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Reddito di cittadinanza: quando arriva, carta acquisti, requisiti Isee, durata massima, offerte di lavoro.

Il reddito di cittadinanza consiste in un sussidio, erogato con carta prepagata, mediante il quale si possono acquistare beni e servizi e pagare le bollette, il mutuo o l’affitto: il suo importo varia da un minimo di 40 euro al mese a un massimo di 1.536 euro (se si tratta di pensione di cittadinanza, rivolta alle famiglie composte da over 67 e disabili gravi). Chi bara sulle condizioni per il diritto al sussidio con false dichiarazioni rischia sino a 6 anni di carcere; i controlli incrociati, di recente autorizzati dal Garante privacy, sono sempre più severi.

Non è possibile, per i beneficiari del sussidio, stare in casa a poltrire: le attività da svolgere obbligatoriamente per il proprio comune e le attività di formazione, riqualificazione e ricerca attiva del lavoro non ne danno il tempo. Sono questi i punti fermi previsti dal decreto sul reddito di cittadinanza [1], che saranno a breve rafforzati da nuove attività di politica attiva del lavoro.

Ma che cosa succederà dal 2021? Dovremo dire addio al reddito di cittadinanza? Per il 2021 non cambierà nulla, anzi, le risorse previste nella legge di bilancio sono state ampliate. Tuttavia, si vorrebbero rendere più efficaci i servizi per l’impiego e l’incontro domanda- offerta di lavoro.

Ad oggi, il sussidio è riconosciuto a due fasce di destinatari: agli over 67 (o alle famiglie con soli over 67 e disabili gravi), spetta la pensione minima di cittadinanza, che consiste in un’integrazione indiretta per chi percepisce redditi o pensioni sotto la soglia di povertà, mentre a tutti coloro che si trovano sotto la soglia di povertà ed in età lavorativa spetta il reddito di cittadinanza vero e proprio.  Ai cittadini in età lavorativa, in cambio del sussidio mensile di 780 euro (valore riferito a un nucleo familiare in affitto, con un solo componente), si richiede però la ricerca assidua di un’occupazione, la frequenza di corsi di formazione e orientamento e il lavoro gratuito a favore del proprio Comune di residenza, impegno che non è richiesto ai pensionati, ai disabili, a chi già lavora ed agli studenti.

Per quanto riguarda la pensione minima di cittadinanza, il sussidio, anche se esposto come un aumento “di fatto” dell’integrazione al trattamento minimo e delle maggiorazioni, è accreditato su carta acquisti, la carta Rdc, o con altre modalità, ma non con un aumento dell’assegno da parte dell’Inps. In base a recenti previsioni, la pensione di cittadinanza potrà in futuro essere ritirata in contanti alle Poste o in banca, senza bisogno di utilizzare la carta RdC.

L’erogazione degli importi su carta prepagata è indispensabile, secondo chi ha ideato la misura, per evitare spese vietate, come il gioco d’azzardo, servendosi del reddito di cittadinanza; in ogni caso, la riforma dei centri per l’impiego, in base a quanto annunciato, dovrebbe trasformare il reddito di cittadinanza, per coloro che si trovano in età lavorativa, in una misura straordinaria, favorendo l’incontro tra domanda e offerta d’impiego ed assicurando realmente il collocamento dei disoccupati.

Ma procediamo per ordine, e facciamo il punto della situazione sul reddito di cittadinanza: novità, come funziona, chi sono i beneficiari, a quanto ammonta, quali sono i requisiti e gli adempimenti richiesti, come ottenerlo.

Indice

  • 1 Bonus Rdc di 6 mesi per chi si mette in proprio: al via le domande
  • 2 Bonus di 6 mesi Reddito di cittadinanza per chi si mette in proprio
  • 3 Reddito di cittadinanza: nuove regole carta Rdc
  • 4 Reddito di emergenza per disoccupati
  • 5 Bonus di 500 euro sul reddito di cittadinanza per gli stagionali
  • 6 Reddito di emergenza sino a settembre 2021
  • 7 Bonus 6 mesi di reddito di cittadinanza
  • 8 Reddito di cittadinanza: pagamenti maggio 2021
  • 9 Pignoramento del reddito di cittadinanza: ad oggi è possibile
  • 10 Si può pignorare il reddito di cittadinanza?
  • 11 Reddito di cittadinanza: pagamenti aprile 2021
  • 12 Assegno di ricollocazione per beneficiari del reddito di cittadinanza: nuove modalità
  • 13 Reddito di cittadinanza e reddito di emergenza: le novità del decreto Sostegni
  • 14 Sospensione del reddito di cittadinanza per chi trova un nuovo lavoro
  • 15 Pagamento febbraio 2021 reddito di cittadinanza
  • 16 Potenziamento del reddito di cittadinanza dal 2021
  • 17 Isee entro gennaio per reddito di cittadinanza
  • 18 Aumento reddito di cittadinanza 2021
  • 19 Reddito di cittadinanza sospeso a dicembre: per chi
  • 20 Reddito di cittadinanza in anticipo per Natale
  • 21 Reddito di cittadinanza: più controlli
  • 22 Reddito di cittadinanza: in discussione la residenza in Italia per 10 anni
  • 23 Reddito di cittadinanza 2021
  • 24 Reddito di cittadinanza novembre 2020: pagamenti, sospensioni e tagli
  • 25 Reddito di emergenza: arrivano due nuove rate
  • 26 Reddito di cittadinanza: sì alle dimissioni nel periodo di prova
  • 27 Domanda di rinnovo Rdc: istruzioni dell’Inps
  • 28 Reddito di cittadinanza in scadenza
  • 29 Reddito di cittadinanza: arrivano i primi lavori obbligatori
  • 30 Reddito di cittadinanza: 400mila persone rischiano di perderlo
  • 31 Pagamento reddito di cittadinanza agosto
  • 32 In arrivo nuovi tagli alla carta Rdc
  • 33 Legittima la sospensione del reddito di cittadinanza per misure cautelari
  • 34 Calendario pagamenti reddito di cittadinanza: maggio 2020
  • 35 Si può modificare il titolare del reddito di cittadinanza?
  • 36 Approvato il reddito di emergenza
  • 37 Reddito di emergenza in arrivo col decreto maggio
  • 38 Più beneficiari per il reddito di cittadinanza
  • 39 Arriva il reddito d’emergenza
  • 40 Domanda reddito di cittadinanza nel sito dell’Inps
  • 41 Sospensione degli obblighi per coronavirus
  • 42 Reddito di cittadinanza 2020: salva la rata di gennaio
  • 43 Che cos’è il reddito di cittadinanza?
  • 44 Come funziona la pensione di cittadinanza?
  • 45 A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?
  • 46 Reddito di cittadinanza: è per sempre?
  • 47 Reddito di cittadinanza con la carta acquisti
  • 48 Chi ha diritto al reddito di cittadinanza?
  • 49 Chi lavora o percepisce la disoccupazione ha diritto al reddito di cittadinanza?
  • 50 Chi percepisce prestazioni di assistenza ha diritto al reddito di cittadinanza?
  • 51 Obbligo di lavorare per chi percepisce il reddito di cittadinanza
  • 52 Reddito di cittadinanza: lavori di pubblica utilità obbligatori
  • 53 Chi non ha obblighi?
  • 54 Convocazione dal centro per l’impiego
  • 55 Bonus assunzione per beneficiari del reddito di cittadinanza
  • 56 Assegno di ricollocazione per beneficiari del reddito di cittadinanza
  • 57 Per ottenere la pensione di cittadinanza si deve lavorare?
  • 58 Integrazione delle domande di Rdc presentate nel mese di marzo 2019
  • 59 Controlli per chi lavora in nero o in grigio
  • 60 Reddito di cittadinanza e lavoro nero
  • 61 Controlli dei Comuni sui nuclei familiari
  • 62 Che cosa succede a chi imbroglia?
  • 63 Come si chiede il reddito di cittadinanza?
  • 64 Come si comunicano le variazioni rilevanti per il reddito di cittadinanza?
  • 65 Simulatore calcolo e requisiti per il reddito di cittadinanza
  • 66 Nuovo Isee per il reddito di cittadinanza
  • 67 Col reddito di cittadinanza si può pagare il mantenimento dei figli?
  • 68 Reddito di cittadinanza per chi ha appena perso il lavoro o un sussidio
  • 69 Reddito di cittadinanza: nuove istruzioni dall’Inps
  • 70 Reddito di cittadinanza: 600mila nominativi sottoposti a controllo

Bonus Rdc di 6 mesi per chi si mette in proprio: al via le domande

L’Inps, con circolare 175/2021, ha illustrato la disciplina del bonus Reddito di cittadinanza di 6 mesi (art. 8 co.4 DL 4/2019), nonché le modalità di richiesta e di erogazione di questo beneficio addizionale.

Il beneficio è riconosciuto, nel rispetto delle modalità di richiesta e di erogazione stabilite con decreto 12 febbraio 2021 del Ministro del lavoro, di concerto con Mef e Mise, previa domanda da inoltrare tramite il portale web dell’Inps, presentando il nuovo modello “Com Esteso”, reso disponibile telematicamente dall’Istituto.

Bonus di 6 mesi Reddito di cittadinanza per chi si mette in proprio

L’Inps, con messaggio 3212/2021, ha fornito chiarimenti in merito al beneficio addizionale pari a 6 mensilità del Reddito di cittadinanza, in favore dei beneficiari di Rdc che avviano, entro i primi 12 mesi di fruizione:

  • un’attività lavorativa autonoma;
  • un’attività d’impresa individuale;
  • una società cooperativa.

