Requisiti per andare in pensione con opzione donna

Opzione Donna 2022 è una forma di pensione anticipata dedicata alle donne lavoratrici, dipendenti o autonome, in possesso di una serie di requisiti.

Con la Legge di Bilancio 2022 la possibilità di andare in pensione con Opzione Donna è stata prorogata sempre in via straordinaria, in quanto la misura non è ancora strutturale.

In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato cos’è Opzione Donna, come funziona, quali sono i requisiti per accedere a questo trattamento pensionistico nel 2022 e come fare domanda.

Opzione Donna è una particolare tipologia di pensione anticipata erogata dall’INPS in base al sistema di calcolo contributivo riconosciuta per il 2022 alle lavoratrici dipendenti nate nel 1963 e alle lavoratrici autonome nate nel 1962 che abbiano maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021. L’assegno pensionistico è determinato dai contributi versati in ciascun anno di lavoro e non sulla retribuzione percepita (sistema retributivo) che rappresenta un aspetto penalizzante ed è il motivo per cui l’uscita dal lavoro con opzione donna deve essere ben valutato.

COME SI E’ EVOLUTA LA NORMATIVA

Questa misura nasce inizialmente con il nome “Regime sperimentale donna”, introdotto dalla Legge 23 agosto 2004, n. 243, e poi prorogato più volte fino ai giorni nostri. La penultima proroga è stata quella della Legge Bilancio 2021 e poi è arrivato l’ultimo slittamento operato dalla Legge di Bilancio 2022 (art. 1 comma 94) che ha modificato ancora una volta il Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4,  sempre in via sperimentale e senza che tale opzione sia diventata strutturale.

Scopriamo insieme nel dettaglio quali sono i requisiti della forma anticipata di pensione destinata alle donne, considerate le novità della Legge di Bilancio 2022.

CHI PUÒ ANDARE IN PENSIONE CON OPZIONE DONNA NEL 2022?

Opzione Donna 2022 è destinata alle donne lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato a alle autonome nel rispetto di determinate condizioni. In particolare entro il 31 dicembre 2021 devono aver maturato i seguenti requisiti:

  • per le dipendenti, l’età pensionabile è di 58 anni (classe 1963) e 35 anni di contributi, a condizione che optino per la liquidazione della pensione con le regole di calcolo del sistema contributivo;

  • per le autonome, l’età pensionabile è 59 anni (classe 1962) e 35 anni di contributi, a condizione che optino per la liquidazione della pensione con le regole di calcolo del sistema contributivo.

Si precisa che, con riferimento al requisito anagrafico richiesto non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita di cui all’articolo 12 del Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78 (Testo coordinato dalla conversione in Legge 30 luglio 2010, n. 122). Ai fini del conseguimento della pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Non è invece, richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.

COME SI CALCOLANO GLI ANNI CONTRIBUTIVI

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo per accedere a Opzione Donna 2022 è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata. Resta confermato il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione utile per il diritto alla pensione di anzianità, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico. Ad esempio, è anche possibile utilizzare i contributi ottenuti mediante il riscatto della laurea, in quanto si collocano temporalmente nel periodo dell’evento riscattato.

Più precisamente, ai fini del raggiungimento del requisito (35 anni) sono utili:

  • contributi obbligatori;

  • contribuzione da riscatto o da ricongiunzione;

  • contributi volontari e figurativi (quindi anche i versamenti per il riscatto della laurea) ma sono esclusi quelli figurativi accreditati per malattia e disoccupazione dei lavoratori dipendenti privati.

Per maggiori informazioni sul riscatto della laurea vi consigliamo di leggere questo approfondimento.

TERMINI DI DECORRENZA DI OPZIONE DONNA 2022

Il diritto alla decorrenza della pensione Opzione Donna 2022 si consegue trascorsi:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;

  • 18 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2022, la decorrenza del trattamento pensionistico Opzione donna 2022 non può essere comunque anteriore al:

  • 1° febbraio 2022, per le lavoratrici dipendenti e autonome la cui pensione è liquidata a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e delle forme sostitutive della stessa;

  • 2 gennaio 2022, per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico delle forme esclusive dell’AGO.

Ma attenzione, si può accedere a questo trattamento anche successivamente alla prima decorrenza utile, purché le lavoratrici abbiano perfezionano i requisiti previsti dalla norma entro il 31 dicembre 2021.

DECORRENZA PER LE LAVORATRICI DEL COMPARTO SCUOLA E AFAM

Per le lavoratrici del comparto scuola e degli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) ci sono però delle eccezioni. Per loro trovano infatti applicazione le disposizioni di cui all’articolo 59, comma 9, della Legge 27 dicembre 1997, n. 449. Ovvero, se in possesso dei requisiti per ottenere Opzione Donna 2022 al 31 dicembre 2021, le lavoratrici del comparto scuola possono conseguire il trattamento pensionistico a decorrere dal 1° settembre 2022. Invece, le lavoratrici degli Istituti AFAM, dal 1° novembre 2022.

