“Il mio bambino ha 4 anni e continua a fare la pipì a letto”. Show
Si tratta di due aspetti dello stesso problema , l’incontinenza notturna, che spesso i genitori dichiarano quasi con vergogna. In realtà, pur essendo un tema di cui si parla ancora con reticenza, è una situazione comune. L’enuresi notturna riguarda il 10-15% dei bambini di 6 anni, col progredire dell’età si riduce spontaneamente. Solo in percentuali bassissime perdura anche fino alla pubertà, molto raramente oltre. L’enuresi notturna è l’emissione involontaria di urina durante il sonno in un’età in cui il controllo della minzione è raggiunto. Potremmo dire che rientrano pienamente in questa definizione i bambini che fanno pipì a letto due volte a settimana per tre mesi consecutivi dopo i 5 anni. Si tratta di una condizione alquanto comune e generalmente benigna (ovvero non associata a patologie), ma allo stesso tempo da non sottostimare per il disagio psicologico che ne deriva. Se non trattata, l’enuresi può portare a un basso livello di autostima, all’isolamento sociale (ovvero il bambino evita tutte quelle attività che comportano il soggiorno fuori casa e la relazione con gli altri) ea una condizione di stress per tutta la famiglia . Un dato importante sui pazienti che bagnano il letto è emerso da alcuni studi retrospettivi: sul lungo termine è stato evidenziato che chi soffre di incontinenza in età adulta ha avuto una storia di enuresi alle spalle. Non è chiaro quale sia il nesso patologico ma è bene che il paziente ne sia al corrente e non nasconda questo dato importante al proprio medico. Forma primaria e secondariaUna classificazione clinica importante distingue due forme di enuresi notturna ovvero, in presenza di perdita di urina involontaria durante il sonno, il medico, valutato il paziente, potrà diagnosticare una enuresi monosintomatica or non monosintomatica. Chiariamo le differenze:
Quando parliamo di enuresi notturna essenziale, cioè che non si può associare a problemi urologici, possiamo distinguere due tipologie:
Quanto è diffusa?L’enuresi notturna è una condizione decisamente più frequente in età pediatrica di quanto si pensi (per approfondire puoi leggere anche questo articolo tratto dalla rivista della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) Ne soffre approssimativamente il 10-20% dei bambini all’età di 5 anni e il 5-10% dei bambini a 10 anni. Tra gli adolescenti di 15-20 anni, 3 su 100 continuano a bagnare il letto, mentre lo 0,5-1% degli adulti ne soffre ancora. In età pediatrica ne soffrono maggiormente i maschietti, mentre in adolescenza la prevalenza più o meno si equivale. L’enuresi secondaria riguarda circa il 25% dei casi. Ogni anno circa il 15% dei bambini con enuresi va incontro a risoluzione spontanea, ma la possibilità è tanto minore quanto più frequentemente si bagna il letto. Quali sono le cause?In passato, si attribuiva la causa della pipì a letto a una condizione puramente psicologica. Sebbene questa ipotesi non sia stata supportata da evidenze scientifiche, ancora oggi qualcuno ne è convinto e questo rischia di ritardare gli interventi necessari e di colpevolizzare il bambino. In realtà, il fenomeno è da attribuire ad uno squilibrio tra produzione notturna di urine (aumentata) e capacità vescicale, a cui si associa un sonno particolarmente pesante con difficoltà al risveglio. Alla base di questi meccanismi c’è probabilmente un’alterata trasmissione dei segnali del sistema nervoso centrale per immaturità neuro-anatomica, ormonale e recettoriale. La percezione dello stimolo a urinare compare tra il primo e il secondo anno di vita. Dopo questa età vi è sempre un maggiore controllo volontario dei muscoli del perineo e il bambino comincia a controllare il tempo tra stimolo e momento di fare pipì (continenza urinaria, ovvero capacità del bambino di trattenere la pipì fino al vasino o al wc) . Questa maturazione termina intorno ai 6 anni, età che rappresenta il termine fisiologico entro cui un bambino dovrebbe riuscire a controllare l’emissione di urina. Una certa componente ereditaria è stata evidenziata da sempre ma solo recentemente sono stati identificati i cromosomi coinvolti. Il meccanismo di trasmissione non è ben chiaro ma sembrerebbe determinare una più lenta maturazione del sistema vescicale. Quando c’è una certa familiarità siamo probabilmente davanti a una forma benigna e transitoria, un aspetto