In particolare, l’istituto informa che è possibile presentare domanda di beneficio addizionale, previa compilazione del nuovo schema di modello telematico “RdC-Com Esteso”, tramite il portale web Inps, gli Istituti di patronato ed i Caf.

A breve sarà pubblicata un’apposita circolare, con la quale sarà illustrata la disciplina di dettaglio.

Reddito di cittadinanza: nuove regole carta Rdc

Il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 30 aprile 2021, recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, attua la previsione dell’art. 5, co. 6, DL 4/2019, che consente ai componenti maggiorenni del nucleo familiare beneficiario del reddito di cittadinanza di suddividere pro quota l’importo dell’RdC. Attualmente, infatti, il beneficio è erogato tramite una sola carta RdC attribuita al richiedente, su cui è corrisposto l’intero importo mensile.

Nel dettaglio, a partire dal 1° giugno 2021, il reddito di cittadinanza può essere erogato suddividendo in parti uguali, tra i familiari maggiorenni, la quota base del sostegno, pari a un massimo di 500 euro al mese, elevabili sino a 1.100 euro in base alla scala di equivalenza.

La suddivisione della quota comporta il rilascio di tante carte Rdc quanti sono i componenti maggiorenni del nucleo.

La quota di RdC a sostegno al pagamento del canone di affitto o mutuo resta, invece, attribuita al beneficiario intestatario del contratto di affitto o del mutuo.

La domanda può essere presentata sia durante l’erogazione dell’RdC che contestualmente alla richiesta del sussidio: ad oggi, per la presentazione della domanda di suddivisione, occorre comunque attendere che l’Inps metta a disposizione l’apposito modulo.

Perché possa essere effettuata la suddivisione, l’importo della prima quota di RdC deve risultare superiore a 200 euro mensili, nel mese in cui viene effettuata la domanda.

Il rilascio di più Carte RdC innalza, inoltre, il limite di prelievo delle somme in contanti: in pratica, al posto dell’attuale limite di 100 euro mensili moltiplicati per la scala di equivalenza, su ciascuna carta sarà possibile prelevare contanti sino a 100 euro mensili; se ci sono più di due componenti maggiorenni il limite però si abbassa ad 80 euro mensili, indipendentemente dal numero di minorenni presenti nel nucleo.

Reddito di emergenza per disoccupati

Chi ha terminato di percepire il sussidio di disoccupazione tra il 1° luglio 2020 ed il 28 febbraio 2021, se soddisfa determinati limiti Isee, ottiene il Rem senza dover soddisfare i requisiti previsti per la generalità dei casi, fatte salve le ipotesi di incompatibilità (per i dettagli, vedi Reddito di emergenza disoccupati). L’Inps, con comunicato stampa del 19 maggio 2021, ha chiarito che le domande di Reddito di emergenza presentate entro il 30 aprile 2021 dai nuclei familiari aventi al proprio interno ex percettori di Naspi o Dis-coll saranno definite entro il 15 giugno 2021.

Bonus di 500 euro sul reddito di cittadinanza per gli stagionali

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, per far fronte all’attuale carenza di manodopera, a suo dire causata dal reddito di cittadinanza, ha proposto un bonus di 500 euro ai beneficiari del sussidio che accetteranno di lavorare come stagionali. Più precisamente, ha proposto alle aziende l’erogazione, a favore dei lavoratori stagionali, di un compenso di 500 euro mensili, da aggiungere all’importo del reddito di cittadinanza spettante, che non subirebbe modifiche.

La proposta appare di difficile realizzazione, dal momento che il decreto sul reddito di cittadinanza (artt. da 1 a 13 del DL. 4/2019) prevede pochissime e tassative ipotesi in cui il beneficiario del sussidio può percepire altri redditi senza subire la riduzione o la perdita del Rdc.

Reddito di emergenza sino a settembre 2021

Il decreto Sostegni bis, prossimo alla pubblicazione, prevede sino a 4 mensilità in più di sussidio. In particolare, il Rem dovrebbe essere prorogato sino al mese di settembre 2021.

Bonus 6 mesi di reddito di cittadinanza

Finalmente operativo, con la pubblicazione del DM 12 febbraio 2021, il beneficio addizionale per i destinatari di reddito di cittadinanza che si mettono in proprio, avviando un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o una società cooperativa, entro i primi 12 mesi di fruizione del sussidio.

Il bonus per chi avvia l’attività è pari a 6 mensilità di reddito di cittadinanza, nei limiti di 780 euro mensili. Ne abbiamo parlato in: Bonus reddito di cittadinanza per chi si mette in proprio.

Reddito di cittadinanza: pagamenti maggio 2021

Per il mese di maggio 2021, il reddito di cittadinanza verrà erogato:

  • entro il 15 maggio, per coloro che lo hanno richiesto per la prima volta nel mese di aprile 2021, o che ne hanno chiesto il rinnovo nel mese di aprile 2021;
  • entro il 27 maggio, per gli altri beneficiari.

Pignoramento del reddito di cittadinanza: ad oggi è possibile

Il maxi-emendamento per la conversione del decreto Sostegni avrebbe dovuto prevedere l’impignorabilità del reddito di cittadinanza, ma ogni riferimento in merito al pignoramento del sussidio è stato stralciato; la situazione resta dunque immutata, con la possibilità di pignorare il reddito di cittadinanza.

Si può pignorare il reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza sono pignorabili? La pensione di cittadinanza, avendo la natura di sussidio finalizzato a contrastare la povertà, è non pignorabile. In merito al pignoramento del reddito di cittadinanza, invece, si è recentemente espresso il Tribunale di Trani (causa RG 6028- 2018-1), negando l’impignorabilità in quanto, prescindendo dall’osservanza dell’articolo 545 del Codice di procedura civile (che elenca tutti i casi in cui i crediti non possono essere pignorati), nel decreto istitutivo dell’Rdc (DL 4/2019) è assente ogni riferimento alla sua natura alimentare. Il reddito di cittadinanza, secondo i giudici, può essere pignorato per la corresponsione dell’assegno alimentare al coniuge o per i debiti col Fisco.

La pensione di cittadinanza non è, invece, pignorabile: a differenza del reddito di cittadinanza, concepito come una misura di politica attiva del lavoro, la pensione di cittadinanza nasce infatti come sussidio a chi non è più nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro. La misura si colloca dunque tra i crediti che non possono essere sottoposti a pignoramento, così come stabilito dall’articolo 545 del Codice di procedura civile.

Reddito di cittadinanza: pagamenti aprile 2021

Per il mese di aprile 2021, il reddito di cittadinanza verrà erogato:

  • entro il 15 aprile, per coloro che lo hanno richiesto per la prima volta nel mese di marzo 2021, o che ne hanno chiesto il rinnovo nel mese di marzo 2021;
  • entro il 27 aprile, per gli altri beneficiari.

Assegno di ricollocazione per beneficiari del reddito di cittadinanza: nuove modalità

Come noto, i beneficiari del reddito di cittadinanza alla ricerca d’impiego hanno il diritto di ricevere l’assegno di ricollocazione: si tratta di un voucher, spendibile presso i servizi per l’impiego, sino a 5mila euro d’importo, finalizzato a finanziare un programma intensivo di ricerca di lavoro.

In merito all’assegno, l’Anpal ha di recente comunicato che, dal 1° aprile, tutte le comunicazioni inerenti il diritto al voucher per i beneficiari del reddito di cittadinanza verranno inviate ai cittadini, alle sedi operative e ai centri per l’impiego mediante posta elettronica ordinaria e non più tramite pec (posta elettronica certificata). Resta, invece, invariato il sistema di notifiche via sms ai cittadini.

Reddito di cittadinanza e reddito di emergenza: le novità del decreto Sostegni

In base alle disposizioni del decreto Sostegni, approvato dal Consiglio dei ministri, il finanziamento del reddito di cittadinanza è stato incrementato di un miliardo di euro.
Inoltre, per l’anno 2021, qualora la stipula di uno o più contratti di lavoro subordinato a termine comporti un aumento del valore del reddito familiare ai fini del Rdc sino a 10mila euro annui, il sussidio è sospeso per la durata dell’attività lavorativa che ha prodotto l’aumento del valore del reddito familiare, fino a un massimo di 6 mesi. In buona sostanza, chi riscontra un aumento del reddito familiare entro i 10mila euro per aver trovato un nuovo impiego a tempo determinato “congela” il diritto al reddito di cittadinanza e non subisce il decremento dell’importo del sussidio.

Per quanto riguarda il reddito di emergenza Rem, il sussidio è stato ampliato per tre ulteriori mensilità da marzo a maggio 2021 ed è stata aumentata la soglia di reddito per il diritto a sussidio, a favore delle famiglie in affitto.

La domanda per le quote di Rem deve essere presentata all’Inps entro il 30 aprile 2021.

Le tre ulteriori quote di Rem sono riconosciute, senza dover rispettare i requisiti validi per la generalità dei beneficiari (salvo incompatibilità con altri sussidi) a chi ha cessato tra il primo luglio 2020 e il 28 febbraio 2021 la Naspi o la Dis-coll e non ha né un lavoro subordinato o un contratto di collaborazione né una pensione diretta o indiretta, se l’Isee non è superiore a 30mila euro. Per approfondire: Guida al reddito di emergenza.

