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(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.) DescrizioneLa saturazione di ossigeno è un indicatore della percentuale di emoglobina satura di ossigeno al momento della misura, ossia la frazione di globuli rossi nel sangue che stanno trasportando ossigeno verso gli organi e i diversi tessuti dell’organismo. Valori più bassi della norma sono causa di affanno e difficoltà respiratoria, perché la quantità di ossigeno circolante non risulta sufficiente alle necessità delle cellule.
Per un’introduzione generale si consiglia la visione del seguente video esplicativo (l’articolo continua subito sotto). InterpretazioneDi norma è possibile interpretare il risultato come segue:
Le possibili cause di ipossia da carenza di ossigeno nel sangue (ipossia ipossica) sono numerose, tra le più comuni ricordiamo:
Tra le cause circolatorie in grado di influenzare i valori ricordiamo infine:
I possibili sintomi con cui può manifestarsi ipossia sono:
Fattori che influenzano l'esameAl fine di ottenere una misurazione accurata è necessario tenere in considerazione numerose variabili fisiologiche, tra cui:
Dal punto di vista del paziente che procede alla misurazione domestica si può tradurre l’elenco nelle seguenti indicazioni:
Tra gli altri fattori in grado di interferire con la misurazione effettuata con apparecchi domestici ricordiamo:
Quando viene richiesto l'esameIl monitoraggio dei valori di saturazione d’ossigeno è importante sia in ambito domestico che in corso di emergenze sanitarie, dove viene usato per valutare rapidamente la necessità di ricorrere alla ventilazione assistita. La misura è inoltre essenziale anche per valutare l’efficacia delle terapie farmacologiche o di altri trattamenti intrapresi per riportare la saturazione di ossigeno a valori normali, o per curare la malattia sottostante (ad esempio broncodilatatori). Preparazione richiestaNon occorre alcuna preparazione. Altre informazioniSaturazione e COVID-19Diversi studi hanno mostrato l’importanza di monitorare l’ossigenazione del sangue nei pazienti con Covid-19, perché la carenza di ossigeno è un potenziale segnale di allarme legato allo sviluppo di una polmonite grave, ma questo non significa che sia utile ai fini della diagnosi d’infezione in assenza di altri sintomi o di esami positivi. Ciononostante è utile conoscere il concetto di happy ipossia, ossia una condizione in cui la saturazione del sangue è già a livelli inferiori alla norma, talvolta gravemente inferiori, pur non presentando ancora sintomi drammatici; una situazione relativamente comune in alcuni malati di COVID, che si manifesta poco prima di un improvviso peggioramento delle condizioni. A questo proposito alcuni autori suggeriscono che sarebbe più opportuno cercare assistenza in presenza di un costante andamento decrescente dei valori nella giornata, piuttosto che attendere un vero valore sotto la soglia di normalità. In un paziente con diagnosi di COVID, verificata o presunta, si consiglia quindi di procedere a regolari misurazioni ogni 8-12 ore. Terapia con l’ossigenoL’ossigeno è considerato un farmaco a tutti gli effetti. La concentrazione di ossigeno da somministrare attraverso cannula nasale o mascherina dipende dalla condizione da trattare (la somministrazione di concentrazioni di ossigeno inadeguate può avere conseguenze gravi o perfino fatali). L’ossigeno è verosimilmente il farmaco più usato nelle emergenze mediche. Dovrebbe essere inizialmente prescritto per raggiungere una saturazione di ossigeno normale o pressoché normale; nella maggioranza dei pazienti con patologie acute con biossido di carbonio arterioso (PaCO2) normale o basso, la saturazione di ossigeno dovrebbe ricadere nell’intervallo compreso tra 94% e 98%. Tuttavia, in alcune situazioni cliniche come l’arresto cardiaco e l’avvelenamento da monossido di carbonio, è più corretto cercare di ottenere la più alta saturazione di ossigeno possibile finché il paziente non sia stabile. Una saturazione di ossigeno tra 88% e 92% è invece indicata nei pazienti a rischio di insufficienza respiratoria con ipercapnia (valori alti di biossido di carbonio). La terapia con alte concentrazioni di ossigeno è sicura nei casi non complicati di
In tali condizioni la bassa pressione di ossigeno arterioso (PaO2) è in genere associata con biossido di carbonio (PaCO2) normale o basso; i rischi di ipoventilazione e conseguente accumulo del biossido di carbonio sono quindi ridotti. Nell’episodio di asma acuto e grave, il biossido di carbonio arterioso è in genere ridotto ma, via via che la crisi progredisce, può aumentare bruscamente (soprattutto nei bambini). Questi pazienti in genere hanno bisogno di alte concentrazioni di ossigeno e, se il biossido di carbonio arterioso rimane alto nonostante gli interventi terapeutici, bisognerà rapidamente prendere in considerazione la ventilazione a pressione positiva intermittente. La terapia con basse concentrazioni di ossigeno (ossigenoterapia controllata) è infine riservata ai pazienti a rischio di insufficienza respiratoria con ipercapnia, più probabile nei soggetti con:
Articoli ed approfondimenti
Link sponsorizzatiCosa indicano i numeri del saturimetro?I valori normali di ossigenazione (riportati come SpO2) vanno dal 97% in su - ma non sono preoccupanti valori fino a 94%, soprattutto in pazienti con note patologie polmonari.
Quanto devono essere i battiti cardiaci e la saturazione?La frequenza cardiaca è considerata normale se compresa tra 60 e 100 battiti al minuto. Tende ad aumentare quando aumenta la temperatura corporea a causa della febbre. La saturazione è considerata normale tra il 95% e il 100%. Valori al di sotto del 95% sono considerati bassi.
Come si leggono i valori sul saturimetro?Il funzionamento di questo strumento è molto semplice: basta accenderlo, inserire il dito fino in fondo, in modo che il led illumini la parte centrale dell'unghia, e attendere qualche secondo per le letture di saturazione ossigeno e frequenza cardiaca.
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