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ColiteIl termine colite indica in maniera generica uno stato di infiammazione del colon, nella sua interezza o relativamente ad un suo segmento. In funzione della sua origine, la colite può essere distinta in: Show
Per la sua evoluzione nel tempo, può invece essere acuta (se si manifesta con un singolo episodio) o cronica, causata da patologie caratterizzate da andamento cronico. I sintomi della colite sono in generale quelli comuni a
tutte le malattie infiammatorie intestinali (gonfiore, distensione addominale, dolore, dissenteria, stitichezza,
febbre, calo ponderale, flatulenza, malessere generale) e dipendono, più nel dettaglio, dalle cause che l’hanno generata. Colite infettiva La colite infettiva è provocata dall’infezione da virus o batteri, generalmente causata
da contaminazioni alimentari.
Peggioramento generale del quadro clinico del paziente, che può evolvere, nonostante la terapia farmacologica, fino allo shock settico. Colite da escherichia coli L’infezione da Escherichia coli O157 H7 e altri E. coli enteroemorragici può causare
un’infiammazione del colon (colite) con sanguinamento della mucosa (da cui l’effetto emorragico). La diagnosi viene effettuata sulla base dell’esecuzione della
coprocoltura e del dosaggio della tossina Shiga prodotta dal batterio.
Nei casi in cui risulti necessario, può essere utile sottoporre il paziente a colonscopia con minima insufflazione di aria. In presenza di perforazioni, emorragie massive, peritonite, shock settico deve essere effettuata una chirurgia
d’urgenza. Le cronache raccontano dell’epidemia europea di E. coli emorragico del 2011: in quel caso la responsabilità della trasmissione fu attribuita ai germogli di fagiolo crudi contaminati. Non è disponibile una terapia diretta alla fonte della patologia: nonostante l’infezione sia di tipo batterico, gli antibiotici non hanno azione risolutiva della malattia. Al contrario, sono sconsigliati perché possono peggiorarne il quadro clinico, come nel caso dei fluorochinoloni, che possono addirittura aumentare il rilascio di enterotossine ed il rischio di sindrome emolitica-uremica. La sintomatologia è causata infatti dalla tossina prodotta dal batterio, che danneggiano le cellule della mucosa e le cellule endoteliali vascolari della parete intestinale. Se la tossina viene assorbita, danneggia anche altri distretti, ad esempio le strutture vascolari dei reni, causando insufficienza renale e costringendo il paziente alla dialisi. Il paziente affetto da colite da E. coli deve essere tenuto in osservazione particolare, specialmente se pediatrico o anziano, per monitorare l’evoluzione della malattia. In assenza di complicazioni la diarrea emorragica dura da 1 a 8 giorni. Consulta le Strutture Sanitarie che effettuano un Escherichia coli nelle feci esame colturale: Colite da shigellaQuesto tipo di colite infettiva è causata da diverse specie del batterio Shigella e si manifesta con diarrea acuta emorragica, febbre, nausea, vomito, tenesmo (urgenza di evacuazione).La tossina batterica aggredisce le cellule della mucosa provocando lo sfaldamento (e dunque il sanguinamento rettale) e l’edema. Il contagio avviene per contatto con feci di individui infetti o portatori convalescenti e cibi contaminati; le mosche sono i vettori della malattia. L’acquisizione dell’infezione è favorita dalla resistenza del microorganismo ai succhi
gastrici. Consulta le
strutture sanitarie che effettuano un Esame colturale nelle feci da Shigella: Colite da salmonellaI batteri Salmonella typhi e S. paratyphi sono responsabili di una colite acquisita attraverso contaminazione alimentare da ingestione di verdure irrigate con acqua mescolata a liquami, carne, mitili o uova infetti.L’infezione ha un’incubazione di 7-20 giorni, trascorsi i quali si manifestano febbre elevata, anoressia e prostrazione e rallentamento del battito cardiaco (bradicardia). Successivamente, si verifica la comparsa di macchie rosate distribuite sulla pelle del corpo, ingrossamento della milza (splenomegalia), stato rossico, diarrea di colore verde chiaro. A livello intestinale lo stato infiammatorio può essere tanto intenso da causare la formazione di vere e proprie ulcere della parete. La salmonellosi viene curata con la somministrazione di antibiotico (ampicillina).