Sospensione del reddito di cittadinanza per chi trova un nuovo lavoro

Il ministro Orlando, in audizione a Montecitorio, ha annunciato di voler rifinanziare il reddito di cittadinanza con un miliardo di euro: tuttavia, per evitare che i beneficiari siano disincentivati nella ricerca di un nuovo lavoro, vorrebbe consentire a chi percepisce il sussidio di lavorare senza perdere il diritto al Rdc e senza che l’importo mensile si abbassi. In pratica, chi oggi prende il reddito di cittadinanza e trova un lavoro a tempo determinato, potrebbe sospendere il reddito di cittadinanza, essere assunto e, al termine del rapporto di lavoro, continuare a percepire il sussidio alle stesse condizioni di prima, senza tagli dell’importo, mettendosi chiaramente alla ricerca di una nuova occupazione.

Pagamento febbraio 2021 reddito di cittadinanza

Per chi beneficia della ricarica Rdc da oltre un mese, il pagamento da parte dell’Inps del sussidio avviene normalmente il giorno 27. Bisogna però considerare che le date di ricarica della card non sono uguali per tutti, perché sono legate a quelle di presentazione della domanda di accesso al sussidio.

Nello specifico, chi ha presentato la domanda prima del mese di febbraio 2021 incassa la rata entro il 27 febbraio 2021. Chi invece ha presentato la domanda per il sussidio entro il 28 febbraio 2021, riceverà la prima mensilità da parte dell’Inps a partire dal 15 marzo 2021. Il beneficiario riceverà la carta di cittadinanza direttamente da Poste Italiane con accreditata la cifra spettante.

Potenziamento del reddito di cittadinanza dal 2021

La legge di bilancio 2021, all’art.1 co. 371 incrementa, per gli anni dal 2021 fino al 2028 ed a decorrere dal 2029, l’autorizzazione di spesa per il finanziamento del reddito di cittadinanza.
Nel dettaglio, la disposizione incrementa l’autorizzazione di spesa di un importo pari a 196,3 milioni di euro per l’anno 2021, 473,7 milioni di euro per l’anno 2022, 474,1 milioni di euro per l’anno 2023, 474,6 milioni di euro per l’anno 2024, 475,5 milioni di euro per l’anno 2025, 476,2 milioni di euro per l’anno 2026, 476,7 milioni di euro per l’anno 2027, 477,5 milioni di euro per l’anno 2028 e 477,3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029.

Il Governo pensa inoltre di destinare circa un miliardo di euro in più al Rdc, attraverso il decreto Ristori 5. Per il 2021 sono previsti circa 700mila beneficiari in più.

Isee entro gennaio per reddito di cittadinanza

L’Inps ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla necessaria presentazione della Dsu 2021 per il rilascio dell’Isee 2021, ai fini del calcolo della rata mensile del reddito di cittadinanza.

La dichiarazione Isee Dsu presentata nel 2020 ha validità fino al 31 dicembre 2020: pertanto, a partire dal 1° gennaio 2021, occorre presentare tempestivamente la nuova dichiarazione Isee 2021.

Per quanto riguarda il reddito e la pensione di cittadinanza, l’assenza della dichiarazione Isee 2021 determinerà la sospensione del sussidio, sino alla presentazione di una nuova Dsu.

Aumento reddito di cittadinanza 2021

Nel 2021, con la presentazione della nuova dichiarazione Isee, l’importo del reddito di cittadinanza per alcuni beneficiari aumenterà.

Si tratta di chi:

  • ha subito un peggioramento della situazione economica nel 2019 (per il rilascio dell’Isee 2021 si tiene conto di redditi e patrimoni relativi al periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019); il ricalcolo è automatico ed è effettuato dall’Inps una volta acquisito il nuovo indicatore;
  • ha subito un peggioramento della situazione economica nel 2020, tale da consentire di richiedere l’Isee corrente, con il quale vengono presi in considerazione redditi e patrimoni degli ultimi 12 mesi (quindi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020).

Reddito di cittadinanza sospeso a dicembre: per chi

In arrivo un magro Natale, per chi ha fatto domanda di reddito di cittadinanza per la prima volta a maggio 2019, ricevendo la prima ricarica Rdc nel mese di giugno 2019: è scaduto infatti nel mese di novembre 2020 il termine dei 18 mesi relativo alla durata del sussidio.

Il sussidio è, comunque, rinnovabile per altri 18 mesi, qualora sia verificata la permanenza dei requisiti necessari: il DL 4/2019 prevede però che, prima di continuare a ricevere il reddito di cittadinanza, sia osservato un mese di sospensione.

In pratica, chi a novembre ha visto scadere il periodo dei 18 mesi non riceverà alcuna ricarica a dicembre; le ricariche Rdc torneranno a gennaio, se nel mese in corso l’interessato avrà provveduto alla richiesta di rinnovo.

Reddito di cittadinanza in anticipo per Natale

Nell’imminenza delle festività natalizie, l’accredito del reddito di cittadinanza potrebbe essere effettuato prima del 27 dicembre. Con tutta probabilità, l’accredito della ricarica Postepay Rdc potrebbe avvenire tra il 20 e il 23 dicembre, per permettere ai beneficiari di poter utilizzare i soldi della card per fare la spesa o per le feste natalizie, considerando anche le giornate di chiusura previste. Lo scorso anno l’Inps decise di pagare i beneficiari il 20 dicembre. Si attende una prossima nota dell’istituto al riguardo.

Reddito di cittadinanza: più controlli

Il Garante della privacy ha dato il via libera alla possibilità di effettuare dei controlli più approfonditi sui beneficiari del Rdc, incrociando i dati relativi al contribuente, come richiesto dall’Inps, anche in modalità telematica. Si tratta di informazioni che riguardano la salute, la situazione economica, sociale e finanziaria o eventuali condanne penali. Nel mirino anche cittadini minorenni.

Reddito di cittadinanza: in discussione la residenza in Italia per 10 anni

La Commissione europea e il tribunale di Milano stanno esaminando, in questi giorni, il requisito Rdc  che riguarda la necessità di avere la residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in modo continuativo. La previsione risulterebbe discriminatoria, non solo nei confronti dei cittadini stranieri che lavorano nel nostro Paese, ma anche degli italiani che, per lavoro o problemi economici, si sono dovuti recare all’estero per brevi periodi di tempo.

Reddito di cittadinanza 2021

La legge di bilancio 2021 prevede il rafforzamento delle risorse per il reddito di cittadinanza, che quindi non verrà assolutamente abolito: l’aumento dei fondi si è reso comunque necessario a causa della forte crisi economica dovuta all’attuale pandemia. Necessario, per chi già percepisce il sussidio, prestare la massima attenzione al rinnovo dell’Isee, da presentare entro il 31 gennaio 2021, nonché al rinnovo dello stesso Rdc, che scade dopo 18 mesi dall’inizio della fruizione.

Reddito di cittadinanza novembre 2020: pagamenti, sospensioni e tagli

I pagamenti del reddito di cittadinanza 2020, ossia le ricariche della carta Rdc, per il mese novembre avverranno:

  • dal 27 novembre, per chi ha presentato la domanda di reddito di cittadinanza entro il 30 settembre 2020;
  • dal 15 novembre, contestualmente alla consegna della carta, per chi ha presentato la domanda entro il 31 ottobre.

Chi riceve il sussidio da maggio 2019 ed ha esaurito, nel mese di ottobre, le 18 mensilità di erogazione del sussidio, subisce la sospensione del Rdc nel mese di novembre 2020.

La domanda per il rinnovo Rdc deve essere inoltrata sul sito ufficiale o su Inps online o presso un Caf, presentando il modello Isee aggiornato al 2020 e il modulo Sr180. In caso di accettazione, l’interessato ricomincerà a ricevere normalmente il sussidio per 18 mensilità a partire dal mese di dicembre.

A novembre è, inoltre, previsto un taglio fino al 20% dell’importo mensile erogato in caso di sussidio non speso interamente. Per approfondire: Rdc non speso, che cosa succede.

Reddito di emergenza: arrivano due nuove rate

Il decreto ristori (DL 137/2020)  ha previsto due ulteriori rate del reddito di emergenza (il sussidio a favore delle famiglie in difficoltà temporaneo): coloro che hanno già beneficiato della mensilità aggiuntiva di Rem con il decreto agosto non devono presentare nuova domanda all’Inps (l’istituto procede d’ufficio); i nuovi nuclei familiari, cioè coloro che non hanno fruito dell’ultima proroga, devono invece presentare un’apposita richiesta all’Inps entro il 30 novembre 2020. Per approfondire: Reddito di emergenza 2020.

Reddito di cittadinanza: sì alle dimissioni nel periodo di prova

Si amplia la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Recenti chiarimenti (ministero del Lavoro, nota prot.  10617/2020) hanno infatti compreso tra gli aventi diritto anche coloro che hanno rassegnato le dimissioni durante il periodo di prova. La precarietà e la specialità che caratterizzano la disciplina del lavoro in prova non comportano difatti l’esclusione dal beneficio (art.2, co. 3 DL 4/2019).

Domanda di rinnovo Rdc: istruzioni dell’Inps

L’Inps, con messaggio 3627/2020, ha fornito importanti chiarimenti in merito alle domande di rinnovo del reddito di cittadinanza, per chi ne ha fruito in modo continuativo da aprile 2019 e ha pertanto terminato i 18 mesi di fruizione nel mese di settembre 2020. Nel messaggio, sono state illustrate le regole sul computo dei 18 mesi nell’ipotesi in cui il periodo massimo sia raggiunto con la fruizione di 2 o più domande, nonché le regole sulle variazione di elementi relativi al nucleo familiare.

