Cosa serve per aprire un e commerce

Come avviare un'attività di commercio elettronico: dalla vendita occasionale all'apertura di una società con relativi costi e adempimenti.

La creazione e sviluppo di un e-Commerce è finalizzato alla realizzazione di un business basato su attività commerciali e transazioni per via elettronica: commercializzazione di beni e servizi, distribuzione online di contenuti digitali, effettuazione di operazioni finanziarie e di Borsa, appalti pubblici per via elettronica e altre procedure transattive della PA.

Indice

  1. Commercio elettronico: cosa è
  2. Avvio attività e-commerce: come fare
    1. Vendita online occasionale
  3. Adempimenti per avvio e-commerce
    1. Costi di avvio
  4. Il sito e-commerce
    1. Costi di piattaforma 
    2. Dati web obbligatori
  5. Regole UE sul commercio elettronico
    1. Fatture di vendita e IVA

Commercio elettronico: cosa è

La vendita si realizza tramite piattaforma web, su cui il venditore carica il catalogo prodotti/servizi così che il compratore lo possa consultare online, scegliendo i prodotti da acquistare e inviando l’ordine. A seconda del profilo cliente si parla di:

  • Business to Consumer (B2C): azienda che vende a un privato.
  • Business to Business (B2B): azienda che vende a un’altra azienda.

Avvio attività e-commerce: come fare

Il commercio elettronico (e-Commerce) riveste oggi grandi potenzialità di business, anche associato al Social Commerce (sfruttando la sinergia dei social network per la vendita grazie all’interazione tra utenti e allo scambio di feedback). Una buona occasione per la ripartenza dopo gli anni della pandemia. Tanto più che la Direttiva 2000/31/CE stabilisce che si possa avviare un e-commerce senza autorizzazioni preventive (fermi restando i requisiti professionali per lo svolgimento di specifiche attività).

Vendita online occasionale

Chi avvia un e-commerce acquistando merci per rivenderle al consumatore deve aprire Partita IVA poiché in è assente l’occasionalità della prestazione, mentre chi vende online prodotti o servizi professionali su siti come eBay e tramite piattaforme specializzate può evitare di aprirla fino ad un ricavo di 5mila euro annui. Ad esempio, chi lavora come freelance e offre prestazioni occasionali via Internet può esercitare libera attività fino a 5.000 euro l’anno diricavi, rilasciando ricevuta con l’indicazione di prestazione occasionale ai sensi dell’articolo 67 lettera i) del DPR 917 del 1986. La nota sarà soggetta a ritenuta d’acconto del 20% (redditi da inserire in dichiarazione dei redditi) e, nel caso di compensi superiori a 77,47 euro, a imposta di bollo. Oltre 5.000 euro è necessario aprire Partita IVA e iscriversi alla Gestione Separata dei Commercianti.

Attenzione: non tutte le attività di commercio elettronico rispettano il requisito della occasionalità e la Guardia di Finanza esegue accertamenti sui venditori che si celano dietro finte prestazioni occasionali.

Adempimenti per avvio e-commerce

Per avviare un’attività vera e propria di commercio elettronico è necessario costituire una società davanti al notaio, con spese che potrebbero superare il migliaio di euro tranne nel caso di costituzione di società a responsabilità limitata semplificata (senza particolari oneri notarili). Seguono i classici adempimenti: iscrizione alla Camera di Commercio e presentazione della SCIA allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune nel quale si intende avviare l’attività.

Occorre inoltre comunicare all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo del sito Web, i dati identificativi dell’Internet Service Provider, l’indirizzo di posta elettronica, il numero di telefono e di fax. La vendita a operatori economici di altro Paese UE prevede anche l’iscrizione nella banca dati VIES (Vat Information Exchange System). Dal primo luglio 2021 che effettua transazioni e-commerce nella UE deve applicare l’IVA prevista dal paese di arrivo, a meno che non aderiscano al regime speciale dello sportello unico OSS (cfr.: dlgs 83/2021).

Costi di avvio

Per quanto riguarda i costi amministrativi si va da poche decine di euro per il pagamento dei diritti di segreteria al Comune ove si presenta la SCIA, ad un centinaio di euro per l’apertura della Partita IVA e per il diritto annuale della Camera di Commercio.

