La pressione bassa porta mal di testa

I sintomi della pressione bassa possono presentarsi con: spossatezza, giramenti di testa, stanchezza, nausea, debolezza muscolare, vertigini vere e proprie, annebbiamento della vista, sudori freddi, svenimenti…

Il caldo, la predisposizione, la stanchezza, la disidratazione possono essere tra le cause della pressione bassa.

I valori capaci di provocare disturbi possono variare da persona a persona, ma si considera ipoteso chi ha una pressione sistolica inferiore ai 90 mmHg e una diastolica inferiore ai 60 mmHg.

Alcuni consigli per coloro che convivono con la pressione bassa o potrebbero avere un calo improvviso:

  • Idratarsi con acqua
  • Evitare le bevande alcoliche
  • Evitare pasti troppo abbondanti
  • Salare un po’ in più gli alimenti senza esagerare
  • Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde
  • Sdraiarsi a terra e sollevare le gambe se ci si accorge che la pressione si sta abbassando repentinamente.

Nella stagione calda chi ha già la pressione bassa dovrebbe aumentare l’assunzione di acqua e salare un po’ di più gli alimenti (senza esagerare); quando fa molto caldo è meglio evitare l’alcol, che aumenta la disidratazione corporea; in estate vestirsi più leggeri e non esporsi al sole nelle ore di maggior calore per evitare colpi di calore; evitare pasti troppo abbondanti e passare lentamente dalla posizione sdraiata a quella eretta; con l’arrivo del grande caldo per chi assume farmaci antipertensivi può essere utile ricalibrare la terapia insieme al proprio medico; se ci si rende conto che la pressione sta subendo un calo repentino, sdraiarsi a terra e sollevare le gambe.

La pressione bassa può essere anche il segnale di alcune malattie, come l’amiloidosi e disturbi che comportano una perdita di liquidi con le urine (per esempio il diabete mellito non ben controllato) o attraverso l’apparato gastrointestinale (diarrea, malattie intestinali infiammatorie croniche).

Quando la pressione bassa non è associata a particolari sintomi e non è spia di altre malattie non occorrono trattamenti specifici, possono bastare solo semplici accorgimenti. Se invece si sospettano cause specifiche, occorre individuarle e curarle e quindi risulta indispensabile rivolgersi ad uno specialista

Chi convive con una pressione pi� bassa della norma spesso non ha particolari disturbi, se non in alcune circostanze, per esempio quando fa molto caldo. Talvolta la pressione bassa causa disturbi poco specifici come mal di testa, stanchezza, nausea, debolezza muscolare. Quando si verifica una rapida riduzione della pressione, in genere compaiono altri disturbi come cute pallida, fredda e sudata, annebbiamento della vista, alterazioni dell’equilibrio, svenimento (sincope).

Cosa s’intende per pressione bassa

Ipotensione è il termine specialistico usato per indicare la pressione bassa: la pressione è la forza che il sangue pompato dal cuore esercita contro le pareti delle arterie.

Quando si misura la pressione si ottengono due valori: la pressione sistolica e quella diastolica.

  • La pressione sistolica (la massima) è quella misurata in corrispondenza del battito del cuore che pompa il sangue in tutto l’organismo.
  • La pressione diastolica (la minima), invece, è quella misurata tra un battito e l’altro, quando il cuore è a riposo.

Nella maggior parte dei casi nelle misurazioni della pressione il valore della pressione sistolica è scritto sopra o prima di quello della pressione diastolica, come ad esempio in 120/80 mmHg (l’unità di misura della pressione sono i mmHg, cioè i millimetri di mercurio).

La pressione degli adulti, per essere considerata normale, deve essere inferiore ai 120/80 mmHg, si può parlare di ipotensione quando la pressione è inferiore ai 90/60 mmHg.

La pressione varia nel corso della giornata secondo i ritmi circadiani, diminuisce quando dormiamo e aumenta quando ci svegliamo, ma può anche aumentare in situazioni di eccitazione o nervosismo oppure durante l’attività fisica.

L’organismo è estremamente sensibile ai cambi di pressione: speciali cellule che si trovano nelle arterie sono in grado di avvertire se la pressione aumenta o diminuisce e possono indurre l’organismo a riportarla alla normalità. Se ci si alza troppo in fretta, ad esempio, la pressione può abbassarsi bruscamente e la visione diventa offuscata, ma queste cellule avvertono la diminuzione e subito si attivano affinché il sangue continui ad affluire al cervello, ai reni e agli altri organi principali.