Reddito di cittadinanza in scadenza

Per chi ha presentato domanda di reddito di cittadinanza nel mese di marzo 2019, scadono a ottobre 2020 i 18 mesi di fruizione. Per continuare a percepire il sussidio, è indispensabile presentare una nuova domanda.

Reddito di cittadinanza: arrivano i primi lavori obbligatori

Obbligo di lavorare a favore della collettività, per chi abita nel distretto socio- sanitario Ventimigliese e percepisce il reddito di cittadinanza.

Una recente determina dell’amministrazione del distretto, difatti, prevede l’impegno dei beneficiari del Rdc in una serie di progetti per i Comuni facenti parte del distretto stesso, che sono:  Ventimiglia, Apricale, Dolceacqua, Vallecrosia, San Biagio della Cima, Soldano, Perinaldo e Bordighera.

A Ventimiglia i beneficiari di Rdc saranno impegnati in “E-state sicuri”, a Bordighera nelle manutenzione delle aree verdi, ad Apricale nel progetto “Collaborazione civica”, a Dolceacqua in “Il Comune rivive”; a Vallecrosia, San Biagio della Cima, Soldano e Perinaldo i percettori del reddito lavoreranno per “Passo dopo passo, cittadinanza per comunità civica”.

Reddito di cittadinanza: 400mila persone rischiano di perderlo

Ripristinate le misure di condizionalità per i beneficiari del reddito di cittadinanza, ossia l’obbligo di cercare lavoro e di partecipare alle attività di politica attiva (formazione, riqualificazione, stage, progetti) previste dai centri per l’impiego, nonché di presentarsi alle convocazioni del centro per l’impiego.

I percettori del reddito di cittadinanza dovranno dunque mettersi in regola nelle prossime settimane se vogliono continuare a riscuotere il sussidio e recarsi presso i centri per l’impiego.

Se l’interessato non si presenta a 3 convocazioni, decade dal reddito di cittadinanza: il Governo ha dunque domandato all’Anpal di accelerare le pratiche delle convocazioni.

Pagamento reddito di cittadinanza agosto

Gli accrediti del reddito o della pensione di cittadinanza su carta Rdc sono previsti, relativamente alla mensilità di agosto 2020:

  • entro il 27 agosto 2020, per chi già percepisce il sussidio almeno da luglio 2020 ed ha un Isee in corso di validità;
  • dal 15 settembre 2020, se la domanda di reddito o di pensione di cittadinanza è presentata nel mese di agosto 2020; Poste Italiane rilascerà la carta RdC con già accreditata la somma spettante.

In arrivo nuovi tagli alla carta Rdc

Con la pubblicazione del nuovo decreto sulle tempistiche di fruizione del Rdc reddito di cittadinanza [3] partiranno a breve le verifiche sull’utilizzo della Carta Rdc.

In particolare, se entro il mese successivo a quello della ricarica l’importo non viene speso, l’ammontare del sussidio residuo, ad eccezione di eventuali arretrati, viene sottratto:
• nei limiti del 20% del reddito di cittadinanza spettante;
• nella mensilità successiva a quella in cui il beneficio non è stato interamente speso.

Relativamente a ciascun semestre di erogazione, viene poi effettuata una verifica dell’eventuale ammontare complessivamente non speso.

In particolare, l’ammontare complessivo non speso oppure non prelevato nel semestre viene decurtato dalla disponibilità della carta, fatta eccezione per una mensilità di sussidio riconosciuto.

Legittima la sospensione del reddito di cittadinanza per misure cautelari

La disposizione del decreto sul reddito di cittadinanza (art. 7-ter, co. 1 DL 4/2019) che prevede la sospensione dell’erogazione del sussidio per i richiedenti a cui sia stata applicata una qualsiasi misura cautelare personale è legittima, anche se adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo. Questo perché la sospensione si fonda su un giudizio di pericolosità del beneficiario insita nell’applicazione della misura cautelare e rientra nei poteri discrezionali del legislatore. Lo ha affermato la Corte Costituzionale con la sentenza 122/2020.

Calendario pagamenti reddito di cittadinanza: maggio 2020

Per il mese di maggio 2020, è il giorno 27 la data entro cui verificare l’avvenuto pagamento- ricarica carta Rdc, se la domanda di sussidio è stata accolta entro marzo 2020. L’accredito del reddito di cittadinanza per le domande accolte a maggio avverrà entro il mese di giugno.

Si può modificare il titolare del reddito di cittadinanza?

La legge istitutiva del reddito di cittadinanza non disciplina espressamente la possibilità di modificare il titolare della prestazione o i dati anagrafici dichiarati in domanda.

Che cosa fare, allora, se sorge l’esigenza di aggiornare o modificare i dati anagrafici del richiedente la prestazione e/o del suo tutore, di inserire o eliminare un tutore o modificarlo, oppure di modificare il titolare della carta Rdc, attribuendola – in casi di stretta necessità – a un altro membro del nucleo beneficiario?

E se sorge la necessità di aggiornare i dati relativi alla residenza del nucleo beneficiario?

Per far fronte a questa necessità, è stata rilasciata un’apposita utility che consente alle sedi Inps di aggiornare i dati autodichiarati in domanda, purché questa sia in corso di istruttoria e non sia stata oggetto di revoca o decadenza e purché non sia esaurita la durata (18 mesi) della prestazione di RdC/PdC.

Le variazioni possibili sono le seguenti:

  • la variazione delle generalità, dei dati anagrafici del richiedente la carta e del tutore, se presente;
  • la variazione dello stato di cittadinanza e del luogo di residenza del richiedente;
  • la variazione degli estremi del documento di riconoscimento, ovvero dei dati del documento di riconoscimento del richiedente e/o del tutore, ove presente;
  • la variazione dei recapiti per le comunicazioni (dati di domicilio, e-mail e telefono cellulare).

Come chiarito nel messaggio Inps 1983/2020, l’aggiornamento dei dati anagrafici del richiedente e/o del tutore, l’indicazione di un nuovo titolare della carta (richiedente) tra i membri del nucleo, la sostituzione (o la nomina o il venir meno) di un tutore comportano in ogni caso la generazione e il rilascio di una nuova carta da parte di Poste Italiane.

Tutte le modifiche possono essere richieste presso le sedo territoriali Inps, anche tramite Pec, previo possesso di idonea documentazione, cioè di un documento di identità in corso di validità, del codice fiscale e di ogni altro documento che attesti la necessità di modifica dei dati (ad esempio, provvedimento di nomina di un tutore), dichiarati all’atto della domanda o intervenuti successivamente (ad esempio, modifica del codice fiscale e/o del nome e cognome del richiedente).

Approvato il reddito di emergenza

Il decreto Rilancio introduce il Reddito di emergenza dal mese di maggio 2020 (“Rem”), quale misura di sostegno al reddito per i nuclei familiari in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da coronavirus. Il reddito è erogato dall’Inps in due quote ciascuna pari all’ammontare di 400 euro, da moltiplicare per la scala di equivalenza, sino a un massimo di 800 euro ciascuna.

Le domande per il Rem devono essere presentate entro il termine del mese di giugno 2020. Il Rem è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso di determinati requisiti fra i quali un determinato valore:

  • del reddito familiare;
  • del patrimonio mobiliare familiare (un valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento all’anno 2019 inferiore a una soglia di euro 10mila, accresciuta di euro 5mila per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20mila, il massimale è incrementato di 5mila euro in caso di presenza nel nucleo familiare di un componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza);
  • dell’Isee (15mila euro).

Il Rem non è compatibile con le indennità previste dal decreto Cura Italia, né con le indennità d’integrazione salariale previste dagli articoli 20 e 21 del presente decreto.

Il Rem non è altresì compatibile con la presenza nel nucleo familiare di componenti che siano, al momento della domanda:

  • titolari di pensione diretta o indiretta ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità;
  • titolari di un rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore ad una determinata soglia;
  • percettori di reddito di cittadinanza oppure di misure aventi finalità analoghe.

Non è dunque possibile cumulare reddito di emergenza e reddito di cittadinanza. Ai fini dell’erogazione del Rem è autorizzato un determinato limite di spesa per l’anno 2020.

Per approfondire: Guida al reddito di emergenza

Reddito di emergenza in arrivo col decreto maggio

Reddito di emergenza a sostegno delle famiglie con Isee inferiore a 15mila euro e patrimonio mobiliare sotto i 10mila, aumentato fino ad un massimo di 20mila tenendo conto degli altri componenti del nucleo. Il sussidio è riconosciuto per tre mesi. L’importò partirà da 400 euro al mese, sino a un massimo di 800 euro mensili. Se la famiglia gode del reddito di cittadinanza,  il reddito di emergenza Rem andrà a integrazione.

Più beneficiari per il reddito di cittadinanza

Il decreto maggio, che sta per essere varato dal Governo, amplia le soglie per l’accesso al reddito di cittadinanza: : la soglia Isee è incrementata da 9.360 euro a 10mila euro, la soglia del valore patrimoniale aumenta da 30mila a 50mila euro, la soglia del patrimonio mobiliare cresce da 6mila a 8mila euro per un single.

