Si puo cambiare il latte artificiale al neonato

Quando il latte materno non basta le mamme devono ricorrere al latte artificiale, ma quale scegliere? Sono tutti uguali? I prezzi variano a seconda della marca, e oscillano dai 10 ai 26 euro a confezione. Ci sono quelli anti reflusso o quelli destinati ai neonati con allergie o intolleranze alimentari, che sono i più costosi e possono arrivare anche a 45 euro. Le confezioni vanno dai 700gr a 1 kg di peso.

Il giorno delle dimissioni della madre e del neonato da ospedali o cliniche i pediatri consigliano un latte artificiale di tipo 1, quello destinato ai neonati da 0 a 6 mesi, ovviamente specificando di usarlo solo nel caso di mancanza di latte materno. Il pediatra del nido consiglia un tipo di marca, che "forse andrebbe scelta successivamente insieme allo specialista che seguirà il neonato durante tutta la crescita", spiega Vito Leonardo Miniello, pediatra neonatologo, docente di nutrizione pediatrica all'Università Aldo Moro di Bari.

La prescrizione del latte artificiale è un atto medico
"Il latte materno è un complesso sistema biologico inimitabile - precisa Miniello - è più complesso del sangue. Sono presenti più di 120 zuccheri non digeribili, e ogni donna in base ai propri enzimi produce zuccheri diversi". "Ora, alcuni tipi di latte artificiale hanno inserito importanti oligosaccaridi non digeribili, ma ovviamente tutto quello che si aggiunge in più nel latte in polvere ha un costo maggiore". La normativa europea del 2006 stabilisce l'etichettatura e la composizione del latte artificiale, ma la scelta deve essere fatta dal pediatra, perché, sottolinea l'esperto, "la prescrizione del latte artificiale è un atto medico".

Che cos'è la rotazione del latte
"I tipi di latte in polvere sono diversi - ribadisce Andrea Vania, responsabile del centro di dietologia e nutrizione pediatrica del Policlino Umberto I di Roma - e negli ospedali 'Amici dei bambini'", dove si favorisce l'allattamento esclusivo al seno, "non si consiglia un latte artificiale al momento delle dimissioni". "Altri ospedali invece consigliano determinati tipi di latte in un sistema di rotazione - spiega Vania - e in questo modo possono far fronte a determinate spese non coperte dal Sistema Sanitario Nazionale, come le scorte di latte per il nido o diverse strumentazioni mediche importanti per il reparto". "Però - specifica il pediatra - bisogna stare anche attenti alla qualità degli ingredienti dei latti in polvere". “Un compito del pediatra è anche quello di prescrivere un tipo di latte piuttosto che un altro in base alle esigenze del lattante, spiegando ai genitori quali sono le caratteristiche di quel determinato latte artificiale e perché è più idoneo per quel neonato”, facendo inoltre capire alle persone le differenze di prezzo tra i diversi prodotti, che a un occhio inesperto potrebbero apparire ingiustificate.

Miniello: "Non bisognerebbe scrivere la marca del latte al momento delle dimissioni"
"La prescrizione per un eventuale latte in polvere non andrebbe fatta il giorno delle dimissioni, anche perché la montata lattea avviene spesso dopo, e poi sarebbe meglio non scrivere la marca. Il latte artificiale andrebbe infatti scelto successivamente insieme al pediatra che seguirà il bambino durante tutte le varie fasi della crescita", ribadisce Miniello.

Differenti latti per neonati diversi 
"Per i prematuri servirà un latte più ricco, per quelli nati con il parto cesareo un latte arricchito con probiotici, un latte 'più semplice' per quelli con allattamento misto, artificiale e materno, e un latte 'più completo' per i neonati che devono crescere esclusivamente con il latte in polvere", spiega Miniello.

Attenzione all'acqua durante la preparazione del latte
"Controllare sempre  la qualità, la purezza dell'acqua, durante la preparazione del latte - ricorda l'esperto - i nitrati devono essere inferiori ai 10mg/l".

La pubblicità degli alimenti per lattanti è vietata
Il decreto del 9 aprile 2009, che attua la direttiva europea sugli alimenti dei lattanti del 2006 da parte del Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, all'articolo numero 10 recita: "La pubblicità degli alimenti per lattanti è vietata in qualunque modo, in qualunque forma e attraverso qualsiasi canale, compresi gli ospedali, i consultori familiari, gli asili nido, gli studi medici, nonché convegni, congressi, stand ed esposizioni. In deroga al comma 1, la pubblicità degli alimenti per lattanti è consentita solamente sulle pubblicazioni scientifiche specializzate in puericultura destinate a professionisti dell'ambito pediatrico e nutrizionale".