La maggior parte delle forme di pressione bassa si sviluppa perché l’organismo non è in grado di riportare la pressione alla normalità, oppure perché non agisce abbastanza rapidamente in tal senso. Alcuni pazienti hanno sempre la pressione bassa, non manifestano alcun sintomo e l’ipotensione per loro è una situazione normale. In altre persone, invece, l’abbassamento della pressione è brusco e può essere causato da determinati diversi fattori o patologie.

Si noti tuttavia che, nella maggior parte dei pazienti, l’ipotensione diventa fonte di preoccupazione solo se provoca sintomi come

  • vertigini,
  • svenimento
  • o, in casi estremi, shock.

La pressione bassa porta mal di testa

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Cause

Esistono diverse forme di ipotensione, per esempio chi ha sempre e fisiologicamente la pressione bassa è affetto da ipotensione cronica asintomatica: non presenta alcun sintomo e non deve ricorrere ad alcuna terapia, perché la pressione bassa è una condizione normale.

Molti fattori intervengono influenzando i valori di pressione, tra cui:

  • ritmi circadiani (la pressione del corpo è di norma più bassa durante la notte, mentre si dorme; inizia ad aumentare poche ore prima del risveglio e la tendenza continua fino al primo pomeriggio circa);
  • stress (in caso di forti emozioni, preoccupazioni, … la pressione può aumentare, durante periodi di rilassamento tende invece a diminuire);
  • esercizio fisico (l’attività fisica è causa di aumento durante la pratica, ma con il continuo allenamento tenderà ad assumere valori più bassi a riposo);
  • temperatura esterna (il caldo abbassa la pressione, spesso anche in modo molto significativo);
  • pasti (durante la digestione la pressione diventa più bassa, perché il sangue si accumula a livello dell’apparato digerente).

Altri tipi di ipotensione, invece, si manifestano solo saltuariamente, quando la pressione si abbassa all’improvviso: i sintomi e le conseguenze sull’organismo possono essere lievi oppure molto gravi.

I tre tipi principali di ipotensione che ricadono in questa categoria sono:

  1. ipotensione ortostatica,
  2. ipotensione neuronale mediata,
  3. ipotensione grave legata allo shock.

L’ipotensione può colpire chiunque, a qualsiasi età, tuttavia determinate fasce sono maggiormente a rischio di soffrire di certi tipi di ipotensione.

  • Gli anziani hanno maggiori probabilità di soffrire di ipotensione ortostatica e postprandiale (dopo i pasti). I bambini e i giovani, invece, sono più soggetti all’ipotensione neuronale mediata.
  • Chi assume determinati farmaci, ad esempio gli antiipertensivi, soffre più facilmente di pressione bassa. Lo stesso discorso vale per chi è affetto da patologie a carico del sistema nervoso centrale (come il morbo di Parkinson) o da specifiche patologie cardiache.
  • Tra gli altri fattori di rischio per l’ipotensione ricordiamo l’immobilità protratta e la gravidanza. L’ipotensione durante la gravidanza è normale e di solito scompare dopo il parto.

Ipotensione ortostatica

Questa forma di ipotensione si verifica quando ci si alza dopo che si è rimasti seduti o sdraiati, i sintomi principali sono

  • vertigini,
  • capogiro,
  • o addirittura svenimento.

L’ipotensione ortostatica si verifica quando l’organismo non è in grado di modificare la pressione abbastanza in fretta per rimediare al cambiamento di posizione; questo tipo di disturbo di solito dura solo per alcuni secondi o minuti dopo che ci si è alzati, può essere necessario sedersi o sdraiarsi per un po’ mentre la pressione ritorna alla normalità.

L’ipotensione ortostatica può colpire chiunque, tuttavia è più frequente tra gli anziani, soprattutto tra quelli più deboli o non in buona salute. Può essere sintomo di altri problemi di salute e le terapie spesso mirano a curare il o i disturbi che la provocano.

Alcuni pazienti che soffrono di ipotensione ortostatica, soffrono contemporaneamente anche di ipertensione (pressione alta) quando sono in posizione sdraiata.