Arriva il reddito d’emergenza

In arrivo, attraverso il decreto-maggio (che sta per essere “varato dal Governo”) il nuovo  Reddito d’emergenza, che riguarderà circa 1 milione di nuclei familiari: si tratta di un importo da 400 a 800 euro mensili in base alla consistenza del nucleo familiare, spettante per 3 mensilità; l’importo è cumulabile con il Reddito di cittadinanza ma non con il bonus per i lavoratori autonomi.

Per ottenere il Reddito d’emergenza è necessario avere un Isee inferiore a 15mila euro e un valore del patrimonio mobiliare nel 2019 da 10mila a 20 mila euro, in base al numero dei componenti della famiglia (il valore è accresciuto di 5mila euro per ogni componente sino al tetto di 20 mila euro). Le domande vanno presentate entro luglio.

Domanda reddito di cittadinanza nel sito dell’Inps

Le domande di Reddito e Pensione di Cittadinanza (domanda Rdc/Pdc) possono essere presentate:

  • tramite gli sportelli delle Poste;
  • accedendo in via telematica, tramite Spid, al sito www.redditodicittadinanza.gov.it;
  • presso i Caf;
  • presso gli istituti di patronato.

Alla luce del particolare momento che sta attraversando il Paese e della necessità di limitare gli spostamenti delle persone per meglio fronteggiare l’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia di coronavirus, col messaggio 1681/2020 l’Inps ha informato della nuova possibilità di trasmettere la domanda di Reddito e Pensione di Cittadinanza anche attraverso il sito internet dell’istituto.

Per compilare la domanda è necessario autenticarsi nel sito dell’Inps con Pin dispositivo, Spid, Carta Nazionale dei Servizi Cns e Carta di Identità Elettronica Cie.

Il servizio è raggiungibile nella sezione del sito “Reddito di cittadinanza/pensione di cittadinanza” .

Anche in questo caso, per la valida presentazione della domanda il richiedente deve essere in possesso di  un’Isee valido, o comunque deve presentare la dichiarazione Isee al momento della presentazione della domanda di Reddito di Cittadinanza.

I dati richiesti e le dichiarazioni di responsabilità previsti in sede di presentazione della domanda sono gli stessi previsti dal modulo di domanda RdC/Pdc.

Sospensione degli obblighi per coronavirus

Il beneficiario del reddito di cittadinanza è tenuto a comunicare tempestivamente ogni variazione del reddito o del patrimonio: la variazione può riguardare il richiedente e qualsiasi componente del nucleo familiare.

Inoltre, la dichiarazione Isee deve essere presentata entro il mese di gennaio di ogni anno.

Il decreto Cura Italia (DL 18/2020) ha però sospeso i termini degli adempimenti connessi al reddito ed alla pensione di cittadinanza, come chiarito dall’Inps col messaggio 1608/2020. In particolare:

  • sono sospesi gli obblighi di comunicazione relativi alle variazioni del nucleo familiare: più precisamente, sono sospesi dal 23 febbraio 2020 e sino al 1° giugno i termini di decadenza previsti per la comunicazione della variazione del nucleo;
  • l’obbligo di comunicazione relativo alle eventuali variazioni dell’attività lavorativa è sospeso a partire dal 23 febbraio 2020 e sino al 1° giugno 2020, sia per le attività di lavoro autonomo, che per le attività di lavoro subordinato; con riferimento a queste ultime, qualora la variazione sia intervenuta nei 30 giorni precedenti al 23 febbraio 2020, il termine riprenderà a decorrere al termine del periodo di sospensione previsto dalla norma, salvo eventuali proroghe;
  • il termine di 15 giorni entro il quale, a pena di decadenza, devono essere comunicate le variazioni relative al patrimonio immobiliare (ad esempio, per l’acquisto di una seconda casa) e ai beni durevoli (ad esempio, acquisto di autoveicoli e motoveicoli) è sospeso dal 23 febbraio fino al 1° giugno 2020, salvo eventuali proroghe;
  • analogamente, per quanto concerne il patrimonio mobiliare (conticarte, libretti, etc.), è sospeso dal 23 febbraio 2020 il termine di 15 giorni entro cui devono essere comunicate le variazioni dello stesso derivanti da donazioni o vincite;
  • sia con riguardo al patrimonio mobiliare che immobiliare, se le variazioni sono intervenute nei 15 giorni precedenti il 23 febbraio 2020, il termine riprenderà a decorrere al termine del periodo di sospensione previsto dalla norma, salvo ulteriori proroghe.

Reddito di cittadinanza 2020: salva la rata di gennaio

L’Inps ha recentemente chiarito che , per fruire del reddito di cittadinanza nel 2020, la dichiarazione Isee va rinnovata quanto prima, in quanto scaduta il 31 dicembre 2019. Non ci saranno comunque ripercussioni negative sulla mensilità di gennaio, dunque chi non ha ancora presentato l’Isee riceverà l’assegno Rdc di gennaio 2020 regolarmente, si pensa il giorno 26 o 27 del mese.

Se, però, la dichiarazione Isee non sarà presentata entro il 31 gennaio 2020, il pagamento relativo alla rata Rdc di febbraio 2020 sarà sospeso, e riprenderà soltanto una volta presentata la dichiarazione ed elaborata l’attestazione da parte dell’Inps.

Il reddito di cittadinanza dovrebbe essere pagato, da gennaio 2020, nelle giornate 26 e 27 di ogni  mese.

Che cos’è il reddito di cittadinanza?

Cerchiamo innanzitutto di capire le caratteristiche fondamentali del nuovo reddito di cittadinanza: questo sussidio consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà relativa.

È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente, che ha l’abitazione in affitto: questa soglia è diminuita per chi è proprietario dell’abitazione principale e non paga l’affitto, ed è aumentata per chi ha un nucleo familiare con più componenti.

In base a quanto emerge dal decreto in materia, il reddito di cittadinanza non è riconosciuto con un assegno, ma accreditando l’importo spettante in una carta acquisti, la carta Rdc. La carta Rdc consente di prelevare, in contanti, sino a 210 euro al mese (220 euro per le famiglie numerose con disabili gravi), di pagare le utenze, di acquistare beni e servizi di base, e di inviare un bonifico per pagare l’affitto o il mutuo.

Come funziona la pensione di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza non  riguarda soltanto i lavoratori che si trovano sotto la soglia di povertà, ma anche i pensionati. Nello specifico, tutti coloro che hanno almeno 67 anni di età hanno diritto alla pensione di cittadinanza, sino a un massimo di 780 euro mensili (l’importo aumenta se ci sono più componenti nel nucleo familiare), se possiedono i requisiti per il sussidio (l’integrazione è più bassa per chi non paga l’affitto o il mutuo). L’attuale integrazione al trattamento minimo, pari a 513 euro mensili, e le ulteriori maggiorazioni, risultano dunque, di fatto e in modo indiretto, incrementate dalla pensione di cittadinanza.

L’integrazione può avvenire attraverso l’erogazione dell’importo spettante su una carta acquisti, oppure tramite altre modalità, come l’accredito in banca.

A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza ammonta sino a un massimo di 780 euro per ogni persona adulta e disoccupata senza alcun reddito, con affitto o mutuo a carico; per chi ha un reddito sotto soglia, il reddito di cittadinanza integra gli importi percepiti sino ad arrivare a 780 euro al mese. Nello specifico, l’importo del reddito di cittadinanza è determinato da due quote:

  • la prima quota, a integrazione del reddito familiare, ammonta a una soglia massima pari a 6mila euro annui, 500 euro al mese (630 euro al mese, 7.560 euro annui nel caso di pensione di cittadinanza) per il singolo componente; in presenza di più componenti si può arrivare a massimo 12.600 euro, cioè a 1.050 euro al mese (1.323 euro al mese, 15.876 euro annui in caso di pensione di cittadinanza); in base alla conversione in legge del decreto Rdc, per le famiglie con disabili gravi o non autosufficienti è previsto un incremento dell’importo massimo della quota base di reddito di cittadinanza erogabile (in presenza di almeno quattro componenti del nucleo familiare) da 1.050 euro a 1.100 euro mensili, e da 1.323 euro a 1.386 euro per la pensione di cittadinanza;
  • la seconda quota, a integrazione del reddito familiare, è riconosciuta ai nuclei che pagano l’affitto dell’abitazione, ed è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto (150 euro al mese, 1.800 euro annui nel caso di pensione di cittadinanza);
  • la seconda quota è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui, nel caso di nuclei familiari residenti in abitazioni di proprietà per il cui acquisto o per la cui costruzione sia stato stipulato un contratto di mutuo da un componente della famiglia.

In ogni caso il beneficio economico:
• non può superare la soglia di 9.360 euro annui (780 euro al mese) nel caso di nucleo familiare con un solo componente,
ridotta del valore del reddito familiare; la misura massima in caso di più componenti può arrivare a 19.656 euro all’anno (1.638 euro al mese, anche se nel concreto risulta minore);
• non può essere inferiore a 480 euro annui (40 euro al mese).

Per ogni componente del nucleo, il reddito aumenta di 0,4 punti se maggiorenne, e di 0,2 punti se minorenne, sino a un massimo di 2,1 (2,2 nel caso in cui in famiglia vi siano disabili gravi o non autosufficienti).

Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza risultano, in ogni caso, esentasse.

Reddito di cittadinanza: è per sempre?

Il reddito di cittadinanza è una misura strutturale: significa che non è stato previsto solo per uno o due anni, ma per sempre. Questo implica che se dovesse cadere il governo, il Rdc continuerebbe ad esistere. Leggi Reddito di cittadinanza: che succede se cade il governo?