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Si puo cambiare il latte artificiale al neonato

L’ideale è sempre il latte materno, da offrire al bambino in maniera esclusiva fino ai sei mesi. Ma se per qualunque motivo manca, è bene individuare la formula più adatta alle esigenze del proprio piccolo. Ecco i dubbi più frequenti delle mamme e i consigli del pediatra per la scelta del latte artificiale

Le formule per il bambino sotto l'anno di vita si dividono secondo due fasce di età: quelle di avvio, per i bebè fino ai sei mesi, e quelle di proseguimento, fino ai dodici. In base alle caratteristiche di ogni piccolo, l'esperto saprà orientare i genitori su un latte artificiale che punti a prevenire sovrappeso e obesità o che contenga sostanze in grado di modulare la flora intestinale, con un effetto benefico sull'organismo. Esistono, poi, delle formule per bambini che hanno esigenze specifiche di salute: per i piccoli nati prematuramente, per gli allergici alle proteine del latte vaccino, le antirigurgito e le anticolica.

Il latte artificiale è sicuro?

“Perché possano essere commercializzate con la dicitura 'alimento per l'infanzia', le formule devono attenersi alle stringenti direttive dell'Unione Europea che, a loro volta, si basano anche sulle indicazioni di un comitato scientifico di nutrizione pediatrica: devono superare, quindi, rigidi controlli di sicurezza alimentare e contenere livelli di macro e micro nutrienti entro precisi range di minima e di massima”, spiega Giacomo Biasucci, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, UO Pediatria e Neonatologia, Ospedale Guglielmo da Saliceto, AUSL Piacenza, consigliere nazionale della Società Italiana di Nutrizione Pediatrica. “Sebbene praticamente tutti i Paesi membri dell’Ue abbiano recepito queste indicazioni, i latti per l'infanzia oggi sul mercato presentano delle diversità per quanto attiene agli aspetti non rigidamente stabiliti dalla normativa”.

Cosa regolarsi nella scelta della formula?

A fare la differenza sono gli 'optional'. “Ispirati agli effetti funzionali dell'alimento materno, i fattori opzionali sono rappresentati da un taglio ancora più consistente di proteine, supplementazione con acidi grassi polinsaturi a catena lunga (LC-Pufa), nucleotidi, beta-palmitato, prebiotici e probiotici”, spiega Giacomo Biasucci.

  • “Le formule che contengono una quota minore di proteine sono, in genere, da preferire perché si avvicinano di più alla quantità assunta dagli allattati al seno e consentono di ridurre il rischio di sviluppare sovrappeso e obesità”.
  • È bene, poi, prestare attenzione alla quota di LC-Pufa. “Tutte le formule devono avere nella loro composizione gli acidi grassi essenziali della serie Omega 3 e gli Omega 6, sostanze che non possono essere sintetizzate dall'organismo. Solo alcune, però, contengono i derivati, e in particolare il DHA, l'acido docosaesaenoico, un omega 3 a lunga catena particolarmente importante per lo sviluppo del sistema nervoso centrale, delle funzioni visive e del cervello”, dice l'esperto.
  • Altro elemento in più è rappresentato dai nucleotidi, precursori degli acidi nucleici, contenuti nel latte materno a dosi molto maggiori rispetto a quello vaccino. Secondo alcuni studi riducono il numero di episodi di diarrea a cui sono esposti i lattanti nutriti con il latte artificiale.
  • Il beta-palmitato, invece, è un trigliceride in cui l'acido palmitico si trova in posizione beta, la stessa del latte materno. “In alcune formule si utilizzano miscele di oli vegetali ricche di beta-palmitato, che consente un migliore assorbimento dei grassi e aiuta a rendere le feci del bambino più morbide rispetto ai latti dove l'acido palmitico è in posizione 1 o 3”.
  • Alcuni latti, infine, vengono addizionati con probiotici, ceppi batterici (come lattobacilli e bifidobatteri) che, si suppone, abbiano un effetto protettivo per l'organismo e che mirano a riequilibrare la flora batterica intestinale, e con prebiotici, sostanze che favoriscono selettivamente la proliferazione dei batteri “buoni” a scapito di quelli “cattivi”. Spetta però solo al pediatra, in base alla valutazione delle esigenze specifiche del bambino, indicare la formula che presenti la composizione più adatta a favorire la crescita armoniosa e a prevenire eventuali disturbi.

Prematuri: cosa fare se manca il latte di mamma?

Nella crescita del bimbo pretermine, nato con un peso inferiore ai 1500 grammi o addirittura sotto i 1000, l'alimentazione riveste un ruolo fondamentale. Le sue esigenze nutrizionali sono molto diverse rispetto a quelle di un neonato sano. “Il suo fabbisogno di proteine, energia, vitamine e sali minerali è molto maggiore: l'apporto dei nutrienti infatti deve tendere a garantirgli la stessa velocità di crescita che avrebbe avuto nel ventre materno”, spiega Giacomo Biasucci. “Il latte materno, quando è presente, rimane anche in questo caso l'alimento di prima scelta, anche perché naturalmente più ricco di proteine rispetto a quello di una donna che partorisce a termine. Va, però, opportunamente fortificato. Quindi, alla neomamma, in regime ospedaliero, si chiede di estrarsi il latte che, una volta integrato, viene offerto al bebè col biberon. Se manca l'alimento di mamma, vengono in genere date al bambino formule specifiche per prematuri a base di latte vaccino opportunamente fortificate in proteine ed energia, oltre a minerali e vitamine. Per le fortificazioni del latte umano, esistono prodotti specifici che ne aumentano la concentrazione di proteine ed energia e lo arricchiscono di minerali. È anche possibile estrarre proteine e grassi dal latte umano donato allo scopo di fortificare il latte materno, ma si tratta di operazioni costose che si possono permettere pochi centri in Italia con un'elevata concentrazione di prematuri. Una volta fuori dall'ospedale, invece, si utilizzano strategie diverse, ad esempio si possono consigliare integrazioni dell’allattamento materno con una o due poppate al giorno di latte artificiale specifico per prematuri”.