LA PRECISAZIONE PER LE LAVORATRICI MADRI

La riorganizzazione di Opzione Donna nella Legge di Bilancio 2022, recepita dal Messaggio INPS n° 169 del 13-01-2022, prevede anche un’eccezione per le lavoratrici madri. Alle donne che accedono a questa tipologia di trattamento pensionistico, infatti, non si applica il comma 40 dell’articolo 1 della Legge 8 agosto 1995, n. 335 (la cosiddetta “Riforma Dini”) e lo “sconto” sull’età pensionabile in esso previsto. Tale norma infatti, prevede un anticipo sull’età pensionabile, 4 mesi per figlio, in favore delle lavoratrici madri che maturano la pensione esclusivamente nel sistema contributivo (con il primo contributo versato nel 1996) o che scelgono il criterio di calcolo col sistema contributivo (con il primo contributo versato prima del 1996). Ecco, quindi, che alle lavoratrici che fruiscono di Opzione Donna non si applicano questa agevolazioni e l’età pensionabile resta quello fissato.

COME FARE DOMANDA PER OPZIONE DONNA 2022

Per presentare domanda per ottenere la pensione Opzione Donna 2022 è necessario collegarsi sul sito INPS nella sezione “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”. Si può accedere all’area riservata mediante credenziali di accesso:

  • SPID;
  • Carta nazionale dei servizi (CNS);
  • Carta di identità elettronica 3.0 (CIE).

La domanda può essere presentata anche tramite:

  • Enti di Patronato, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi;

  • Contact center, chiamando il numero gratuito 803 164 da rete fissa oppure il numero 06 164 164 da rete mobile.

PENALIZZAZIONI

Perché opzione donna può essere penalizzante? L’anticipo in uscita previsto con Opzione Donna di 9 anni rispetto al regime ordinario si trova  compensata da due meccanismi, legati rispettivamente al calcolo e alla decorrenza del trattamento pensionistico rispetto alla data di raggiungimento dei requisiti.

Per quanto riguarda il primo aspetto, infatti, le lavoratrici che hanno accesso a tale misura dovranno accettare il ricalcolo del proprio trattamento pensionistico esclusivamente con il sistema contributivo, a prescindere che abbiano iniziato o meno a pagare i contributi prima del 1° gennaio 1996. Dovranno infatti optare per questo sistema in luogo di quello retributivo – per coloro che hanno una anzianità contributiva ante 1996 – secondo cui, invece, il trattamento viene in estrema sintesi calcolato in base alle retribuzione degli ultimi 5 anni. Di solito tale determinazione risulta più conveniente perché, nella stragrande maggioranza die casi, lo stipendio aumenta con l’avvicinarsi dell’età pensionabile. Per maggiori dettagli sulla differenza tra sistema retributivo e contributivo si rimanda alla pagina INPS dedicata.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, invece, quello della decorrenza del trattamento, si ricorda che esiste una finestra mobile che come anticipato fa slittare l’erogazione del trattamento pensionistico dalla data di maturazione dei requisiti, per un periodo pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome. Le lavoratrici che scelgono di aderire ad Opzione Donna, quindi, devono aspettare un po’ prima di iniziare a ricevere la pensione fisicamente. Resta comunque il beneficio dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro che, ovviamente, non ha prezzo.

RIFERIMENTI NORMATIVI

Testo della Legge di Bilancio 2022  (Pdf 2 Mb) pubblicato sulla Gazzetta Serie Generale n. 310 del 31-12-2021 – Suppl. Ordinario n. 49
Messaggio INPS n° 169 del 13-01-2022 (Pdf 55 Kb)
Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4 (Pdf 369 Kb)

ALTRI APPROFONDIMENTI E COME RESTARE AGGIORNATO

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Requisiti per andare in pensione con opzione donna

Requisiti per andare in pensione con opzione donna

Chi può andare in pensione con opzione donna nel 2022?

Chi va in pensione con Opzione Donna nel 2022? Possono accedere alla Pensione Donna 2022 le lavoratrici che hanno 58 anni se dipendenti o 59 anni se autonome, e che hanno maturato entro il 31.12.2021 il requisito contributivo di 1820 settimane (35 anni di lavoro effettivo).

Quanto si perde andando in pensione con l'opzione donna?

Quindi per la generalità delle lavoratrici la pensione così calcolata rischia di essere insufficiente per vivere. Come dimostrato dai dati Inps che evidenziano come il 90% di chi ha scelto Opzione Donna per lasciare il lavoro percepisca meno di 1.000 euro al mese di pensione.

Chi può andare in pensione con 35 anni di contributi?

L'ultima misura che consente un pensionamento con 35 anni di versamenti è lo scivolo per lavoro usurante. Tutte le categorie di lavoro usurante previste dalla Legge possono andare in quiescenza con 35 anni di contributi minimi, 61,7 anni di età e quota 97,6 completata.

Quali contributi non valgono per opzione donna?

Come si valuta invece la maternità? Per maturare la pensione con Opzione Donna sfruttando i contributi figurativi, bisogna ricordare che sono esclusi dal computo ai fini del requisito contributivo minimo dei 35 anni, i periodi di malattia o disoccupazione.