Il sito e-commerce

Chi decide di avviare un e-commerce deve mettere a budget anche la piattaforma che permette di svolgere l’attività.

Costi di piattaforma 

Tale spesa può anche ammontare a migliaia di euro se si sceglie di sviluppare un proprio e-commerce, soprattutto se comprende le funzioni di acquisto, oltre al servizio di hosting (allocazione sui server degli ISP), al costo per programmatori e web designer prima e dopo l’avvio, ed il necessario budget per acquisto di hardware, software e backup. In alternativa, esistono sul mercato soluzioni low-cost in cui si acquistano pacchetti pronti e completi, a misura si start-up. O ancora, si può aprire un proprio negozio virtuale all’interno di un marketplace già esistente.

Dati web obbligatori

Gli obblighi di pubblicazione sul sito web dei dati aziendali cambiano in base all’attività svolta. In estrema sintesi, non possono mancare:

  • nome, denominazione o ragione sociale;
  • domicilio e sede legale;
  • contatto telefonico ed e-mail;
  • numero di iscrizione al repertorio delle attività economiche, REA o registro imprese;
  • eventuale ordine professionale e numero di iscrizione presso cui il prestatore è iscritto;
  • titolo professionale e Stato membro in cui è stato rilasciato;
  • numero di Partita IVA;
  • indicazione chiara e inequivocabile di prezzi e tariffe applicate,
  • Cookie policy.

Ci sono poi le direttive in materia di privacy (GDPR & C.) da seguire, che variano in base all’utilizzo dei dati dei clienti e dei servizi offerti, in primis quello per il completamento delle transazioni commerciali, qualora si scelga di implementarne uno ex novo.

Regole UE sul commercio elettronico

Del commercio elettronico si è occupata anche la Comunità Europea emanando specifiche direttive, tra cui la Direttiva 2003/31/CE recepita in Italia con Decreto Legislativo n. 70 del 9 aprile 2013. Da gennaio 2021, inoltre, si applica la Direttiva Europea sui Servizi di Pagamento (PSD2), in base alla quale tutte le piattaforme di e-commerce devono implementare procedure di pagamento con sistemi di autenticazione come la Strong Customer Authentication (SCA) e la 3-D Secure (3DS) o un’autenticazione a due fattori, come una password a tempo  (OTP), per verificare la propria identità e procedere all’acquisto.

Fatture di vendita e IVA

Il cliente che accede al sito, dopo aver preso visione dei prodotti, esegue la procedura di acquisto compilando l’ordine ed eseguendo il pagamento. L’impresa invia la merce ed emette fattura, ma le vendite ai consumatori finali sono esonerate dall’obbligo di emissione salvo richiesta dal cliente, così come da scontrino e ricevuta fiscale. Il venditore dovrà però annotare i corrispettivi giornalieri delle vendite, IVA compresa, nel registro dei corrispettivi.

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Quanti soldi ci vogliono per aprire un negozio online?

Quindi, in parole povere, quanto costa creare un sito di e-commerce? I costi si aggirano intorno ai 5.000 – 6.000 euro all'anno su un reddito complessivo di circa 10.000 euro. In ogni caso, se intendi aprire un sito di vendita online, hai l'obbligo di aprire una Partita Iva.

Come avviare un e

Ricapitolando: Come aprire un ecommerce partendo da zero.
Apri partita IVA e rispetta i requisiti legali..
Prepara il tuo business plan..
Scegli la piattaforma e crea l'ecommerce..
Organizza la logistica..
Imposta e implementa strategie di marketing..

Come cominciare con e

Quali sono i requisiti e l'iter per l'e-commerce: Aprire una Partita Iva; Iscriversi al Registro delle Imprese; Dare comunicazione di Inizio Attività; Aprire le posizioni fiscali e previdenziali (in base ai canali di vendita, alla presenza o meno di personale).

Quanto costa aprire una partita iva e

Il costo di apertura di una Partita IVA è pari a zero, e la procedura può essere effettuata online o in una sede dell'Agenzia delle Entrate.