Perche le bottiglie di vino sono da 750

Teorie, curiosità e storie sulla scelta dell’unità di misura per imbottigliare il vino.

Perché le bottiglie di vino sono da 75 cl? Le festività natalizie si avvicinano e per gli italiani mettere in tavola un bianco o un rosso è decisamente d’uopo. Per accompagnare carne o pesce, in fondo, non c’è niente di meglio di un buon vino italiano. Da sempre, però, c’è una domanda che ha accompagnato i sorsi dei bevitori di ogni angolo del mondo: quella riguardante la capienza delle bottiglie.

I dubbi sulle bottiglie di vino sono ben lungi dall’essere diradati. La teoria più diffusa per spiegare l’unità di misura scelta è quella secondo cui dipenderebbe dalla forza polmonare degli antichi vetrai che soffiavano il vetro. Secondo questa dottrina, infatti, quando intorno al diciottesimo secolo si iniziò a comprendere l’importanza di conservare il vino nel vetro, i soffiatori riuscivano a soffiare bottiglie non più grandi di 650-750 ml. E così, considerando che si cercavano i recipienti più grandi possibili, si optò per le bottiglie da 75 cl.

C’è inoltre chi sostiene che la scelta sia esclusivamente frutto di un calcolo matematico. La spiegazione, in questo caso, è semplice: una bottiglia di tale grandezza contiene esattamente 6 bicchieri da 125ml di quelli utilizzati nelle osterie. Non vanno inoltre trascurate le necessità pratiche e logistiche. Il trasporto delle bottiglie in casse di legno, infatti, risulta più pratico se queste hanno una portata inferiore rispetto al litro.

Sembra però essere la storia a restituire la risposta più credibile. Nonostante la produzione del vino fosse principalmente francese e italiana, infatti, in passato i più grandi consumatori venivano da Oltremanica. Per facilitare loro l’acquisto si decise di uniformare le unità di misura, considerando che gli inglesi misuravano il volume in galloni imperiali. Ogni cassa di vino poteva contenere soltanto 2 galloni e gli anglosassoni decisero di inserire 12 bottiglie per cassa, ovvero 0,75 ogni bottiglia. La scelta fu quella di trasportare il vino in botti da 225 litri, l’equivalente di 50 galloni, ovvero 300 bottiglie da 750ml. In questo modo un gallone corrispondeva a 6 bottiglie. In seguito, per agevolare il trasporto, si stabilì di dare un peso standard (che non superasse un chilogrammo) a ciascuna bottiglia.

(Credits: Getty Images)

09/12/2020

Di recente ho intercettato in rete l’ennesima e ciclica discussione sul tema “perché le bottiglie di vino più utilizzate misurano 0,75 litri di capacità?”.

Ho deciso quindi di rigirarvi la questione.

Intanto una precisazione: la “istituzionalizzazione” del formato delle bottiglie in vetro è arrivata nel 1975, quando una direttiva della Comunità Europea sugli imballaggi (Dir. 75/106) decretò che il vino poteva essere messo in commercio solo in recipienti da 25 cl, 37,5 cl, 50 cl, 75 cl e poi da 1 litro o 1,5 litri (le cosiddette magnum, che vivono di questa strana dicotomia: se compri una bottiglia di vino da 1,5 lt. in enoteca si chiama magnum, se la compri al supermercato si chiama automaticamente bottiglione :-)).

Quindi in teoria i formati che si possono utilizzare per legge sono molti ma, come tutti vediamo, la bottiglia di vino che ci compare davanti è in genere (al 99,5%) da 0,75 litri. Perché questa misura così “strana”? Perché non si è imposta, per esempio, la bottiglia da un litro (cifra tonda) ma questa frazione di litro?

Perche le bottiglie di vino sono da 750

Le spiegazioni e le risposte a questo quesito sono varie e ci si può divertire a scoprire quale sia la più veritiera.

Una prima teoria fa dipendere tutto dalla forza polmonare degli antichi vetrai che nel Settecento cominciarono a produrre le prime bottiglie di vetro (allora si decise che erano queste il contenitore più adatto alla conservazione del vino). Sembra che questi artigiani non riuscissero a soffiare bottiglie più grandi di 65-75 cl così, visto che comunque si cercava di chiudere il vino in recipienti più grandi possibili, diventò pratica comune concentrarsi sulla produzione di contenitori da 75 cl, che divenne prassi nei decenni successivi.