Un’altra forma di ipotensione ortostatica, detta ipotensione postprandiale, consiste nel brusco calo della pressione dopo i pasti: questo tipo di ipertensione colpisce soprattutto gli anziani oppure chi soffre di ipertensione o di disturbi del sistema nervoso centrale, come il morbo di Parkinson. Dopo un pasto l’intestino richiama una grande quantità di sangue per la digestione e, se la frequenza cardiaca non aumenta a sufficienza per mantenere la pressione sanguigna, questa può diminuire fino a causare sintomi.

Cause dell’ipotensione ortostatica

L’ipotensione ortostatica ha molte potenziali cause, ma spesso all’origine di questo disturbo c’è una combinazione di due o più fattori.

  • La disidratazione è la causa più frequente di ipotensione ortostatica: la disidratazione si verifica quando l’organismo perde più acqua di quella che assume. Ci si può disidratare quando non si assumono liquidi a sufficienza, oppure quando si suda molto durante l’attività fisica. Anche la febbre, il vomito e la diarrea intensa possono provocare la disidratazione.
  • L’ipotensione ortostatica può comparire anche durante la gravidanza, ma di solito scompare dopo il parto.
  • Invecchiando l’organismo non riesce più a gestire rapidamente i cambiamenti di pressione, quindi anche l’invecchiamento può provocare questo tipo di ipotensione.

Anche alcune patologie possono far aumentare il rischio di ipotensione ortostatica, tra di esse ricordiamo:

  • patologie cardiache, ad esempio: infarto, disturbi a carico delle valvole cardiache, bradicardia (frequenza cardiaca molto bassa) ed insufficienza cardiaca. Questi disturbi impediscono al cuore di pompare sangue a sufficienza a tutto l’organismo;
  • anemia,
  • infezioni gravi,
  • disturbi endocrini, ad esempio: patologie della tiroide, morbo di Addison, ipoglicemia e diabete,
  • disturbi del sistema nervoso centrale, come il morbo di Parkinson,
  • embolia polmonare.

Alcuni farmaci usati per la terapia dell’ipertensione e dei disturbi cardiaci possono far aumentare il rischio di ipotensione ortostatica. Tra di essi ricordiamo:

  • diuretici,
  • calcio-antagonisti,
  • ACE inibitori (inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina),
  • antagonisti del recettore per l’angiotensina II,
  • nitrati,
  • betabloccanti.

Anche i farmaci usati per la terapia dei disturbi come l’ansia, la depressione, la disfunzione erettile e i disturbi del sistema nervoso centrale (come il morbo di Parkinson) possono far aumentare il rischio di ipotensione ortostatica.

Altre sostanze, se assunte contestualmente ai farmaci contro l’ipertensione, possono provocare l’ipotensione ortostatica. Tra di esse ricordiamo:

  • l’alcol,
  • i barbiturici,
  • alcuni farmaci, con o senza obbligo di prescrizione.

Tra le altre possibile cause dell’ipotensione ortostatica ricordiamo infine la permanenza protratta in luoghi caldi o l’immobilità protratta.

Per approfondire si rimanda alla scheda dedicata all’ipotensione ortostatica.

Ipotensione neuronale mediata

L’ipotensione neuronale mediata si verifica quando il cervello e il cuore non riescono a comunicare correttamente; se si sta a lungo in piedi, ad esempio, il sangue inizia a ristagnare nelle gambe e quindi la pressione si abbassa. Nel paziente affetto da ipotensione neuronale mediata l’organismo commette un errore, perché comunica al cervello che la pressione è alta. Per reazione, il cervello rallenta il battito cardiaco e in questo modo la pressione diminuisce ancora di più, provocando:

  • capogiro,
  • svenimento,
  • mal di stomaco.

Questo tipo di ipotensione può anche svilupparsi in seguito ad esperienze spiacevoli, sconvolgenti o ad un forte spavento.

L’ipotensione neuronale mediata colpisce con maggior frequenza i bambini e i giovani rispetto alle altre fasce di età: i bambini, nella maggior parte dei casi, guariscono completamente.

Ipotensione grave legata allo shock

Normalmente si dice che “si è sotto shock” a seguito di un evento sconvolgente, per i medici, invece, la parola shock ha un significato diverso.

Lo shock è una situazione pericolosissima in cui la pressione si abbassa così tanto che cervello, reni e altri organi vitali non ricevono abbastanza sangue per funzionare correttamente. In caso di shock la pressione si abbassa molto di più che nelle altre forme di ipotensione.

Lo shock è una situazione di emergenza e, come tale, deve essere curato con la massima tempestività: se qualcuno manifesta i sintomi dello shock occorre chiamare immediatamente il 118.