che in genere è di conforto per i familiari. Possibili cause di episodi di enuresiLa stipsi di urina che spesso viene trascurata e non indagata. Un intestino che non si svuota bene va a comprimere la vescica, riducendone la capacità. Di conseguenza, man mano che l’urina viene prodotta il volume vescicale non potrà aumentare e dunque sarà necessario lo svuotamento della vescica. Se una condizione si associano anche i fattori menzionati prima (sonno profondo e maggiore produzione di urina durante la notte) ecco che il bambino potrebbe bagnare il letto. Causa psicologiche e predisposizioneSi credeva che l’enuresi notturna fosse solo una manifestazione psicosomatica, cioè un sintomo dovuto esclusivamente ad un disagio psicologico. In realtà è stato ampiamente dimostrato che non è così. Al contrario, i problemi psicologici riscontrati sono conseguenza dell’impatto che l’enuresi ha sulla vita del bambino. A volte questa condizione particolare arriva a causare una mancanza di autostima nei bambini che può condurre a vere e proprie difficoltà relazionali. Si stima che l’enuresi diminuisca il grado di autostima ancor più di altre malattie croniche invalidanti (diabete, alopecia, eczema) limitando in maniera importante la crescita e l’acquisizione dell’autonomia. Pur non essendo un disturbo di natura psicologica, è vero però che l’enuresi è maggiormente presente in bambini affetti da diverse condizioni psichiatriche (es. ADHD, deficit di attenzione e iperattività) . Il trattamento della condizione neuropsichiatrica associata non comporta necessariamente anche un miglioramento dell’enuresi, ma è assolutamente fondamentale per poter rendere il bambino collaborativo con la terapia. È possibile, inoltre, che alcune situazioni di particolare stress (come la nascita di un fratellino, la frequentazione della scuola, le difficoltà con i compagni, la situazione pandemica dell’ultimo anno, un lutto o maltrattamenti) possono rappresentare una concausa scatenante l’enuresi. Non ne rappresentano la causa principale, ma riconoscendole e attuando opportune strategie è possibile limitare il problema. Come risolvere il problema della pipì a letto? 9 consigli pratici per affrontare l’enuresi notturna
Quando rivolgersi al pediatraLa storia medica è la parte più importante, e talvolta l’unica necessaria. Dal colloquio col bambino il pediatra può trarre importanti informazioni in merito al tipo di enuresi (monosintomatica o non-monosintomatica), all’entità del problema e alle altre condizioni associate (stipsi, disturbi neuropsichiatrici, infezioni delle vie urinarie e disturbi del sonno). Con poche domande valuterà la presenza di eventuali segni d’allarme (perdita di peso, nausea, sete eccessiva) che richiedono indagini in urgenza nel sospetto di diabete mellito. L’esame clinico permette inoltre di escludere disturbi anatomici e problemi neurologici. A completamento della valutazione si richiede al bambino e ai genitori di compilare un diario minzionale (un diario della pipì) per una settimana in cui annotare le minzioni, la presenza di stimolo irrefrenabile (urgenza minzionale, cioè urgenza di fare pipì), l’eventuale incontinenza urinaria (perdita di urine), gli episodi di pipì a letto, i volumi di urina e di fluidi assunti durante la giornata. Scarica il diario delle minizioni (clicca qui), stampalo e tienilo sempre aggiornato.In assenza di segnali d’allarme non sono necessari prelievi del sangue o esami radiologici. Quando si sospetta un’infezione delle vie urinarie può essere richiesto un controllo delle urine (stick urine o un esame completo). Un’indagine uro-funzionale specialistica invece, non è mai consigliata in assenza di altra sintomatologia diurna. L’esame uro-dinamico non è invasivo e consiste semplicemente nel far bere il bambino e fargli fare la pipì in un imbuto collegato ad una macchina nell’ambulatorio dello specialista. A volte il pediatra potrebbe anche ritenere necessario far compilare al bambino un questionario sulla qualità della vita per poter valutare le conseguenze psicologiche che il problema ha già determinato. Trattamenti per l’incontinenza urinaria notturna in età pediatricaLe ragioni principali per il trattamento di un bambino che soffre di enuresi sono psicologiche e sociali. Attendere senza intervenire in alcun modo non è raccomandato. Diverse possibilità terapeutiche sono state proposte negli anni, ma solo alcune si sono dimostrate realmente efficaci: Consigli di base e rimedi della nonna:
Trattamento di condizioni che possono essere associate alla enuresi notturna:
Terapia cognitivo-comportamentaleSi può ricorrere alla psicoterapia intorno ai sei-sette anni, dopo aver escluso eventuali cause organiche. La terapia cognitivo-comportamentale prevede incontri sia con il bambino, sia con i genitori ed è l’unica che si è dimostrata efficace. È necessaria la motivazione sia dei genitori sia del bambino, che, a questa età, inizia a prendere parte ad attività di socializzazione e desidera non avere più questo problema. Altri trattamentiIn caso di enuresi monosintomatica (che non si accompagna ad altri sintomi se non la pipì a letto), se i trattamenti precedenti si rivelano inefficaci, le attuali linee guida suggeriscono di ricorrere a:
Per monitorare l’efficacia di questi trattamenti si consiglia di compilare il calendario notti asciutte e bagnate, così da avere una misura oggettiva della frequenza con cui si presenta il problema. È consigliabile che sia il bambino stesso a occuparsene, così da coinvolgerlo in maniera diretta e attiva. Scarica il “calendario notti asciutte” (clicca qui): uno strumento utile per registrare l’eventuale enuresi notturna nel tempo (12 settimane). La compliance è molto semplice e può essere interpretata come un gioco, barrando la nuvoletta per le notti bagnate ed il sole per quelle asciutte.ConclusioniIndipendentemente dalla strategia terapeutica scelta, che si parli di enuresi primaria o secondaria, è dimostrato che tanto prima si interviene, maggiori sono le possibilità di riuscita. Generalmente si consiglia di iniziare dall’età di 6 anni, o meglio da quando il bambino diventa consapevole della problematica ed è in grado di partecipare attivamente al percorso terapeutico. I 6 anni, ovvero l’inizio della scuola primaria, rappresentano una tappa fondamentale, considerando che un bambino con enuresi potrebbe avere anche una qualità del sonno non ottimale. La stanchezza e la difficoltà di concentrazione che ne derivano possono inficiare la capacità di apprendimento e il rendimento scolastico, impattando ulteriormente sull’autostima del bambino. È dunque evidente che l’enuresi notturna rappresenta un notevole impegno da parte di tutta la famiglia. Se da un lato è vero che nel tempo tenderà a regredire, dall’altro va considerato che un intervento precoce ha il vantaggio di limitarne gli effetti sull’autostima del bambino e sul suo sviluppo psicosociale. Domande frequenti:Perché si fa la pipì a letto a letto?Il fenomeno è da attribuire ad uno squilibrio tra produzione notturna di urine (aumentata) e capacità vescicale, a cui si associa un sonno particolarmente pesante con difficoltà al risveglio. Alla base di questi meccanismi c’è probabilmente un’alterata trasmissione dei segnali del sistema nervoso centrale per immaturità neuro-anatomica, ormonale e recettoriale. Cos’è l’enuresi notturna?L’enuresi notturna è l’emissione involontaria di urina durante il sonno in un’età in cui il controllo della minzione è raggiunto. Potremmo dire che rientrano pienamente in questa definizione i bambini che fanno pipì a letto due volte a settimana per tre mesi consecutivi dopo i 5 anni. Come risolvere il problema della pipì a letto?
Cosa fare quando un bambino bagna il letto dopo i 5 anni?In presenza di un disturbo che non è occasionale, è importante parlarne il prima possibile con il pediatra per determinare l’entità del problema e le possibili strategie da mettere in atto. Non bisogna vivere il disagio con reticenza o vergogna. Ricordate che l’enuresi diventa rilevante quando i bambini fanno pipì un letto almeno due volte a settimana, almeno per tre mesi consecutivi e dopo i 5 anni di età. Perché si bagna il letto?Le cause all'origine dell'enuresi notturna comprendono anche: scarsa capacità della vescica, eccessiva produzione di urina, stitichezza cronica e consumo alla sera di alimenti contenenti caffeina, cioccolato o coloranti artificiali.
Perché se mi eccito mi scappa la pipì?Sì, sebbene non succeda proprio a tutti.
Da un punto di vista più psicologico, l'eccitazione del rapporto sessuale può far accantonare la necessità di urinare, che si ripresenta subito dopo. Non si può però escludere una situazione di infiammazione della prostata, da far controllare da un medico.
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