Una seconda teoria invece si concentra più sulle frazioni aritmetiche che sulle motivazioni tecnico-pratiche. E fa partire tutto dalla consistente importazione di vini – all’epoca prevalentemente francesi – che gli inglesi attivarono già nel Seicento e Settecento. Come sappiamo l’unità di misura dei liquidi nei paesi anglosassoni è il gallone, che corrisponde a circa 4,5 litri (per la precisione il “gallone imperiale” equivale a 4.54609 litri): un gallone corrisponde quindi a 6 bottiglie da 0,75 litri. Per tradizione le casse per il trasporto dei liquidi alcolici contenevano 2 galloni di capacità; nelle casse di vino si decise quindi di inserire 12 bottiglie, una quantità considerata dai produttori ideale, pratica e vantaggiosa per il commercio e il trasporto. Per questo le bottiglie furono pensate – dagli stessi inglesi – da 0,75 litri. Ancora oggi le casse per il trasporto di vino nel Regno Unito e negli Stati Uniti – oltre che in gran parte del mondo – contengono 12 bottiglie (2 galloni), mentre in Italia e in pochi altri paesi si è più portati a considerare i cartoni da 6 bottiglie (1 gallone).

Una terza teoria insiste sempre sui fervidi rapporti commerciali del passato tra Francia e Regno Unito ma con un’ottica diversa: gli inglesi erano usi comprare il famoso vino di Bordeaux nelle barrique da 225 litri, vale a dire esattamente 50 galloni, corrispondenti pertanto a 300 bottiglie da 0,75 litri. Il calcolo era impostato su questa semplice equazione: un barile (o barrique) = 50 galloni = 300 bottiglie.

Perche le bottiglie di vino sono da 750

Restano da segnalare infine due ultime teorie che si basano su considerazioni totalmente diverse. La prima prende avvio dalla storica ricerca di un peso complessivo standard della bottiglia di vino piena (vetro + vino): si pensava in passato che la misura più efficace fosse il chilogrammo e quindi, considerando che il peso medio di una bottiglia da 0,75 litri si aggirava attorno ai 250 grammi (che sommati ai poco più di 750 grammi di peso del liquido portavano al peso finale di un chilogrammo), si arrivò a definire che per il vino il contenuto dovesse fissarsi su questa misura.

Ancora più “fantasiosa” l’ultima teoria aritmetica: fino alla metà degli anni Settanta – ovvero prima della già citata direttiva CEE – soprattutto in Italia si usava imbottigliare il vino dalle damigiane, che storicamente avevano una capacità di 54 litri, in bottiglie da 0,72 litri, perché rispondevano a un’altra semplice equazione: i 54 litri della damigiana erano facilmente divisibili per 0,72, e il risultato, senza resti, dava esattamente 75 bottiglie. Una volta messa al bando la misura di 0,72 litri si optò per quella più prossima: 0,75 litri.

Ora, qual è la spiegazione/ipotesi che vi convince o che vi piace di più? Fatecelo sapere…

Redazione: Giancarlo Gariglio, Fabio Giavedoni, Jonathan Gebser, Stella Ricciardelli, Federica Randazzo, Paolo Camozzi, Gabriele Rosso e Maddalena Schiavone

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Perché una damigiana da 54 litri?

Si trovano da 54 litri e garantiscono un riparo sicuro dalla luce, così da non alterare le caratteristiche organolettiche del vino.

Quanti bicchieri di vino sono 750 ml?

Prendendo in considerazione un calice di circa 150 ml, da una bottiglia di vino rosso o bianco standard, ossia con capacità di 750 ml si possono ottenere circa 5 o 6 bicchieri.

Perché le bottiglie di vino hanno colori diversi?

Molto dipende dalla tipologia di vino che s'intende imbottigliare. In linea generale, possiamo dire che le bottiglie di colore chiaro sono riservate a vini che non richiedono invecchiamento, mentre quelle scure ai vini da lungo invecchiamento.

Quanti tipi di bottiglie di vino ci sono?

Bottiglie di vino: i formati.
Piccolo (0,1875 litri).
Chopin (0,25 litri).
Demi (0,375 litri).
Standard (0,750 litri).
Magnum (1,5 litri).
Jéroboam (3 litri).
Réhoboam (4,5 litri).
Mathusalem (6 litri).