4 volte il trattamento minimo; al 50%, in presenza di redditi imponibili IRPEF d’importo annuo superiore a 5 volte il trattamento minimo INPS (Legge 335/1995).�

Ai fini della cumulabilit� sono valutati i redditi assoggettabili all’IRPEF, al netto dei contributi previdenziali, con esclusione dei trattamenti di fine rapporto comunque denominati e relative anticipazioni, del reddito della casa di abitazione e delle competenze arretrate sottoposte a tassazione separata. In ogni caso non deve essere valutato l’importo della pensione ai superstiti interessata alla riduzione.�

Il minimo INPS�del 2022 � di�di 6.809,79 euro annui, pari a 523,83 euro mensili.

Cumulo tra reddito e pensione ai superstiti

DECORRENZA DELLE PENSIONI

La pensione di vecchiaia decorre dal mese successivo a quello in cui si maturano i requisiti richiesti per il diritto. La pensione anticipata (e�di anzianit�) decorrono, dal 2019, tre mesi dopo il compimento dei requisiti, con la cosiddetta “finestra mobile”; per il personale della scuola, la decorrenza � fissata all’1 settembre dell’anno in cui matura il diritto.�

I trattamenti di invalidit� decorrono dal��giorno successivo a quello della dispensa dal servizio. La pensione ai superstiti � fissata al giorno successivo alla data del decesso del dante causa.

MISURA DELLA PENSIONE

Il sistema di calcolo della pensione si differenzia a seconda dell’anzianit� contributiva maturata alla data del 31 dicembre 1995:

  • per chi pu� contare su almeno 18 anni di contributi (compresi i contributi, figurativi, da riscatto e ricongiunzione), si applica il cosiddetto criterio e cio� “retributivo”, per l’anzianit� maturata sino al 31 dicembre 2011, e “contributivo” per i periodi di attivit� dall'1 gennaio 2012 legato appunto alle retribuzioni dell’ultimo periodo lavorativo;
  • per chi ha meno di 18 anni di contributi, il criterio utilizzato � misto, e cio� “retributivo”, per l’anzianit� maturata sino al 31 dicembre 1995, e “contributivo” per i periodi di attivit� dall'1 gennaio 1996;
  • per i nuovi assunti, dall'1 gennaio 1996 (privi di anzianit� contributiva al 31 dicembre 1995) si applica invece il solo criterio contributivo, strettamente collegato al valore della contribuzione versata nell’arco dell’intera vita lavorativa.

Attenzione!�La Legge n. 190/2014 (art. 1, commi 707-709) ha stabilito che per i soggetti con pi� di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, l’INPS effettuer� il doppio calcolo su ogni pensione liquidata dal 2012 con i seguenti criteri:

  • primo calcolo: applicando i criteri previsti dalla Riforma Fornero, determinando l’importo con il retributivo per i versamenti maturati al 31 dicmebre 2011 e con il contributivo per quelli maturati dall’1 gennaio 2012;
  • secondo calcolo: applicando il calcolo interamente retributivo per tutte le anzianit� contributive maturate (sia antecedenti il 31 dicembre 2011, sia successivi) anche oltre i 40 anni complessivi di contribuzione.

Dal confronto dei due calcoli quello che sar� di minore importo verr� posto in pagamento. Restano escluse dal doppio calcolo le pensioni di inabilit�.

Calcolo retributivo (e misto)

La misura della pensione nel sistema retributivo � data dalla somma di tre distinte quote (A + B+ C). La prima (A) corrispondente all’importo relativo all’anzianit� contributiva maturata sino a tutto il 31 dicembre 1992; la seconda (B) corrispondente all’anzianit� contributiva acquisita dal 1� gennaio 1993 al 31 dicembre 2011 e la terza (C) corrispondente all'importo relativo all'anzianit� maturata dall'1 gennaio 2012.�

La base pensionabile dei dipendenti pubblici � cos� costituita: l’ultimo stipendio (maggiorato del 18%, per gli statali), per la quota A; media annua delle retribuzioni dei 10 anni che precedono la decorrenza, per la quota B. La quota C si calcola invece con il sistema contributivo puro.�

L’ammontare del trattamento relativo all’anzianit� maturata al 31 dicembre 1992�(quota A)�� stabilito, per gli statali, in misura pari al 35% della retribuzione pensionabile, per l’anzianit� minima di servizio di 15 anni. Per ogni anno utile oltre il quindicesimo, l’aliquota di rendimento viene aumentata dell’1,8% fino a raggiungere l’80% in presenza di 40 anni di anzianit�. Per il personale degli enti locali il trattamento spettante si ricava moltiplicando lo stipendio pensionabile per l’aliquota di rendimento variabile in base all’anzianit� di servizio utile. Si va da un minimo del 37,5% per una copertura assicurativa di 15 anni, al 100% per i 40 anni.

