Il lupo e il cane ovvero il valore della libertà individuale

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Il lupo e il cane
Titolo originaleLupus ad canem

Il lupo e il cane ovvero il valore della libertà individuale

Mosaico pompeiano raffigurante un cane con guinzaglio
AutoreEsopo
1ª ed. originaleI secolo
Genereracconto
Sottogenerefavola
Lingua originalelatino
SerieFabulae
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Il lupo e il cane (Lupus ad canem) è la settima favola del terzo libro delle Fabulae di Fedro, scritte nel I secolo d.C.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un lupo a chiazze molto magro e affamato incontra nel bosco un cane allegro e grassottello. I due si mettono a passeggiare e il lupo gli chiede come mai sia così pasciuto e lindo, dato che lui si considera il predatore più temuto della zona, e il cane gli risponde che ha un buon padrone. Infatti il cane custodisce il portone ogni notte, per impedir che i ladri possano entrare nella nobile casa e il padrone ricompensa il suo fedele con abbondanti pasti. Il lupo meravigliato esprime il desiderio di volersi trovare in una situazione simile e il cane lo invita nella sua casa.
Camminando, il lupo si accorge che il cane ha la pelliccia del collo rovinata e gli chiede il motivo; l'altro risponde che ciò è a causa del collare che il padrone gli mette il giorno per rimanere in casa e gli toglie la notte per fare la guardia; ma cerca di rinfrancarlo ricordandogli i sontuosi servizi che il lupo riceverà. Ma il lupo offeso dichiara:"allora, caro amico, goditi pure le tue gioie, io non baratto la mia liberta per un regno".

Morale della favola: è più dolce essere liberi e poveri, che ben curati ma trattenuti.

Il lupo e il cane ovvero il valore della libertà individuale

Lupo della Sila

A cura di Anna De Romita – educatrice cinofila Bari

«Quanto sia dolce la libertà voglio esporlo in breve. Un lupo, sfinito dalla magrezza, si imbatté per caso in un cane ben pasciuto. Si salutarono e si fermarono a parlare: “Dimmi un po’, come fai a essere così bello lustro? Che cosa hai mangiato per avere messo su tanta carne? Io, che sono molto più forte, muoio di fame”. Il cane con franchezza: “Puoi essere nella mia stessa condizione se sei disposto a prestare al padrone un servizio come il mio”. “Quale?”, chiese il lupo. “Custodire il portone e proteggere di notte la casa dai ladri”. “Io sì, sono pronto: ora mi tocca sopportare neve e pioggia; dura è la vita che trascino nei boschi. Come sarebbe più facile per me vivere sotto un tetto, e saziarmi di cibo abbondante senza fare nulla!”. “Allora vieni con me”. Cammin facendo, il lupo scorge il collo del cane spelato dalla catena. “Come te lo sei fatto, amico?” “Non è nulla”. “Ma dimmelo, per piacere”. “Dato che appaio aggressivo, durante il giorno mi tengono legato, perché dorma quando c’è il sole, e stia sveglio quando è notte: mi sciolgono al crepuscolo, e allora vado in giro dove mi pare. Mi portano il pane senza che io lo debba chiedere; il padrone mi dà gli ossi della sua tavola; la servitù mi getta bocconi e le pietanze di cui non ha più voglia. Così, senza fatica, la mia pancia si riempie”. “Di’ un po’, se ti viene voglia di andartene a zonzo, hai la libertà di farlo?” “Ma certo che no”, rispose. “Goditi pure, cane, le delizie che decanti: non voglio essere re, se non posso essere libero come voglio io”».

Una piccola favola per soffermarsi un attimo a riflettere su ciò che è bene per gli animali e, soprattutto, per il cane che amiamo e che vive al nostro fianco. Spesso, la convinzione che una cuccia, un pasto sicuro e qualche carezza siano il massimo a cui ambisca e di cui si accontenti un cane è talmente radicata da far perdere completamente di vista l’impegno che ognuno di noi dovrebbe mettere ogni giorno nel conoscere l’animale che da secoli accompagna le nostre vite.

Il lupo e il cane ovvero il valore della libertà individuale

Labrador retriever

La libertà è un bene prezioso per qualunque essere vivente. Ciò non significa che dobbiamo abbandonare l’idea di convivere con un cane o, peggio, che sia più giusto lasciare l’amico a quattro zampe a un destino di fame, stenti e pericoli. Tra cane e uomo, per volere di entrambi, si è creata una forte relazione all’interno della quale si cerca reciprocamente di conoscersi al meglio ma non dimentichiamo che l’uomo diventato “proprietario” di un cane continua a essere un uomo libero di andare e venire, di scegliere, di accettare e rifiutare cosa ritiene meglio e cosa ritiene peggio per se stesso…invece, il cane che da randagio diventa “cane di casa” non è più totalmente libero di fare ciò che vuole e regala ogni giorno la sua libertà all’uomo. Facciamo in modo di meritare questo dono quotidiano e ricambiamo il nostro amico peloso con il nostro tempo, la nostra attenzione e, soprattutto, con un po’ di quella libertà perduta: passeggiamo, giochiamo e corriamo con lui, facciamo sport, cerchiamo di aver cura della nostra relazione tanto quanto della sua identità.

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