Effettuare la liquidazione periodica IVA significa determinare l’IVA che l’impresa deve versare per il periodo di riferimento o l’IVA a credito. Show
L’IVA deve essere liquidata mensilmente tuttavia, qualora non venga superato un determinato volume d’affari è possibile optare per la liquidazione trimestrale dell’IVA. In questo caso, oltre all’imposta a debito, deve essere versato l’interesse dell’1%. Possono optare per la liquidazione trimestrale dell’IVA:
Vediamo come le imprese in contabilità ordinaria devono registrare la liquidazione periodica IVA. La prima operazione da effettuare è quella di stornare i conti IVA C/VENDITE e IVA C/ACQUISTI al conto ERARIO C/IVA. Ipotizziamo la seguente situazione.
La scrittura in P.D. da redigere è la seguente:
Il conto ERARIO C/IVA evidenzia un debito di 2.000 euro relativo al periodo. A questo punto occorre rilevare il versamento dell’IVA. Se l’impresa liquida l’IVA mensilmente essa deve versare 2.000 euro e la scrittura da redigere è la seguente:
Se l’impresa liquida l’IVA trimestralmente essa deve versare 2.000 euro, più l’interesse dell’1% pari a 20 euro. Gli interessi pagati sulle liquidazioni trimestrali IVA non sono deducibili nel calcolo delle imposte sul reddito. La liquidazione IVA è l’operazione che i soggetti passivi IVA effettuano mensilmente o trimestralmente per determinare il debito o il credito d’imposta, rispettivamente da versare all’erario o da riportare al periodo successivo. Prima di passare alla guida analitica, con esempi pratici di liquidazione dell’IVA vediamo in cosa consiste e come si eseguono le operazioni di acquisto e di vendita da cui scaturisce l’IVA a credito e a debito. Indice dei contenuti Liquidazione IVA: operazioni di acquisto e di venditaI contribuenti effettuano operazioni di acquisto e operazioni di vendita. Attraverso gli acquisti si genera un credito IVA. Nel momento in cui infatti un’azienda acquista e poi paga la merce acquistata, essa corrisponde al fornitore:
Le operazioni di vendita invece generano un debito IVA. Quando l’azienda vende i propri beni o servizi, al momento dell’incasso essa riceve:
Con la liquidazione IVA, quindi, l’azienda calcola tutta l’IVA a credito, derivante dalle operazioni di acquisto facendo riferimento alle fatture ricevute dai fornitori, e tutta l’IVA a debito, derivante dalle operazioni di vendita facendo riferimento alle fatture emesse ai clienti. Se prevale il debito IVA, l’azienda procederà al versamento alle casse dello Stato; se invece prevale il credito IVA, non si richiederà il rimborso allo Stato ma si riporterà il credito generato in quel mese al mese successivo, sommandolo al credito derivante dagli acquisti. Leggi anche: Partita Iva: cos’è, a cosa serve, come aprire. Guida aggiornata Per procedere al calcolo di cui al paragrafo precedente, l’azienda deve consultare, per gli incassi, il registro delle vendite o il registro dei corrispettivi/fatture e, per le vendite, il registro degli acquisti. Facciamo un esempio pratico. Nel mese di gennaio 2020 l’azienda X ha:
Innanzitutto dobbiamo calcolare la liquidazione IVA e capire quindi se l’ azienda ha maturato un debito o un credito IVA nel mese di gennaio 2020, e se dovrà quindi effettuare o meno un versamento allo Stato. Per prima cosa dobbiamo calcolare il valore dell’IVA derivante dagli acquisti – quindi l’IVA a credito – e quella derivante dalle vendite, quindi l’IVA a debito. Per calcolare l’IVA a credito dobbiamo moltiplicare l’imponibile (17.000 euro) per il 22%:
Allo stesso modo calcoliamo l’IVA a debito moltiplicando la base imponibile (13.000 euro) per il 22%:
Tra IVA a credito e IVA a debito prevale la prima e, dunque, l’azienda non dovrà fare alcun versamento, vantando nei confronti dell’erario un credito pari alla differenza tra i due valori trovati sopra, ovvero:
Quindi l’azienda non chiederà il rimborso dell’IVA allo Stato, ma sommerà 880 euro al credito del mese successivo (mese di febbraio). Liquidazione IVA, esempio numero 2Facciamo ancora un altro esempio. Nel mese di marzo 2020 l’azienda X ha:
Anche in questo caso dobbiamo calcolare l’IVA debito e l’IVA a credito. Per calcolare l’IVA a credito dobbiamo moltiplicare l’imponibile (22.000 euro) per il 22%:
Allo stesso modo calcoliamo l’IVA a debito moltiplicando la base imponibile (31.000 euro) per il 22%:
In questo secondo caso, tra IVA a credito e IVA a debito prevale la seconda e, dunque, l’azienda dovrà per forza procedere al pagamento dell’IVA: non verserà 6.820 euro, ma – per saldare il suo debito IVA – verserà all’erario la differenza tra l’IVA degli acquisti e l’IVA delle vendite, pari ad euro 1.980. 6.820 – 4.840 = 1.980 euro E’ quindi necessario distinguere due momenti:
La liquidazione prevede la determinazione dell’importo dovuto e si realizza sottraendo l’IVA a credito dall’IVA a debito. Poi, nel caso in cui l’IVA a debito superi quella a credito, sarà necessario versare quanto dovuto all’erario. Come versare l’IVA e chi sono i soggetti obbligatiA seguito dell’innalzamento delle soglie di accesso al regime di contabilità semplificata, l’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 15/E del 13 febbraio 2012, ha chiarito l’ambito di applicazione dell’articolo 14, comma 11, della Legge n. 183/2011 (cosiddetta legge di stabilità 2012) che prevede che “i limiti per la liquidazione trimestrale dell’Iva sono i medesimi di quelli fissati per il regime di contabilità semplificata”. Ai fini della determinazione dei limiti di 400 mila euro (per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi e per gli esercenti arti e professioni) e 700 mila euro (per le imprese aventi per oggetto altre attività) che consentono ai contribuenti IVA di effettuare le liquidazioni con periodicità trimestrale, continua a rilevare esclusivamente il parametro del volume d’affari e non l’ammontare dei ricavi. Questi contribuenti tuttavia possono comunque optare in alternativa per il versamento mensile. Se optano però per il versamento trimestrale dovranno versare, in aggiunta all’imposta, una maggiorazione pari all’1% di interessi. La scadenza del versamento invece è mensile per i contribuenti in regime ordinario. Solo una categoria di contribuenti, indipendentemente dai ricavi dell’anno precedente, deve eseguire le liquidazioni periodiche ed i versamenti con periodicità trimestrale: gli esercenti impianti di distribuzione di carburante per uso autotrazione e gli autotrasportatori di cose per conto terzi iscritti nell’apposito all’albo di cui alla Legge 6/6/74 n. 298. Sono invece esonerati dal calcolo della liquidazione IVA, e dagli obblighi connessi, i contribuenti in regime forfettario. Scadenze liquidazione IVALa scadenza per il pagamento per la liquidazione mensile è il 16 di ogni mese, mentre per quella trimestrale è il 16 di due mesi dopo la fine del trimestre. Per cui le scadenze sono le seguenti:
Se il giorno di scadenza è sabato o un giorno festivo la scadenza è spostata fino al primo giorno non festivo. Il pagamento deve essere effettuato tramite
modello f24 (codici tributo dal 6001 al 6013 per i contribuenti mensili e dal 6031 al 6034 per i contribuenti trimestrali). Il progetto “Precompilata Iva” dell’Agenzia delle EntrateIl 13 settembre 2021 l’Agenzia ha reso noto il comunicato stampa con cui ha reso disponibili i registri IVA precompilati per due milioni di contribuenti, che li possono consultare all’interno del portale Fatture e corrispettivi validando o modificando i dati delle operazioni effettuate dal 1 luglio 2021, compiendo quindi un passo avanti per la digitalizzazione anche dell’adempimento relativo alla liquidazione IVA. Argomenti⭐️ Segui Lavoro e Diritti su Google News, Facebook, Twitter o via email Dove va l'IVA a debito?L'iva riscossa da vendite o servizi è definita “a debito” in quanto deve essere riversata all'Erario. L'iva pagata sugli acquisti è invece definita “a credito” in quanto viene pagata a un altro soggetto passivo (fornitore), che a sua volta è obbligato a versarla all'Erario.
Come funziona IVA a credito ea debito?L'IVA da versare allo Stato è la differenza tra IVA a debito e IVA a credito. L'IVA a debito è quella riscossa sulle vendite che il dettagliante deve scorporare dall'importo delle vendite. L'IVA a credito è quella pagata sugli acquisti che si calcola applicando l'aliquota all'importo degli acquisti.
Come si registra credito IVA?Esempio: Se il credito di Dicembre è di € 1.000,00, è necessario registrare il giroconto per riportare questo importo dal conto “Erario c/iva periodo precedente” , indicato sul conto di sistema “Liquidazione IVA periodo precedente (saldo)” , al conto Erario c/iva anno precedente.
Dove va l'IVA a credito in bilancio?L'importo di credito iva che si intende compensare, va iscritto nella previsione di bilancio, al titolo III, categoria 5. In bilancio si iscrive l'importo che sarà compensato e non l'importo di credito maturato, che viceversa, se non sarà oggetto di compensazione, dovrà essere iscritto solo nel conto del patrimonio.
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