La diagnosi si basa sulla coprocoltura, l’esame del sangue e le colture locali. Colite ulcerosaLa colite ulcerosa fa parte del gruppo delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). Si tratta di patologie caratterizzate da autoimmunità, che hanno decorso cronico estremamente impattante sulla qualità della vita del paziente. Consulta i centri che hanno dichiarato di essere specializzati in Malattie infiammatorie croniche intestinali: Colite ischemicaLa colite ischemica è causata da alterazioni vascolari che provocano l’arresto totale o parziale del flusso ematico a livello del colon. L’ischemia genera uno stato di infiammazione locale. La colite ischemica è la forma più comune di danno ischemico del tratto gastroenterico.La colite ischemica è relativamente frequente nell’anziano (di età superiore ai 60 anni), quando la malattia aterosclerotica colpisce l’aorta addominale ed evolve in embolie arteriose ed infiammazioni dei vasi sanguigni (vasculiti). Questa forma di colite può tuttavia rappresentare anche una complicanza del trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale. La malattia può essere provocata da embolie di diversa origine, cause meccaniche o dall’assunzione di particolari farmaci. A innescare la colite ischemica da farmaci principalmente i FANS (antinfiammatori non steroidei), la digitale, i diuretici, gli estrogeni (in particolare quelli contenuti nella terapia sostitutiva ormonale per la menopausa), gli anti ipertensivi, la vasopressina, gli immunosoppressori e alcuni farmaci psichiatrici. Nonostante la diffusa convinzione che si tratti di prodotti innocui, anche alcuni integratori di origine vegetale possono concorrere all’induzione di questo quadro clinico. Riemerge dunque, una volta ancora, l’importanza di assumere farmaci o integratori solo dopo averne parlato con il medico, specialmente in caso di comorbidità (presenza contemporanea di più patologie). Malgrado la molteplicità delle cause, il fattore comune è il riscontro di trombi e aree di necrosi delle strutture vascolari intestinali. La mucosa intestinale va incontro a edema e ulcerazioni, mentre il lume dell’intestino si restringe. La forma occlusiva è la più grave per il rischio di cancrena a cui è associata. La forma non occlusiva, invece, può essere transitoria e reversibile. I sintomi comprendono il dolore addominale (localizzato al quadrante inferiore sinistro) e il sanguinamento rettale. Consulta le strutture sanitarie che effettuano una
Colonscopia con endoscopio flessibile: Colite psudomembranosa La formazione di pseudomembrane sulla mucosa intestinale è un evento aspecifico che può verificarsi in diverse circostanze. Questo batterio produce tre diverse tossine che attaccano le cellule della parete intestinale innescando un processo infiammatorio che causa:
La colite pseudomembranosa da C. difficile è la causa più comune di colite associata all’uso di antibiotici e registra la sua incidenza massima in ambiente ospedaliero. L’acquisizione da parte del paziente del microorganismo diventa più probabile con l’età (gli anziani sono la categoria più esposta), la permanenza in una struttura sanitaria, la comorbidità (la presenza contemporanea di più malattie, fattore che aumenta la vulnerabilità del paziente) e l’assunzione di inibitori della pompa protonica (farmaci prescritti per il trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo e altre patologie del tratto digestivo) o di alcuni agenti chemioterapici per il tumore. I sintomi
associati alla colite pseudomembranosa includono diarrea, che può essere lieve o intensa, crampi e dolore addominale. Consulta i centri che hanno dichiarato di essere specializzati in Esame istologico: Colite indeterminata La colite viene definita indeterminata quando i rilievi istologici non ne permettono la differenziazione, secondo una terminologia coniata nel 2005 in occasione del Montreal World Congress of Gastroenterology. Colite da lassativiIl trattamento cronico con lassativi o il loro utilizzo indiscriminato, al di fuori delle indicazioni terapeutiche, può provocare gravi effetti collaterali, fra cui due forme di colite di seguito descritte:
Sindrome del colon irritabile Malgrado si tratti di una terminologia impropria, la sindrome del colon irritabile è diffusamente nota come colite o colite spastica. In realtà, per le sue caratteristiche specifiche, non può essere annoverata fra le coliti tout court. A causa del suo impatto sulle abitudini di vita e sull’assetto psicologico di chi ne soffre, viene definita disturbo dell’asse cerebro-intestinale. Inoltre,