Lo si comprende facilmente dalla lettura del testo del decreto legge che non dà date di scadenza.

Reddito di cittadinanza con la carta acquisti

Il reddito di cittadinanza viene riconosciuto, in base a quanto esposto nel decreto pensioni, tramite carta acquisti, che funziona in modo simile alla vecchia social card ed alla carta Rei, erogate alle famiglie più bisognose.

Con la carta Rdc, le operazioni consentite sono diverse. Innanzitutto, è possibile acquistare gli stessi beni e servizi che, ad oggi, è possibile acquistare con la carta Rei (la carta nella quale è accreditato il reddito d’inclusione). Si tratta, per grandi linee, dei generi alimentari, dei beni acquistabili in farmacia, parafarmacia e nella grande distribuzione.

È vietato qualsiasi acquisto legato al gioco d’azzardo: no, dunque, ai gratta e vinci, alle scommesse, alle schedine del Lotto o del Super Enalotto, ed a qualsiasi concorso a premi.

Con la carta Rdc è possibile anche pagare le utenze, come la bolletta dell’elettricità, dell’acqua e del gas.

Chi ha diritto al reddito di cittadinanza?

Possono chiedere il reddito di cittadinanza i cittadini maggiorenni che soddisfano le seguenti condizioni:

  • si trovano in stato di disoccupazione o risultano inoccupati (cioè hanno perso il posto o non hanno mai lavorato); coloro che hanno presentato le dimissioni sono esclusi dal reddito per i 12 mesi successivi alla cessazione del rapporto (salvo giusta causa), così come i detenuti ed i ricoverati in una struttura a carico dello Stato; il diritto al reddito è sospeso per chi ha subito una misura cautelare personale, anche adottata all’esito di convalida dell’arresto o del fermo, o una condanna, anche con sentenza non definitiva;
  • sono in possesso della cittadinanza italiana o di paesi facenti parte dell’Unione europea, o sono familiari di un titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, o cittadini di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • sono residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due, considerati al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, in modo continuativo;
    • i cittadini provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione europea possono ottenere il reddito o la pensione di cittadinanza soltanto se presentano una certificazione comprovante i requisiti reddituali e patrimoniali necessari per il sussidio, nonché la composizione del nucleo familiare; la certificazione deve essere redatta dall’autorità estera competente, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare italiana; l’obbligo di produrre questa certificazione non riguarda, però, i rifugiati ed i cittadini di Stati al di fuori dell’Ue nei quali sia oggettivamente impossibile acquisire un certificato con i requisiti richiesti; per approfondire: Adempimenti reddito di cittadinanza stranieri;
  • possiedono un Isee del nucleo familiare in corso di validità, inferiore a 9.360 euro;
  • possiedono un valore del reddito familiare inferiore a 6 mila euro, o a 7.560 euro, in caso di pensione di cittadinanza, da incrementare sulla base della scala di equivalenza (ossia in base al numero dei componenti della famiglia);
  • possiedono la casa di abitazione, più ulteriori immobili, anche all’estero, con un valore complessivo non superiore a 30mila euro;
  • possiedono un patrimonio mobiliare familiare (conti, carte prepagate, titoli, libretti, partecipazioni…) non superiore a 6mila euro; la soglia è incrementata di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10 mila euro, incrementati di ulteriori mille euro per ogni figlio successivo al secondo; i  massimali sono ulteriormente incrementati di 5mila euro per ogni componente con disabilità, come definita a fini Isee, presente nel nucleo; per ogni disabile grave o non autosufficiente l’incremento sale da 5mila a 7500 euro;
  • nessun componente del nucleo deve possedere autoveicoli immatricolati nei 6 mesi precedenti, o con cilindrata superiore a 1.600 cc e motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, o immatricolati nei 2 anni precedenti, navi o imbarcazioni da diporto; sono esclusi i veicoli adibiti al trasporto di disabili.

Risulta dunque indispensabile essere in possesso della dichiarazione Isee per beneficiare del reddito o della pensione di cittadinanza.

Chi lavora o percepisce la disoccupazione ha diritto al reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza è compatibile con l’attività lavorativa: nello specifico, se il lavoratore ha un contratto part time, il suo salario viene integrato, attraverso il reddito di cittadinanza, fino ad arrivare a 780 euro al mese ( se single e con affitto a carico; senza affitto l’importo scende; se vi sono più componenti della famiglia, l’importo sale).

Naspi e altre prestazioni collegate allo stato di disoccupazione sono compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite del reddito teoricamente spettante alla famiglia.

Chi percepisce prestazioni di assistenza ha diritto al reddito di cittadinanza?

Il decreto prevede che, ai fini del reddito di cittadinanza, il reddito familiare è determinato al netto dei trattamenti assistenziali eventualmente inclusi nell’Isee non più in godimento, ed include i trattamenti assistenziali in corso di godimento da parte dei componenti del nucleo familiare, fatta eccezione per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi, come l’assegno di accompagnamento.

Nel valore dei trattamenti di assistenza non rilevano il pagamento di arretrati, le riduzioni nella compartecipazione al costo dei servizi e le esenzioni e agevolazioni per il pagamento di tributi, i rimborsi di spese sostenute, i buoni servizio o altri  titoli che svolgono la funzione di sostituzione di servizi. Non rileva il bonus bebè.

Obbligo di lavorare per chi percepisce il reddito di cittadinanza

In base a quanto previsto dal decreto in materia, il reddito di cittadinanza obbliga il beneficiario (salvo l’appartenenza alle categorie esonerate) non solo a cercare assiduamente un lavoro ed a riqualificarsi, ma anche ad offrire lavoro gratuito per il proprio Comune di residenza.

Le attività lavorative e di riqualificazione impegneranno i beneficiari quasi ogni giorno.

Chi si rifiuterà di lavorare per il proprio Comune perde il sussidio; il reddito si perde anche nel caso in cui si rifiutino tre offerte di lavoro congrue, oppure la prima offerta di lavoro, se si percepisce il sussidio di cittadinanza in fase di rinnovo, dopo 18 mesi. Per sapere quando un’offerta di lavoro è equa: Offerta di lavoro congrua per il reddito di cittadinanza.

Per quanto riguarda, nello specifico, la partecipazione alle iniziative di politica attiva del lavoro previste per il beneficiario del reddito, è obbligatorio (a meno che l’interessato non sia pensionato):

  • iscriversi presso i centri per l’impiego e offrire subito la disponibilità al lavoro;
  • iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego, firmando il patto per il lavoro;
  • lavorare nei progetti eventualmente attivati dal Comune di residenza: a questo proposito, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ha firmato il decreto contenente le linee guida per i Comuni sui lavori di pubblica utilità da assegnare a chi percepisce il Reddito di Cittadinanza; sulla base di questo documento,  i Comuni potranno dunque avviare a breve i PUC, Progetti Utili alla Comunità; saranno chiamati tutti i beneficiari del Rdc non esonerati dagli obblighi connessi alle politiche attive del lavoro;
  • frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
  • effettuare ricerca attiva del lavoro in modo regolare;
  • comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito;
  • accettare uno dei primi tre lavori congrui eventualmente offerti, oppure la prima offerta di lavoro congrua, se si percepisce il sussidio di cittadinanza in fase di rinnovo, quindi dopo 18 mesi dalla concessione; in base alla conversione in legge del decreto, perché l’offerta risulti congrua, la retribuzione deve risultare superiore alla misura massima del reddito di cittadinanza fruibile dal singolo (vale a dire a 780 euro mensili), più il 10%: in parole semplici, l’offerta di lavoro, per essere considerata congrua, deve offrire uno stipendio mensile almeno pari a 858 euro (780 euro +78  euro, il 10%).

Chi ha un lavoro a tempo pieno, ma è sottopagato, ha comunque diritto all’integrazione del reddito. Nello specifico, il cosiddetto working poor è assimilato alla disoccupazione: in pratica, chi lavora, ma ha un reddito così basso da non essere tassato (cioè inferiore a 8mila euro se dipendente, a 4800 euro se autonomo, e rientra nella no tax area, in quanto le detrazioni sono più alte dell’Irpef dovuta), può beneficiare delle misure di politica attiva del lavoro come chi è in possesso dello stato di disoccupazione perché privo d’impiego.

Per saperne di più: Reddito di cittadinanza, adempimenti.

Reddito di cittadinanza: lavori di pubblica utilità obbligatori

È  stato di recente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto [7] che dà il via libera i Puc, i progetti dei comuni utili alla collettività, la partecipazione ai quali è obbligatoria per tutti i beneficiari di reddito di cittadinanza (Rdc).

In altre parole, i percettori del sussidio dovranno lavorare nell’ambito dei progetti organizzati dal comune di residenza, progetti che possono essere realizzati in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni.

L’impegno richiesto ai beneficiari di Rdc va da un minimo di 8 ore a un massimo di 16 ore settimanali. Deve essere garantita la partecipazione ai progetti del Comune almeno da parte di almeno un componente per ogni nucleo familiare (viene scelto quello più giovane). Il Comune deve garantire anche la partecipazione di coloro che percepiscono i sussidi più elevati. Per approfondire: Reddito di cittadinanza, come funzionano i Puc.

Chi non ha obblighi?

Ad oggi, sono esonerati dalla disponibilità al lavoro, e dagli obblighi connessi alla fruizione del Reddito di cittadinanza, gli studenti, i disabili (come definiti dalla normativa sul collocamento mirato), le persone già occupate o di età pari o superiore a 65 anni. I disabili gravi e i componenti con carichi di cura possono ugualmente essere esonerati da uno o più adempimenti.

