Come in alto così in basso libro trama

George Robert Stow Mead, nasce a Nuneaton (Inghilterra) nel 1863. Profondo studioso dei Misteri dell'antichità, è autore di numerosi scritti soprattutto di carattere gnostico, fra cui il famoso Frammenti di una fede dimenticata. La presente opera - pubblicata nel 1910 e tradotta in italiano alcuni anni più tardi - merita di essere riproposta per il valore e l'attualità dei suoi contenuti: essa si compone di un insieme di saggi in cui l'autore fornisce molte illuminanti considerazioni. Indichiamo, a tal proposito, il capitolo Eresia, ove Meati traila di questo argomento diversamente da altri, osservando con sagacia che eretici furono Paolo, Gesù, Socrate, Buddha, e che «frequentemente l'eresia di oggi diventa l'ortodossia di domani».

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Il romanzo che Storie in Retepresenta oggi, «L’ossessione dell’imperatore», è il primo volume di una trilogia urban fantasy dal titolo: «Come in alto così in basso». Scritto a quattro mani da due prolifiche autrici sarde, che compaiono sotto lo pseudonimo congiunto di Gee JR Amery, fin dalle prime battute catapulta il lettore nel reboot della più celeberrima contesa tra il bene e il male della storia.

Esatto, proprio quella tra le schiere degli angeli del Paradiso e i demoni dell’Inferno. I cui membri, tuttavia, fin dalle prime battute dell’avvincente trama non si riveleranno così diversi tra loro.

Elementi distintivi

Oltre a sottrarre il piacere della lettura di un volume che, a scapito delle quasi 700 pagine di lunghezza, riesce a essere incredibilmente scorrevole, riassumere il primo capitolo di «Come in alto così in basso» in poche righe è pressoché impossibile. Infatti, la storia prende le mosse da un espediente narrativo piuttosto generico, l’improvvisa brama di Lucifer per le sacre reliquie sparse sulla terra, il cui significato rimarrà ignoto sia al lettore, sia ai personaggi incaricati o di conquistarle o di difenderle. In ogni caso, a tessere davvero le varie articolazioni della trama sono le interazioni reciproche che i molteplici membri delle due schiere saranno costretti ad affrontare.

A questo riguardo si ha il primo elemento distintivo del romanzo rispetto al filone demonologico classico: angeli e diavoli vengono presentati come tali, ma via via che la narrazione prosegue non si rapportano tra loro come soggetti inconciliabili, nemici giurati il cui unico scopo è l’eliminazione altrui. O meglio, tale visione viene mantenuta soltanto alcuni di loro, estremisti per natura come il generale Baal.

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Una tortura paradisiaca. Ilustrazione di seshurias

In secondo luogo, all’interno degli schieramenti non vi sono né fedeltà né trasparenza assoluta, anzi, nel corso della narrazione succede davvero di tutto. Infiltrazioni, cambi di casacca, ribellioni interne, congiure, tradimenti, rapimenti, torture. Tanto in Paradiso quanto all’Inferno. Come in alto, così in basso, per l’appunto.

Tutto questo bailamme di situazioni porterà più o meno forzosamente a contatto tra loro soprattutto gli Arcangeli e i membri del Concilio Ristretto.

Odry, Gabriel e il mosaico dei personaggi

Sebbene sia ancora presto per elevarla a personaggio principale assoluto, la demonessa del fuoco Odry, genio della fisica e inventrice tra i fedelissimi di Lucifer, può essere considerata la protagonista de «L’ossessione dell’imperatore», in compagnia del roccioso arcangelo Gabriel.

Essi, sia nella caratterizzazione sia nelle vicende che li riguardano personalmente, incarnano appieno il messaggio di fondo di «Come in alto così in basso», rappresentazione del mix tra i difficoltosi sforzi verso un punto d’incontro al di là dei pregiudizi e delle sofferenze e le crude violenze quotidiane che portano tali barriere a venire innalzate.

La gamma dei sentimenti e delle motivazioni che li spingono ad agire, a formarsi le prime impressioni uno sull’altra e a evolvere il loro rapporto nel corso del tempo è inequivocabilmente umana. Più che soggetti della cosmologia cristiana, Arcangeli e membri del Concilio Ristretto ricordano infatti gli dei greco-romani, il cui carattere è forgiato sull’onda di emozioni pure ed espresse al loro massimo potenziale, senza le contaminazioni morali e sociali che affliggono la condizione umana. Ciò, narrativamente parlando, è un enorme pregio, perché risulta assai coerente con la natura semi divina dei soggetti e permette allo stesso tempo alle emozioni e alle parti introspettive di fluire in maniera molto più diretta.

Nonostante la mancanza di tormenti interiori e di psiche incredibilmente complesse, ogni personaggio presenta una costruzione mentale solida e dalla linea evolutiva coerente e peculiare. Si tratta di un piccolo miracolo, perché quando si portano decine di personaggi la possibilità di ripetersi, o di renderne qualcuno piatto e scontato, è davvero facile. Invece, le autrici sono riuscite a sfruttare la cosa a loro vantaggio, utilizzando i molti attori per portare una serie di tematiche non correlate all’arco narrativo principale. Uno su tutti: il femminismo tramite il rapporto tra l’arcangelo Mathael e il serafino Chris.