Quando la causa è un’infezione grave si parla di shock settico, situazione durante la quale i batteri responsabili possono entrare in circolo e rilasciare una tossina (sostanza velenosa) in grado di provocare una drastica diminuzione della pressione sanguigna.

Lo shock può anche essere provocato da una consistente perdita di liquidi, questa situazione è detta shock ipovolemico e può essere causata da:

  • grave emorragia esterna (causata, ad esempio, da un taglio o da una ferita profonda),
  • grave emorragia interna (causata, ad esempio, dalla rottura di un vaso sanguigno o da lesioni che provocano emorragie all’interno dell’organismo),
  • grave perdita di liquidi dovuta a ustioni profonde,
  • forte dilatazione del pancreas (organo che produce enzimi e ormoni, come l’insulina),
  • grave dissenteria,
  • gravi patologie renali,
  • abuso di diuretici.

Lo shock può essere causato da una grave diminuzione della capacità del cuore di pompare il sangue, in questo caso si parla di shock cardiogeno e può essere causato da un infarto, da un’embolia polmonare o dall’aritmia (irregolarità del battito cardiaco).

Un’altra causa possibile è la dilatazione improvvisa delle arterie, che fa diminuire bruscamente la pressione. In questo caso si parla di shock vasodilatatorio che può essere causato da:

  • gravi lesioni alla testa,
  • reazione a determinati farmaci,
  • insufficienza epatica,
  • avvelenamento,
  • shock anafilattico (complicazione di una grave reazione allergica).

Gravidanza

Soffrire di pressione bassa in gravidanza è un’eventualità piuttosto comune e, nella maggior parte dei casi, i valori rientreranno nella normalità a seguito del parto.

A meno di casi particolari non si rilevano rischi per il feto, mentre nella mamma l’ipotensione potrebbe peggiorare un po’ i sintomi come la stanchezza e la debolezza; le cause vanno cercate principalmente nelle variazioni ormonali e nei cambiamenti circolatori (tra cui la circolazione placentare) cui va incontro l’organismo, soprattutto nei primi due trimestri (24 settimane).

Cosa fare?

Nel complesso valgono i rimedi che vedremo nell’apposito paragrafo per la popolazione generale, ma è bene sottolineare che una donna incinta, soprattutto in epoca già avanzata, non dovrebbe dormire sulla schiena, perché questa posizione il peso dell’addome va a gravare interamente sulla vena cava, sull’aorta e sull’intestino, rendendo più difficoltà la circolazione ed abbassando ulteriormente la pressione.

Sintomi

Se la pressione sanguigna del paziente è naturalmente bassa, è improbabile che si manifestino sintomi o che sia necessario un trattamento. Diversamente i sintomi tipici della pressione bassa sono:

  • vertigini o capogiri,
  • senso di instabilità,
  • svenimento,
  • visione offuscata,
  • palpitazioni,
  • confusione,
  • nausea,
  • debolezza e stanchezza generale.

In questi casi si consiglia di interrompere eventuali attività in corso, sedersi e magari bere un po’ di acqua; a meno di problemi di fondo i sintomi dovrebbero risolversi entro qualche secondo o poco più. Non è in genere utile né consigliabile assumere zuccheri, a meno di ipoglicemia diabetica, che potrebbero causare un’ipoglicemia reattiva dopo qualche minuto andando a peggiorare i disturbi.

Ipotensione ortostatica

I sintomi dell’ipotensione ortostatica possono verificarsi alcuni secondi o minuti dopo che ci si è alzati in piedi provenendo da posizione seduta o sdraiata, ci si può sentire sul punto di svenire oppure si può svenire realmente. Tra i sintomi ricordiamo:

  • capogiro o vertigini,
  • visione confusa,
  • confusione,
  • debolezza,
  • nausea (mal di stomaco).

I sintomi scompaiono se ci si siede o ci si sdraia per alcuni minuti, permettendo così alla pressione di ritornare alla normalità.

Ipotensione neuronale mediata

I sintomi dell’ipotensione neuronale mediata sono simili a quelli dell’ipotensione ortostatica, compaiono dopo che si è rimasti in piedi a lungo oppure come reazione a un’esperienza spiacevole, triste o terrorizzante.

Il calo di pressione, in questo caso, non dura a lungo e spesso scompare dopo che si è rimasti seduti per un po’.