Grazie alle nuove previsioni dell’accordo della conferenza stato-regioni [5], ad essere esonerati dagli obblighi sono anche i beneficiari del Rdc in malattia, i tirocinanti e le donne in gravidanza. Chi lavora, è esonerato se l’attività lo impegna per oltre 20 ore settimanali, oppure oltre 25 ore, considerando gli spostamenti dall’abitazione al luogo di lavoro e viceversa.

Convocazione dal centro per l’impiego

Dal 2 settembre 2019 i centri per l’impiego hanno 30 giorni di tempo per convocare i beneficiari del reddito di cittadinanza “occupabili”: si tratta di chi ha iniziato a percepire il sussidio nel periodo aprile-luglio e che, avendone i requisiti, deve essere inserito nel programma di ricerca di un impiego, firmando il patto per il lavoro.

Può essere utilizzata qualsiasi modalità di chiamata, compresi sms ed e-mail. Sono esclusi dalla chiamata:

  • i beneficiari della pensioni di cittadinanza e gli over65;
  • i disabili appartenenti alle categorie protette ( che possono però aderire volontariamente);
  • i caregiver con bambini sotto i 3 anni o per persone non autosufficienti;
  • coloro che hanno già sottoscritto un patto di servizio, perché si sono recati volontariamente presso un centro per l’impiego; le persone che hanno già in piedi un patto di servizio dovranno comunque essere convocate per stipulare il patto per il lavoro; chi ha in corso una misura di politica attiva del lavoro sarà convocato dal centro per l’impiego per la stipula del patto per il lavoro, entro 30 giorni dal termine dell’intervento.

Entro il 15 dicembre i centri per l’impiego effettueranno la presa in carico, verificando i casi di esonero ed esclusione.

Bonus assunzione per beneficiari del reddito di cittadinanza

L’Inps, con comunicato stampa del 15 novembre 2019, informa che è operativa la procedura informatica per richiedere l’Incentivo per l’assunzione dei percettori di reddito di cittadinanza, spettante ai datori di lavoro che assumono con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato i beneficiari di RdC. L’agevolazione può ammontare sino a un massimo di 780 euro al mese. Per approfondire: Bonus assunzione reddito di cittadinanza.

Assegno di ricollocazione per beneficiari del reddito di cittadinanza

I beneficiari di Rdc hanno anche diritto a una prestazione economica che può arrivare sino a 5mila euro, l’assegno di ricollocazione.

L’assegno è riconosciuto sotto forma di voucher, quindi di buono che può essere speso presso i centri per l’impiego o le agenzie per il lavoro, o presso i delegati della Fondazione consulenti per il lavoro: chi aiuta il cittadino a trovare lavoro può incassare l’assegno di ricollocazione solo se riesce a trovare una nuova occupazione al beneficiario del buono.

La misura dell’assegno di ricollocazione varia non solo a seconda della durata del contratto di lavoro concluso dal disoccupato, ma anche del suo profilo di occupabilità, che dipende dall’età, dal sesso, dall’istruzione, dall’esperienza e dalla residenza: in pratica, più è difficile collocare il lavoratore, più è alto l’assegno per chi trova lavoro, sino a 5mila euro.

I percettori del sussidio beneficiari di Rdc, come abbiamo osservato, sono tenuti a stipulare il Patto per il lavoro con il centro per l’impiego: decorsi 30 giorni dalla data di liquidazione della prestazione, ricevono dall’Anpal l’assegno di ricollocazione (Adr) da spendere presso i soggetti abilitati ai servizi di assistenza al reimpiego.

A pena di decadenza dal reddito di cittadinanza, inoltre, il beneficiario di Rdc deve attivare il servizio di assistenza intensiva alla ricollocazione: in pratica, deve scegliere il soggetto che deve svolgere il servizio di assistenza e fissare la data del primo appuntamento, entro 30 giorni dal riconoscimento dell’assegno. Se non attiva il servizio di assistenza intensiva, perde il reddito.

Se l’ente prescelto non si attiva nella ricollocazione del beneficiario, questi deve rivolgersi ad un altro soggetto che può erogare il servizio.

Per ottenere la pensione di cittadinanza si deve lavorare?

Per ottenere la pensione di cittadinanza non è generalmente necessario lavorare, in quanto i beneficiari del sostegno sono gli over 67, o i disabili gravi o non autosufficienti. I beneficiari della pensione di cittadinanza sono esonerati da tutte le misure di politica attiva del lavoro, e lo sono anche gli over 65 e i disabili destinatari del collocamento obbligatorio, gli studenti e coloro che già lavorano (che comunque possono scegliere di avvalersi ugualmente delle misure).

Possono essere esonerati anche i disabili gravi e non autosufficienti, e le persone con carichi di cura.

Integrazione delle domande di Rdc presentate nel mese di marzo 2019

Dal mese di ottobre 2019, il contenuto delle dichiarazioni già rese da coloro che hanno presentato la domanda di Rdc nel mese di marzo 2019 deve essere allineato a quello previsto a regime dopo la conversione in legge del decreto, conformemente ai nuovi modelli.

In particolare, il modello deve essere integrato con la dichiarazione, da rendersi a cura del richiedente il sussidio, sulla mancata sottoposizione a misure cautelari personali, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, e sulla mancanza di condanne definitive nei dieci anni precedenti la richiesta, per i delitti indicati nel decreto legge istitutivo del reddito di cittadinanza [6].

Conseguentemente, per evitare che i beneficiari del sussidio con decorrenza aprile 2019 debbano nuovamente presentare domanda, con aggravio di tempi, costi e sovraccarico dei sistemi informativi, e per garantire la continuità nell’erogazione del beneficio economico e nel processo di presa in carico presso i Centri per l’impiego e i Comuni,i nuclei familiari interessati possono integrare le dichiarazioni di responsabilità presentate assieme alla domanda di Rdc e prendere atto delle informative aggiornate, con le modalità  descritte nel messaggio Inps 3568 del 2 ottobre 2019.

L’integrazione, sussistendo tutte le condizioni di legge, rende possibile la prosecuzione nella percezione del Rdc senza interruzioni.

Controlli per chi lavora in nero o in grigio

Lavorare col reddito di cittadinanza è possibile, purché l’attività sia comunicata all’Inps entro 30 giorni, tramite l’apposito modello Rdc/ Pdc Com esteso. Il reddito da lavoro dipendente e assimilato rileva per l’80%, nella rideterminazione del sussidio, mentre chi avvia un’attività di lavoro autonomo continua a fruire integralmente del sussidio per 2 mesi. Molti, però, preferiscono fare i furbi, e lavorare senza comunicare nulla, per avere sempre lo stesso beneficio.

Proprio per questo, è stato disposto un rafforzamento dei controlli, sia dalla Guardia di Finanza che dall’Ispettorato del lavoro, anche tramite le ordinarie ispezioni in azienda.

Se il lavoratore non ha effettuato la comunicazione entro 30 giorni ed è sorpreso a lavorare in azienda, commette reato. Analogamente, il reato si configura nei casi in cui l’attività lavorativa “in nero” sia stata intrapresa precedentemente all’istanza di Rdc ed il compenso percepito non sia stato dichiarato all’atto di presentazione della domanda.
Se l’attività svolta è di lavoro autonomo, il beneficiario di Rdc deve comunicare le variazioni di reddito entro 15 giorni dal termine di ciascun trimestre dell’anno; l’avvio dell’attività deve comunque essere comunicato entro 30 giorni.

Quali conseguenze per i furbetti “pizzicati” dalle Fiamme Gialle o dall’Ispettorato del lavoro?

Reddito di cittadinanza e lavoro nero

In caso di impiego irregolare di un lavoratore dipendente, membro di un nucleo familiare beneficiario del Reddito di cittadinanza, al datore di lavoro viene comminata la maxi sanzione per lavoro nero con importo maggiorato del 20%. Non rileva il fatto che il lavoratore non sia il soggetto che figura come richiedente il reddito di cittadinanza.

Il lavoratore in nero beneficiario del reddito di cittadinanza, se l’attività lavorativa svolta non è stata comunicata all’Inps, commette difatti reato, anche se non è lui ad aver richiesto il sussidio, in quanto risulta comunque beneficiario della misura.

Controlli dei Comuni sui nuclei familiari

Sta per diventare operativo il nuovo piano straordinario di controlli, da parte dei comuni, sull’Isee e sulla residenza delle famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza. Ogni comune, entro la fine del mese di ottobre, deve procedere a controlli sulla composizione del nucleo familiare dichiarato ai fini Isee: le verifiche devono riguardare almeno il 5% delle famiglie beneficiarie di Rdc residenti sul territorio comunale.

Inoltre, il comune dovrà verificare, entro 30 giorni dalla concessione del sussidio, il requisito della continuità di residenza dei beneficiari in Italia negli ultimi due anni.

I controlli dovranno prevedere anche l’incrocio dei dati con le informazioni in possesso degli uffici anagrafici e dei servizi sociali. L

I risultati delle verifiche sono inviati all’Inps entro 10 giorni, tramite piattaforma Gepi (piattaforma per la gestione dei patti per l’inclusione sociale), perché siano accertate le eventuali sanzioni e, nei casi previsti, siano trasmesse anche all’autorità giudiziaria.

Che cosa succede a chi imbroglia?