Le retribuzioni utilizzate per�la quota B�(media degli ultimi 10 anni) vengono aggiornati tenendo conto dell’inflazione, con esclusione di quello dell’anno di decorrenza e di quello dell’anno immediatamente precedente, con riferimento alla variazione degli indici Istat dei prezzi al consumo.�

La cosiddetta aliquota di rendimento relativa al calcolo della quota B � del 2% l’anno, come previsto per i dipendenti del settore privato.

Calcolo contributivo

Il sistema contributivo funziona ad accumulo. Il lavoratore provvede, con il concorso della pubblica amministrazione, ad accantonare annualmente il 33% del proprio stipendio. Il capitale versato produce una sorta di interesse composto, a un tasso legato alla dinamica quinquennale del PIL (il prodotto interno lordo) e all'inflazione.�

Alla data del pensionamento al montante contributivo, ossia la somma rivalutata dei versamenti effettuati, si applica un coefficiente di conversione che cresce con l’aumentare dell’et�.�Con riferimento al 2022, ad esempio, il coefficiente � pari al 4,515%, per chi chiede la rendita a 60 anni, sale al 5,220% per chi resiste fino a 65 anni e al 6,215% se si decide di arrivare fino a 70 anni. �A partire dal 2019, i coefficienti di trasformazione sono rivisti ogni due anni - in precedenza lo erano ogni 3 - sulla base della evoluzione degli andamenti demografici (speranza di vita).�Per le pensioni liquidate a soggetti di et� inferiore a 57 anni (pensione di inabilit� e pensione ai superstiti) si applica il coefficiente di trasformazione previsto per coloro che hanno compiuto i 57 anni. � � �� � � � � � � � �

� � � � �
Coefficienti tra i vecchi coefficienti di trasformazione e i nuovi validi a partire dal 2021

Per le pensioni liquidate sulla base del criterio contributivo, le disposizioni sull'integrazione al minimo non trovano applicazione. � � �

La rivalutazione delle pensioni

La perequazione delle pensioni � la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive; trova applicazione per le pensioni dirette e ai superstiti (pensione di reversibilit� e pensione indiretta), indipendentemente che siano integrate al trattamento minimo. L’applicazione della perequazione avviene al 1� gennaio di ogni anno sulla base degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat.

Il decreto ministeriale del 17 novembre 2021 ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2021 � pari a 1,7% dal 1� gennaio 2022.

La rivalutazione dipender� dalle fasce di reddito:

100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;

90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;

75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.

Il trattamento minimo di riferimento in pagamento dal primo gennaio 2022 � pari a 523,83 euro.

Regime del cumulo

Il cumulo pensione-reddito da lavoro � ormai un problema che riguarda esclusivamente i beneficiari della pensione di invalidit�. I titolari della vecchiaia, infatti, da tempo possono svolgere sia attivit� di lavoro dipendente che da autonomo, senza subire alcuna riduzione della pensione.�Lo stesso vale per i titolari dei trattamenti anticipati/anzianit� a partire dal 2009.

* La trattenuta non pu� comunque superare il 30% del reddito da lavoro

*Per il 2022, la misura del trattamento minimo � pari a 523,83 euro

Attenzione!�Chi andr� in pensione con Quota 102 o Quota 100 non potr� percepire redditi da lavoro dipendente o autonomo fino al raggiungimento dell’et� prevista per la pensione di vecchiaia (attualmente, 67 anni): all’assoluto divieto di cumulo durante il periodo di anticipo – pena la sospensione della pensione stessa – � comunque prevista�una deroga per il lavoro autonomo occasionale entro il limite annuale di 5.000 euro lordi.�Cos� come chiarito da INPS con il messaggio 54/2020, chi richiede la pensione in Quota 102 o Quota 100 deve dichiarare l’assenza o meno di redditi incumulabili, mediante la presentazione del modello AP140 in fase di domanda di pensione. Coloro che sono gi� titolari di pensione in Quota 102 o Quota 100 devono, invece, presentare il modello AP139 per dichiarare a preventivo o a consuntivo la percezione di redditi cumulabili o incumulabili con la pensione in Quota 102 o Quota 100.