Ipotensione grave legata allo shock

Durante lo shock, il sangue non giunge a sufficienza agli organi vitali, ad esempio al cervello; tra i primi sintomi della diminuzione del flusso di sangue diretto al cervello troviamo

  • capogiro,
  • sonnolenza,
  • confusione.

Nelle primissime fasi dello shock, può essere difficile riconoscere e associare correttamente i sintomi, per esempio negli anziani il primo e unico sintomo può essere la confusione.

Con il passare dei minuti il paziente non è più in grado di alzarsi in piedi senza svenire. Se lo shock continua, si verificherà la perdita di conoscenza. Lo shock può provocare il decesso del paziente, se non si interviene con tempestività.

Gli altri sintomi dello shock variano a seconda della causa, ad esempio se lo shock è provocato dalla perdita di sangue (causata ad esempio da una grave emorragia) o dall’incapacità del cuore di pompare il sangue (ad esempio dovuta all’insufficienza cardiaca):

  • la pelle si raffredda, assumendo un colorito bluastro o diventando pallida.
  • Si inizia a sudare.
  • Se si preme sulla pelle il colore ritorna normale più lentamente del solito.
  • Diventano visibili le vene sottopelle.
  • Il battito è debole e rapido.
  • Il paziente inizia ad ansimare.

Se i vasi sanguigni si dilatano o si restringono molto a causa dello shock (ad esempio durante lo shock settico), il paziente all’inizio si sente accaldato e ha delle vampate di calore. In un secondo momento, la pelle diventa fredda e umidiccia e il paziente avverte un’improvvisa sonnolenza.

Lo shock è una situazione di emergenza, e deve essere curato con tempestività. Se qualcuno presenta i sintomi dello shock, occorre chiamare immediatamente il 118.

Convivere con la pressione bassa

I medici, nella maggior parte dei casi, possono curare efficacemente la pressione bassa e molti pazienti affetti da questo disturbo conducono una vita normale.

Se soffrite di ipotensione è possibile prendere provvedimenti per prevenire i sintomi, ad esempio il capogiro e lo svenimento.

  • Se soffrite di ipotensione ortostatica cercate di alzarvi lentamente dopo che siete stati seduti o sdraiati.
  • Se soffrite di ipotensione postprandiale (una forma di ipotensione ortostatica) fate pasti leggeri a basso contenuto di carboidrati.
  • Se soffrite di ipotensione neuronale mediata cercate di non stare in piedi troppo a lungo; inoltre cercate di bere molto e di evitare le situazioni spiacevoli o che potrebbero scatenare ansia o timore. Imparate a riconoscere i sintomi e prendete tutti i provvedimenti necessari per aumentare la pressione.
  • I bambini affetti da ipotensione neuronale mediata nella maggior parte dei casi guariscono spontaneamente.

Chiedete al vostro medico di insegnarvi a misurare la pressione da soli, in questo modo potrete scoprire in totale autonomia quali sono i vostri valori normali. Anche tenere un diario delle misurazioni della pressione effettuate dal medico può aiutarvi a scoprire qualcosa in più sulla vostra pressione.

Prognosi

Nelle persone sane una pressione bassa, se questa non è causa di sintomi particolari, di solito non è un problema e non deve essere curata; nel caso in cui l’ipotensione provochi disturbi il medico cercherà di diagnosticare e curare la causa che ne è all’origine.

L’ipotensione, comunque, non va sottovalutata perché può essere pericolosa:

  • il paziente può cadere a causa delle vertigini e degli svenimenti,
  • lo shock, una grave forma di ipotensione, spesso è fatale, se non viene curato con tempestività. Con una terapia tempestiva e adeguata, lo shock può essere curato efficacemente.

Diagnosi

La pressione bassa è diagnosticata basandosi su

  • anamnesi (raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente, come stato di salute, sintomi, altre malattie, famigliarità, …),
  • visita,
  • risultati degli esami (misurazione della pressione, esami del sangue, …).

Obiettivo della diagnosi è individuare con certezza

  • il tipo di ipotensione di cui soffrite e la sua gravità,
  • se l’ipotensione è causata da una patologia.

Percorso diagnostico e terapeutico dell’ipotensione possono essere condotti dal medico curante oppure da uno specialista, che sarebbe eventualmente sarete il cardiologo (esperto di patologie cardiache).