essendo associata ad una spesa sanitaria cospicua e all’improduttività per il numero di assenze dal lavoro, la sua importanza deve essere considerata anche in sede di formulazione di iniziative di informazione e formazione sulla gestione della malattia. La sintomatologia della sindrome del colon irritabileIl colon irritabile è una condizione rappresentata da una serie di sintomi ricorrenti (per questa ragione rientra nella categoria delle sindromi) che si ripresentano ciclicamente e che sono causati dall’alterazione della motilità e/o della sensibilità viscerale:
Le causeLe cause della sindrome del colon irritabile non sono ancora perfettamente note. Le recenti acquisizioni neuroscientifiche hanno confermato e, in parte, spiegato il coinvolgimento del
sistema nervoso centrale nell’insorgenza e nella riesacerbazione periodica della sintomatologia. Accade spesso che la ricomparsa della sintomatologia coincida con un impegno gravoso, una nuova responsabilità e con un evento che genera, in modi diversi, tensione. Lo stress cui si fa riferimento non è solo quello di origine psicologica, ma anche fisica. Peggioramenti della sintomatologia possono essere osservati in caso di interventi chirurgici, infezioni, sforzi fisici particolarmente intensi. Anche se non sono ben definite le modalità, anche il fattore ormonale (specialmente le modificazioni del ciclo mestruale) influenza il meccanismo patogenetico di questa sindrome. Per ragioni non note, chi soffre di colon
irritabile è più frequentemente colpito, rispetto al resto della popolazione, da altre patologie del tratto gastroenterico (come la dispepsia funzionale e la malattia da reflusso gastroesofageo) e da disturbi quali ansia, depressione,
fibromialgia, fatica cronica, cistite, intolleranze e allergie alimentari, cefalea, insonnia. La diagnosiLa diagnosi di sindrome del colon irritabile parte quasi sempre da un consulto presso il medico di medicina generale, il quale formula un’ipotesi che deve essere confermata dallo specialista gastroenterologo. Il colon irritabile può, infatti, essere confuso, almeno in una fase iniziale, con le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (Morbo di Crohn e colite ulcerosa), che, per il loro impatto sulla salute generale del paziente, devono essere individuate precocemente e trattate in maniera adeguata. Altre condizioni rispetto alle quali può essere necessaria la diagnosi differenziale sono le intolleranze alimentari. L’intolleranza al lattosio può generare gli stessi sintomi del colon irritabile, ma distinguerli è piuttosto semplice. Basta osservare ciò che succede quando si introducono fonti significative di lattosio (un bicchiere di latte, una mozzarella, un gelato) e ciò che si verifica quando si eliminano le fonti di questo zucchero dalla dieta. Inoltre, è disponibile il breath test, il cosiddetto test del respiro, utile a valutare la saturazione di idrogeno nell’aria espirata, a sua volta indice della fermentazione intestinale del lattosio. Per il colon irritabile l’approccio è quello della diagnosi di esclusione rispetto alle patologie di cui sopra. Le manifestazioni che inducono ad approfondimenti urgenti e che devono far pensare ad altre malattie sono: l’età del paziente (maggiore di 50 anni), la familiarità con il carcinoma del colon retto, un dimagrimento inspiegabile, l’anemia, il sanguinamento rettale, la febbre. Gli esami generalmente prescritti comprendono:
A causa della difficoltà nell’identificazione precisa dei sintomi e nella valutazione della loro intensità, sono stati definiti criteri internazionali per la diagnosi.
Il trattamentoNon esiste una cura definitiva per la sindrome del colon irritabile. Malgrado ciò, è possibile intervenire su più fronti, assumendo farmaci quando la sintomatologia lo richiede e adattando il proprio stile di vita. È importante ricordare che farmaci e integratori devono essere assunti solo a seguito del consulto con il medico. Il trattamento del colon irritabile comprende:
Domande e risposte1. COME SI SVILUPPA LA COLITE? Dove fa male quando si ha la colite?I sintomi classici, sono il dolore addominale, tipicamente localizzato ai quadranti inferiori, che si associa con un cambiamento nella frequenza delle evacuazioni con condizioni di possibili stati diarroici o di stitichezza, anche presenti insieme a periodi alternati, e che di solito si risolve con l'evacuazione.
Quali sono i sintomi della colite nervosa?Ecco i principali:. Dolori e crampi addominali.. Gonfiore allo stomaco.. Meteorismo e flatulenza.. Frequenti scariche di diarrea alternate a periodi stipsi.. Presenza di muco nelle feci.. Cosa fare per far passare la colite?Come rimedio naturale contro il colon irritabile possiamo utilizzare:. Camomilla e Melissa, sia sotto forma di bevande che di tintura madre. ... . La malva, la camomilla, il finocchio e la menta invece sono ideali per ridurre la formazione di gas a livello intestinale.. |