LE NOVIT��2022

La Legge di Bilancio per il 2022 � nuovamente intervenuta sulla materia previdenziale, estendendo anche all’anno in corso alcuni istituti - come APE sociale e opzione donna - gi� prorogati per il 2022 dalla precedente manovra economico-finanziaria. Si descrivono quindi sinteticamente�di seguito alcune delle principali novit� introdotte dalla legge 234/2021.�

Per ulteriori approfondimenti si rimanda alle schede�Wikiprevidenza�dedicate.�

Proroga dell’APE sociale

Confermata anche per il 2022 la possibilit� di ricorrere�all’anticipo pensionistico mediante APE sociale, della quale vengono sostanzialmente conservate anche le principali caratteristiche.

In particolare,�l’APE sociale permette�a specifiche categorie di lavoratori�individuate dalla legge di ottenere, una volta raggiunti i 63 anni di et� e i 30 anni di contributi (36 per gli addetti alle mansioni gravose; previsto invece uno sconto fino a 2 anni per le lavoratrici madre), una sorta di assegno ponte fino alla maturazione dei requisiti necessari alla pensione di vecchiaia. Nel concreto, si traduce quindi in�una sorta di�sussidio di accompagnamento alla pensione�–�conditio sine qua non�� ovviamente la non titolarit� di alcuna pensione diretta – erogato dallo Stato a soggetti che si trovano in condizioni di particolare bisogno (disoccupati,�caregiver, invalidi civili e addetti a mansioni gravose) cos� come individuati dalla legge.�

Proroga di opzione donna�

Si tratta di un’opzione indirizzata, come suggerisce il nome stesso, alle sole donne, cui � concesso di accedere alla pensione con almeno 35 anni di contribuzione e 58 anni di et� se dipendenti in alternativa alle altre forme di pensionamento,�laddove i requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre 2021.�

Il perfezionamento del requisito contributivo implica l’esclusione della contribuzione figurativa accreditata per disoccupazione, malattia e/o prestazioni equivalenti. Non solo,�la�circolare 11/2019�specifica inoltre che alle lavoratrici madri che accedono al pensionamento tramite opzione donna non si applicano le agevolazioni previste dalla Legge Dini (articolo 1, comma 40, della legge n. 335 del 1995). In sostanza, per le pensioni contributive�non sono riconosciuti i contributi figurativi relativi ai periodi di assenza dal lavoro per motivi di educazione e assistenza dei figli fino al sesto anno di et� o di assistenza al coniuge e al genitore, oltre a non essere riconosciuto l’anticipo di quattro mesi per ciascun figlio, nel limite massimo di un anno.�

Prevista poi una finestra tra la maturazione dei requisiti e l’effettiva ricezione del proprio assegno pensionistico. Il tempo di attesa � pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti,�che diventano 18 mesi per le lavoratrici che hanno maturato contribuzione anche nella gestione artigiani e commercianti.�

Attenzione!�L’importo della pensione ottenuta con opzione donna viene�interamente calcolato con il metodo contributivo,�a prescindere da quando sono stati effettivamente versati i contributi (sistema misto o ex retributivo): nella maggior parte dei casi, ci� si traduce di fatto in una penalizzazione nell’importo dell’assegno pensionistico.�

Quando si può chiedere la pensione anticipata per motivi di salute?

Sono presenti ulteriori requisiti per accedere a questa forma di pensione. Per i soggetti con invalidità pari o superiore all'80% sono richiesti: 61 anni di età anagrafica e 20 anni di contributi, per gli uomini. 56 anni di età anagrafica di cui 20 di contributi, per le donne.

Come andare in pensione anticipatamente per malattia?

La domanda per andare in pensione anticipata per motivi di salute deve essere inviata in modalità digitale direttamente all'INPS. Prima di inoltrare questa richiesta è necessario aver ottenuto la certificazione medica del mod. SS3, certificante l'inabilità la lavoro, compilata dal proprio medico.

Chi ha diritto al prepensionamento?

Prepensionamento invalidi e Ape Sociale I soggetti invalidi possono chiedere il prepensionamento anche nel 2022, con percentuale di invalidità almeno al 74%. L'anzianità contributiva in questo caso deve essere almeno di 30 anni, e l'età di 63.

Quanta percentuale di invalidità per andare in pensione anticipata?

30 Aprile 2021 Il riconoscimento dello stato di invalidità e della percentuale di handicap, che non deve essere inferiore all'80% per poter accedere alla pensione anticipata, deve essere effettuato dall'INPS che valuta le specifiche attitudini, capacità e mansioni del lavoratore.