In determinate circostante possono essere coinvolti anche altri specialisti, ad esempio:

  • chirurgo,
  • nefrologo (esperto di patologie renali),
  • neurologo (esperto di malattie del cervello e dei nervi)
  • altri.

Esami diagnostici

Se il paziente è sotto shock è necessario chiamare immediatamente il 118 per una terapia d’urgenza. Per gli altri tipi di pressione bassa, il medico può prescrivervi degli esami per scoprire la risposta della pressione in determinate situazioni. I risultati aiuteranno il medico a capire la causa degli svenimenti o degli altri sintomi.

Analisi del sangue

Durante l’esame del sangue vi viene prelevato un piccolo campione di sangue, di solito da una vena del braccio, usando un ago sottile. Il prelievo è veloce e semplice, ma può causare un disagio temporaneo.

Gli esami del sangue possono aiutare a capire se l’ipotensione è per esempio causata da

  • anemia
    • emocromo, che comprende tra l’altro globuli rossi, emoglobina, ematocrito
    • sideremia e ferritina
    • vitamina B12 e folati
  • ipoglicemia
    • glicemia ed emoglobina glicata

Elettrocardiogramma (ECG)

L’elettrocardiogramma è un semplice esame che registra l’attività elettrica del cuore. Visualizza la frequenza cardiaca, determinandone le eventuali irregolarità, e registra la forza e la frequenza dei segnali elettrici che attraversano le singole parti del cuore.

Holter ed event monitor

Il monitor Holter e l’event monitor sono dispositivi che registrano l’attività elettrica del cuore, la modalità diagnostica è simile all’elettrocardiogramma, però l’ECG standard registra il battito solo per alcuni secondi e quindi non è in grado di individuare le irregolarità del battito che si presentano in momenti diversi dall’esame.

Il monitor Holter e l’event monitor sono piccoli dispositivi portatili, li si può indossare durante le normali attività e permettono di registrare il battito cardiaco per un tempo maggiore rispetto all’elettrocardiogramma standard.

Ecocardiografia

L’ecocardiografia è un esame che usa le onde sonore per creare un’immagine in movimento del cuore: l’immagine visualizza funzionamento, dimensioni e forma del cuore, evidenziando eventuali anomalie.

Esistono diversi tipi di ecocardiografia, tra cui ricordiamo l’ecocardiografia da sforzo, eseguita come parte della prova da sforzo. L’ecocardiografia da sforzo di solito viene prescritta per scoprire un’eventuale diminuzione del flusso di sangue diretto verso il cuore, che può essere sintomo di una coronaropatia.

Prova da sforzo

Alcuni problemi cardiaci sono più facili da diagnosticare se il cuore lavora a pieno regime e la frequenza cardiaca è molto alta. Durante la prova da sforzo si fanno alcuni semplici esercizi (oppure sono somministrati dei farmaci, se non si possono eseguire gli esercizi) per aumentare l’attività e la frequenza cardiaca e, contestualmente, viene monitorato il battito cardiaco con speciali esami.

Manovra di Valsalva

Si tratta di un semplice esame che accerta il funzionamento della parte del sistema nervoso centrale deputata al controllo del battito cardiaco e dell’allargamento e restringimento dei vasi sanguigni. Un eventuale malfunzionamento può provocare problemi di pressione. Durante la manovra di Valsava vi verrà richiesto di fare un respiro profondo e poi di espirare forzatamente con la bocca, per alcune volte; nel frattempo vengono controllate la frequenza cardiaca e la pressione.

Tilt test

Quest’esame è effettuato se il paziente è già svenuto diverse volte per cause sconosciute. Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino reclinabile, dalla posizione orizzontale a quella verticale. Il medico controlla la reazione al cambiamento di posizione.

Il tilt test è usato per diagnosticare l’ipotensione ortostatica e l’ipotensione neuronale mediata, chi soffre di ipotensione neuronale mediata, infatti, nella maggior parte dei casi sverrà durante l’esame. L’esame, inoltre, può aiutare i medici a diagnosticare eventuali patologie cerebrali o nervose che causano la pressione bassa.

Cura e terapia

Nei pazienti sani, l’ipotensione asintomatica di solito non richiede alcuna terapia.

La terapia dipende dal tipo di ipotensione di cui soffrite e dalla gravità dei sintomi, lo scopo è quello di alleviare i sintomi e di gestire le eventuali patologie che provocano la pressione bassa.

La reazione alla terapia dipende dall’età, dalla forza e dallo stato di salute generale del paziente, ma anche dalla facilità con cui si inizia, si termina o si è in grado di modificare la terapia farmacologica.