Come regolarsi se è allergico alle proteine del latte?

Per i piccoli con una documentata allergia alle proteine del latte vaccino la prima terapia, quando possibile, è sempre l'allattamento al seno. Alla mamma, però, viene chiesto di seguire una dieta priva di latte e latticini. In mancanza del latte materno, le formule indicate sono quelle idrolisate spinte. L'idrolisi è un processo industriale a cui vengono sottoposte le proteine del latte per adattarlo alle esigenze del piccolo. “Fino ai sei mesi di vita, si utilizzano proteine del latte vaccino opportunamente trattate o del latte di riso. Successivamente, in assenza di sintomi gastrointestinali, si possono utilizzare anche quelle a base di soia”, spiega Biasucci. “Il latte d'asina potrebbe teoricamente rappresentare un'alternativa perché ha meno parti proteiche “condivise” con il latte vaccino (e quindi il fenomeno dell’allergia crociata diminuisce): a oggi, però, non esistono formule che derivano dalle proteine di questo alimento ritagliate sulle specifiche esigenze del neonato e del bambino sotto l'anno di vita”. 

Quando optare per le formule antirigurgito?

Frequenti rigurgiti ed episodi di vomito sono fenomeni fisiologici che interessano circa il 70% dei bambini sotto i sei mesi. Non danno particolari problemi e non interferiscono con la loro crescita ponderale. Tutt'altra cosa è la malattia da reflusso gastroesofageo nei neonati che può manifestarsi con vari sintomi che interessano gli apparati gastrointestinale e respiratorio e che può comportare anche una perdita di peso.

Al riguardo, esistono sul mercato formule antirigurgito di una consistenza più densa del normale (in quanto vengono leggermente ispessite con farina di carruba o amido di mais), che possono limitare il numero degli episodi. “Il loro utilizzo può essere preso in considerazione tenendo però conto che nel caso del reflusso gastroesofageo il bambino non soffre in realtà di alcuna patologia, mentre nel caso della malattia da reflusso gastroesofageo questi latti possono solo ridurre l'entità del disturbo ma non risolvono il problema senza l'intervento farmacologico”, dice Giacomo Biasucci. È bene, inoltre, escludere che il reflusso sia indotto da un'allergia alle proteine del latte vaccino: in tal caso la formula indicata è quella idrolisata spinta.

Ha le coliche gassose: ci sono formule specifiche?

Sul mercato esistono diverse formule anticolica. “Non esistono, però, evidenze scientifiche a supporto”, dice Biasucci. “A oggi, in realtà, manca una vera terapia contro questo disturbo del neonato. Ci sono solo degli approcci che prevedono, ad esempio, l'utilizzo di dimeticone, una sostanza capace di assorbire l’aria e di ridurne, quindi, il volume che dilata l’intestino. Ma non funziona sempre. Negli ultimi anni, poi, è stata sottolineata da diversi studi l'efficacia del lattobacillo reuterii, un probiotico che, se preso in gocce al momento della comparsa delle coliche, può ridurne l'intensità. Secondo alcune ricerche, una supplementazione quotidiana con questo lattobacillo ne limita anche preventivamente l'entità e la frequenza. Una formula che contenga esattamente questo ceppo potrebbe essere interessante”, conclude l'esperto.

Michela Crippa

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Quante volte si può cambiare il latte ad un neonato?

Cinque volte al giorno, ogni quattro ore nel terzo e quarto mese. Quattro volte al giorno dal quinto/sesto mese in avanti. Anche la quantità del latte artificiale per poppata può variare da bambino a bambino. Non tutti i piccoli hanno le stesse necessità.

Come faccio a capire se il latte artificiale non va bene?

Qui cercheremo comunque di spiegare quali sono i segnali da tenere in considerazione per capire se il bambino ha difficoltà a digerire il latte..
coliche,.
reflusso,.
alterazioni dell'alvo..

Qual è il latte artificiale più digeribile?

Latte artificiale più digeribile per neonati Aptamil HA è caratterizzato dalla presenza di sieroproteine parzialmente idrolizzate per soddisfare le esigenze nutrizionali del lattante a rischio di sviluppare allergie alle proteine del latte vaccino.

Quando bisogna cambiare il latte ai neonati?

Il cambio del latte può avvenire quando il bambino cresce. Dopo il sesto mese puoi passare alla formula due e dai 12 mesi potresti inserire quello vaccino.