Ambientazioni e atmosfera

«Come in alto così in basso» si dimostra azzeccato soprattutto se ci si concentra sull’atmosfera generale che si respira nei due domini sovrannaturali. Se i distretti del Paradiso sono infatti l’emblema della legge e della disciplina, non si può dire che lo siano della rettitudine. Fin da subito appare infatti chiaro che il volere dell’angelo di grado più alto vince perfino sulla lex divina nell’orientare scelte e azioni delle schiere celesti.

Un Altissimo che, almeno in questo primo capitolo, non fa mai sentire la propria presenza direttamente, ma pare posizionarsi come nell’analogia dell’orologiaio.

Per quanto riguarda l’Inferno, invece, lungi dall’essere soltanto il luogo dove una schiera di diavoletti ridenti e stereotipati tormenta anime impure, la rappresentazione che viene data è sostanzialmente quella di un dominio anarchico, il cui unico collante tra i suoi abitanti è la fedeltà che il sovrano ottiene grazie alla sua spietatezza e alla sua forza soverchiante.

Tale ambiente privo di una qualsivoglia legge, invece di appiattirsi sull’autorità del forte sul debole (che è comunque frutto di una legge) come vorrebbe Lucifer, favorisce invece il proliferare di ogni tipo di sensibilità possibile tra i diavoli, con risvolti inaspettati. Troviamo infatti infernali che si preoccupano della salute dei propri cari, che si sacrificano per essi, che si ribellano per un futuro migliore per i propri concittadini, che empatizzano con gli umani e perfino con gli arcangeli.

Forse il maggior pregio del libro, tra i molti citati, è stato proprio il successo nello sganciare l’Inferno dalle rappresentazioni parziali e stereotipate proprie della cultura popolare. Le autrici, nella postfazione, dichiarano di aver avuto l’idea del libro al termine di lunghi studi autodidatti di demonologia. E si vedono tutti.

Stile narrativo: tra frenesia ed emotività

Finora ho parlato moltissimo dei personaggi, dei messaggi, delle ambientazioni e di tutti gli annessi e i connessi. In realtà, il libro scorre ed è apprezzabile perché ha una fortissima componente di azione, combattimenti e battaglie. Avvengono incontri, avvicinamenti e perfino amori tra i membri delle due schiere, ma di base si combatte e si uccide.

In modo crudo, spettacolare, realistico anche nella sua inverosimiglianza.

La cinematica di questo primo capitolo è semplicemente trascinante, da togliere il respiro e far scorrere pagine su pagine con il fiato sospeso, in attesa di capire chi vincerà il combattimento e se lo sconfitto porterà a casa la pelle. Cosa che, anche nel caso di nomi pesanti, assai spesso non avviene, con buona pace di tutta la scuola shonen e fantasy classica per cui, almeno fino alle battute finali della saga, i maggiori secondari e i protagonisti se le danno di santa ragione ma vengono sempre inverosimilmente salvati all’ultimo da qualcosa.

L’unico, minuscolo, neo che trovo nello stile è un eccessivo uso dei gerundi in alcuni passaggi particolarmente concitati della lotta, che potrebbero essere resi più chiaramente spezzando i periodi in frasi più semplici con le pause lunghe. Tuttavia, in un’architettura così ampia e complessa, ciò risulta davvero di poco conto.

Allo stesso modo di quelle descrittive, le parti dialogiche non sono mai abusate o particolarmente prolisse, portano le informazioni necessarie senza perdersi in giri di parole eccessivi e, tendenzialmente, s’intonano assai bene con i caratteri di chi le pronuncia. Le parti introspettive, presentate come flusso di pensieri del personaggio di turno, si presentano a loro volta nel giusto numero per portare aria fresca al testo, senza stancare il lettore.

In definitiva, «Come in alto così in basso – L’ossessione dell’imperatore» è un libro consigliatissimo, uno dei migliori che la rubrica Storie in Rete ha avuto modo di presentare, il che rende davvero strano pensare che, a quasi un anno dall’uscita, le autrici siano ancora senza un editore. Il volume è acquistabile anche in versione ebook, e la trilogia possiede un suo profilo Instagram, che pubblica artwork, notizie e anticipazioni sulle prossime uscite.

Alla prossima storia!

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Classe 1993, volevo fare il giornalista ma non ho la lingua abbastanza svelta.

Mi arrabatto tra servire pietanze, scrivere e leggere romanzi, consumare bottiglie di vino, crisi esistenziali, riflessioni filosofiche di cui non frega niente a nessuno e criptovalute.

Amo il paradosso, dunque non posso essere più felice di stare al mondo.

Come in alto così in basso recensioni?

Come in basso così in alto” è un romanzo scritto molto bene, curato, forse un po' troppo lungo poiché gli elementi che lo compongono sono tanti ma indubbiamente avvincente tanto da non renderne particolarmente pesante la lettura se non in senso fisico poiché la copia è effettivamente molto pesante.

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