Se si presentano i sintomi della pressione bassa vi consigliamo di sedervi o di sdraiarvi il prima possibile e di portare i piedi in alto, sopra il livello del cuore. Se i sintomi non scompaiono entro un tempo ragionevole, è opportuno recarsi immediatamente al pronto soccorso.

Ipotensione ortostatica

Per l’ipotensione ortostatica si può ricorrere a diverse terapie, se soffrite di questo tipo di pressione bassa il medico vi potrà consigliare di modificare il vostro stile di vita, ad esempio così:

  • bevete molti liquidi, e soprattutto molta acqua,
  • abolite o diminuite il consumo di alcolici,
  • quando vi alzate, fatelo lentamente,
  • non accavallate le gambe quando state seduti,
  • se dovete rimanere a lungo immobili a causa di un problema di salute, non alzatevi di scatto, ma iniziate con gradualità a sedervi,
  • se soffrite di ipotensione postprandiale, fate pasti leggeri a basso contenuto di carboidrati (soprattutto se raffinati).

Chiedete al vostro medico se sia opportuno usare le calze elastiche, queste comprimono leggermente la parte bassa delle gambe e facilitano la circolazione.

Se la pressione bassa è causata dall’assunzione di farmaci il vostro medico può cambiare il farmaco oppure la dose.

Per curare l’ipotensione ortostatica è possibile assumere alcuni farmaci in grado di aumentare la pressione.

Ipotensione neuronale mediata

Se soffrite di ipotensione neuronale mediata può essere necessario modificare il vostro stile di vita, vi consigliamo ad esempio di:

  • evitare le situazioni che provocano i sintomi, ad esempio lo stare in piedi per periodi protratti. Cercate anche di evitare le situazioni spiacevoli, sgradevoli o che generano timore o ansia.
  • Bere molti liquidi, e soprattutto molta acqua.
  • Aumentare la quantità di sale nella dieta solo ed esclusivamente se avvallato dal medico .
  • Imparare a riconoscere i sintomi che precedono lo svenimento e prendere le dovute contromisure per aumentare la pressione, ad esempio sedersi e mettere la testa tra le ginocchia può essere utile per aumentare la pressione.

Se la pressione bassa è causata dai farmaci il medico può prescrivervi un medicinale alternativo o adeguare la dose, inoltre può prescrivere un farmaco per curare l’ipotensione neuronale mediata.

I bambini affetti da ipotensione neuronale mediata nella maggior parte dei casi guariscono completamente.

Ipotensione grave legata allo shock

Lo shock è una situazione molto pericolosa che può mettere in pericolo la vita del paziente, chi è sotto shock di solito deve recarsi in ospedale o al pronto soccorso. Se qualcuno manifesta i sintomi dello shock occorre chiamare il 118 il prima possibile.

Gli scopi della terapia dello shock sono:

  • ripristinare nel minor tempo possibile la circolazione diretta agli organi vitali, per impedire che subiscano danni,
  • scoprire la causa dello shock e risolverla.

Per ripristinare la circolazione diretta verso gli organi vitali spesso occorre una trasfusione di sangue o di liquidi e possono essere usati farmaci in grado di aumentare la pressione o di rafforzare il battito cardiaco.

A seconda della causa dello shock può essere necessario ricorrere ad altre terapie, ad esempio antibiotiche o chirurgiche.

Fonti e bibliografia

  • NIH

Come ti senti quando hai la pressione bassa?

Se la pressione bassa si associa a sintomi come vertigini, giramento di testa, stordimento, debolezza o sensazione di svenimento è opportuno fare riferimento al proprio medico.

Cosa prendere per mal di testa con pressione bassa?

L'assunzione di magnesio e potassio è indispensabile per il nostro organismo durante tutto l'anno ma in caso di pressione bassa e mal di testa può essere potenziata incrementando il consumo dei cibi che contengono questi minerali come albicocche (anche secche), patate, banane o mandorle oppure assumendo prodotti ...

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Cosa succede se si ha la pressione troppo bassa?

Complicazioni. Forme lievi di ipotensione arteriosa possono causare vertigini, debolezza, svenimento e rischio di infortuni e traumi in seguito a cadute. Le forme gravi possono privare il corpo dell'ossigeno necessario per svolgere le sue normali funzioni, causando un danno al cuore e al cervello.