Se si ottiene il reddito di cittadinanza sulla base di false dichiarazioni, o si lavora in nero, non solo si perde il sussidio, ma si rischia addirittura il carcere, sino a 6 anni, assieme a sanzioni piuttosto salate ed alla preclusione del sussidio per 10 anni.

Come si chiede il reddito di cittadinanza?

Il modulo di domanda per il reddito di cittadinanza è stato predisposto dall’Inps e può essere scaricato dal portale web dell’istituto: si tratta del modello SR 180.

Il modulo di domanda deve essere presentato dal richiedente, a partire dal 6 marzo, alle Poste, o presso uno sportello Caf o ancora, telematicamente, attraverso il nuovo portale del reddito di cittadinanza (redditodicittadinanza.gov.it). Si prevede a breve la possibilità di presentare la domanda di reddito di cittadinanza assieme alla dichiarazione Isee, anche online tramite sito web dell’Inps.

Le informazioni contenute nella domanda del reddito di cittadinanza devono essere comunicate dal sito web, dalle Poste o dal Caf all’Inps, entro 10 giorni lavorativi dalla richiesta.

Per il riconoscimento del beneficio, l’Inps deve verificare, entro 5 giorni lavorativi dalla data di comunicazione, il possesso dei requisiti d’accesso. I Comuni, inoltre, devono verificare i requisiti di residenza e di soggiorno e devono comunicare l’esito della verifica.

Una volta accertati i requisiti del reddito, al cittadino è consegnata una carta acquisti (la carta Rdc: si tratta di una prepagata Postepay), che viene ricaricata ogni mese con l’importo del reddito di cittadinanza.

Come si comunicano le variazioni rilevanti per il reddito di cittadinanza?

Per comunicare all’Inps le variazioni rilevanti di reddito, patrimonio, beni durevoli, attività e altre vicende inerenti i componenti del nucleo familiare, bisogna presentare il modello di variazione SR 181, Rdc/Pdc Com esteso.

Il modulo va inviato entro 30 giorni dalla variazione, a pena di decadenza dal beneficio. Vuoi sapere tutto sulla presentazione dei moduli di domanda e di variazione per il reddito di cittadinanza? Puoi leggere la nostra Guida alla domanda reddito e pensione di cittadinanza.

Simulatore calcolo e requisiti per il reddito di cittadinanza

A breve, presso il sito web dell’Inps, sarà disponibile il simulatore del reddito di cittadinanza, che consente di valutare il possesso dei requisiti reddituali e patrimoniali previsti ai fini dell’accesso al reddito e alla pensione di cittadinanza. È possibile, inoltre, calcolare la misura della prestazione spettante.

Un recente messaggio dell’Inps [2] fornisce le indicazioni operative per accedere alle diverse funzionalità, sulla base dei dati relativi a un’eventuale dichiarazione Isee, o tramite dati Isee autodichiarati dal cittadino.

Per accedere alla funzionalità ci si deve autenticare col pin dispositivo dell’Inps, oppure con lo Spid o la carta nazionale dei servizi.

Nuovo Isee per il reddito di cittadinanza

Cambiano, grazie alla conversione in legge del decreto Crescita, le regole sulla dichiarazione Isee, indispensabile per ottenere il reddito di cittadinanza. In particolare:

  • la validità dell’attestazione Isee 2019 (ossia della dichiarazione Isee presentata nel 2019) scadrà il 15 gennaio 2020;
  • la validità dell’attestazione Isee 2020 scadrà il 31 dicembre 2020 (e così per le dichiarazioni Isee presentate gli anni successivi: l’attestazione sarà valida sino al 31 dicembre dell’anno di presentazione della dichiarazione);
  • a settembre 2019 non ci sarà ancora l’Isee precompilato;
  • in compenso, a breve ci sarà un nuovo Isee corrente, valido 6 mesi, che potrà essere ottenuto anche in caso di decadenza da un sussidio o da una pensione;
  • infine, si potrà chiedere il riferimento ai redditi dell’anno precedente, e non del secondo anno precedente.

Per approfondire: Nuovo Isee, che cosa cambia.

Col reddito di cittadinanza si può pagare il mantenimento dei figli?

Chi non ha soldi per pagare il mantenimento dei figli, ma percepisce il reddito di cittadinanza, ha da poco a disposizione una nuova soluzione per corrispondere il dovuto alla famiglia: può, difatti, utilizzare la carta Rdc per versare l’assegno di mantenimento. In pratica, chi è obbligato a versare l’assegno di mantenimento può evitare il bonifico mensile cedendo all’ex ed ai figli la carta Rdc, perché sia da loro utilizzata sino all’importo mensilmente dovuto. Lo ha stabilito il tribunale di Nuoro, con una nuova sentenza [3], che chiarisce un importante principio sulle modalità di utilizzo della carta sulla quale è accreditato il reddito di cittadinanza: nonostante nel regolamento sull’uso dello strumento di pagamento sia stabilito che questo non può essere ceduto dal titolare, l’utilizzo da parte di terzi è consentito quando serve per soddisfare bisogni primari delle persone che il titolare è obbligato ad assistere.

Reddito di cittadinanza per chi ha appena perso il lavoro o un sussidio

Tu o un tuo familiare avete appena perso il lavoro, un sussidio o una pensione? Hai paura di non aver diritto al reddito di cittadinanza perché l’Isee della famiglia si basa sulla precedente situazione economica? Da ora in poi puoi contare sul nuovo Isee corrente, grazie alle modifiche apportate alla normativa dal decreto Crescita.

In particolare, è possibile ottenere un indicatore Isee che si basi sulla situazione reddituale reale della famiglia nel caso in cui il reddito diminuisca del 25%, oppure uno dei componenti perda il lavoro, una pensione o un sussidio.

In questo modo, è più facile ottenere il reddito di cittadinanza. Vuoi saperne di più? Leggi la nostra Guida all’Isee corrente.

Reddito di cittadinanza: nuove istruzioni dall’Inps

Possibilità di ottenere la quota del reddito di cittadinanza relativa all’affitto o al mutuo anche per le famiglie che superano la soglia di reddito massima. Che cosa succede ai nuclei familiari che si separano senza cambiare la residenza. E ancora, che cosa fare se si trova lavoro, se si ricevono dei soldi, se non si riesce a produrre i documenti richiesti agli stranieri. Tutto questo è specificato in una nuova circolare Inps [4], che contiene molti importanti chiarimenti. Per saperne di più: Reddito di cittadinanza, i nuovi chiarimenti Inps.

Reddito di cittadinanza: 600mila nominativi sottoposti a controllo

L’Inps ha appena inviato alla Guardia di Finanza ben 600mila nominativi di beneficiari di Rdc, perché siano sottoposti a verifiche, finalizzate a individuare chi lavora in nero o in grigio o chi, comunque, possiede redditi o patrimoni nascosti.

Chi richiede il Rdc senza averne diritto rischia sino a 6 anni di galera, la revoca immediata del sussidio e l’impossibilità di richiederlo per 10 anni. Chi invece perde il diritto al Rdc successivamente, senza dichiarare le variazioni di reddito e della situazione lavorativa, rischia sino a 3 anni di carcere, oltre alla revoca immediata del sussidio e all’impossibilità di richiederlo per 10 anni.

Secondo il viceministro Garavaglia, oltre il 70% delle domande di Rdc presenterebbe irregolarità, mentre secondo il presidente Inps i furbetti sono individuati al momento di presentazione della domanda, prima dell’erogazione del sussidio. Per approfondire: Reddito di cittadinanza, controlli a tappeto della finanza.


note

[1] DL 4/2019.

[2] Messaggio Inps n. 1954/2019.

[3] Sentenza del Tribunale di Nuoro n.382/2019 del 19 giugno 2019.

[4] Inps Circ. 100/2019.

[5] Accordo della conferenza stato-regioni n.88/2019.

[6] Art.7 Co.3 DL 4/2019.

[7] Decreto 149/2019.

Chi non ha diritto al Reddito di Cittadinanza?

Non puoi richiedere il Reddito di cittadinanza (ma il tuo nucleo familiare può richiederlo) se sei disoccupato a seguito di dimissioni volontarie, nel limite di 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, eccetto che nel caso di dimissioni per giusta causa.

Quanto deve essere l'ISEE per avere diritto al Reddito di Cittadinanza?

Per ottenere il Reddito di Cittadinanza occorre possedere alcuni requisiti, puoi fare domanda se: L'ISEE del tuo nucleo familiare è minore di 9.360 euro. Sei un cittadino italiano, di uno stato Ue o extra Ue con permesso di soggiorno di lungo periodo.

Quali sono i requisiti per ottenere il Reddito di Cittadinanza?

Avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.

Chi vive con i genitori ha diritto al Reddito di Cittadinanza?

Chi vive coi genitori può avere il reddito di cittadinanza? Assolutamente sì. Non c'è un prerequisito sulla composizione del nucleo familiare per ricevere il reddito di cittadinanza.

Quanto tempo durerà il Reddito di Cittadinanza?

In linea generale, viene erogato fino a un massimo di 18 mesi. Trascorso questo lasso di tempo, se si hanno ancora i requisiti richiesti, è possibile presentare un'ulteriore domanda per prorogare il sussidio per altri 18 mesi.

Quanto si percepisce con il Reddito di Cittadinanza 2022?

Famiglia composta da 2 adulti e 2 figli minorenni: avrà fino a 1.180 euro al mese di Reddito di Cittadinanza di cui fino a 900 euro mensili come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l'affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo).