Isolamento termico tetto a falde in laterocemento

Isolare un tetto significa assicurarsi che il “coperchio” della nostra casa ci protegga dalla intemperie, contribuisca al buon funzionamento dell’involucro e alla definizione delle corrette qualità di comfort interno ma anche a vivere entro un edificio durevole e sostenibile.

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Dalla valutazione delle esigenze alla richiesta di un sopralluogo, dalla definizione di un preventivo alla scelta dell’impresa e del prodotto: una breve guida che sintetizza tutte le fasi per eseguire un intervento sul tetto di casa.

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Caso applicativo:

Di seguito vi proponiamo un caso applicativo di copertura continua piana con elemento portante in laterocemento. Lo strato impermeabile è stato realizzato con membrana bituminosa.

Prodotto ROCKWOOL utilizzato: Flatrock 50 Bond.

Soluzione tecnica adottata

Copertura piana con elemento portante in laterocemento, isolata termicamente con il pannello ROCKWOOL Flatrock 50 Bond e costituita da un sistema impermeabile con manto bituminoso a vista (in doppio o singolo strato), non protetto da alcun tipo di zavorramento e fissato per incollaggio a caldo con utilizzo di fiamma generata da bruciatore.

Criteri esecutivi della soluzione tecnica

La soluzione contempla l’utilizzo di pannelli isolanti ROCKWOOL Flatrock 50 Bond posati, ben accostati tra loro e a giunti sfalsati, al di sopra di un eventuale elemento con funzione di controllo al vapore.

È inoltre previsto di vincolare meccanicamente i pannelli isolanti al supporto secondo quanto risultante da un progetto che tenga conto della resistenza dell’azione di estrazione da vento cosi come definito nella norma UNI 11442. (Si rimanda alle indicazioni del produttore per la scelta del tipo di fissaggio e per il corretto dimensionamento dello stesso).

Grazie allo specifico rivestimento in velo minerale del pannello ROCKWOOL Flatrock 50 Bond l’elemento di tenuta impermeabile, costituito da membrana bituminosa, viene incollato a caldo direttamente sulla faccia superiore del pannello isolante.

Si raccomanda di non sfiammare direttamente in corrispondenza del rivestimento del pannello isolante, ma di rivolgere la fiamma in direzione della sola membrana. L’elemento di tenuta deve essere posato in senso trasversale alla direzione di sfalsamento dei pannelli termoisolanti, sovrapponendo il rotolo della corretta larghezza di sormonta rispetto al telo adiacente.

Per facilitare il deflusso delle acque si consiglia di posizionare i teli in direzione di pendenza in modo da limitare gli spessoramenti trasversali alla pendenza, alle sole sormonte di testa. È eventualmente possibile posare la seconda membrana bituminosa di protezione, che può essere di tipo ardesiata o prevedere una successiva pittura riflettente, sempre per rinvenimento a fiamma della stessa.

Questa seconda membrana viene stesa a cavallo delle sormonte dello strato precedente. In questo caso la fiamma del bruciatore dovrà interessare anche la membrana già stesa.

Nel caso di applicazione di due membrane sovrapposte si sconsiglia la posa incrociata dei manti in quanto, a causa dello spessore in corrispondenza delle giunzioni, si andrebbero a creare delle aree che impedirebbero il corretto deflusso delle acque.

esperti Lettori dal 16 febbraio 2020 = 18.223

 La committenza ha deciso di intervenire sul tetto, un solaio inclinato in latero cemento 16+4.

La casa è abitata e tutti sono preoccupati per le piogge durante il rifacimento della copertura. Io non sono preoccupato, sul solaio, si può posare un freno al vapore con le giuste caratteristiche:

  • antiscivolo,
  • resistente allo strappo
  • calpestabile
  • resistente alle intemperie durante i lavori

Quale coibente utilizzare?

  • I poliuretanici? non offrono sfasamento.
  • Le lane di roccia? nemmeno.
  • I nuovi pannelli in lana di vetro ad alta densità con elevata resistenza alla compressione? nooo

se sotto il tetto ci abitano, lo sfasamento aiuta molto il comfort:

non tanto perchè lo sfasamento assicura protezione dall’irraggiamento, ma piuttosto perchè tutta la massa interna del solaio (che non si surriscalderà più come prima) permetterà d’estate di scaricarci energia e d’inverno di accumularne.

Con soli 14 cm di pannelli in fibra di legno abbiamo già una trasmittanza U pari a 0,25 W/mq·K ( dovrebbe essere 0,24 in zona climatica E!) e sfasamento di quasi 14 ore,


ma come  dicevo, la massa interna adesso offre una capacità termica areica interna di ben 71 kJ/mq·K: questa sì è una bella prestazione!

Tutto questo solaio pesante che prima era solo fonte di dispersione e di surriscaldamento diventa accumulo e inerzia.

I nuovi pannelli in lana di vetro ad alta densità

si vantano di avere una trasmittanza U dynamica di 0,191 e un calore specifico pari a 1030 J/kg.K.

addirittura più bassa di quella richiesta per legge (0,20) e  ben 0,009 Watt sotto il limite del DPR 59 !

😐 faccio notare che nell’immagine qui sopra c’è un errore: la trasmittanza termica periodica moltiplica i metri quadri per il simbolo K (Kelvin, dal grande Lord Kelvin) e NON k (kilo, 1000)…

il D.P.R. del 2 aprile 2009 n.59 si occupa di contenere l’energia consumata per il raffrescamento e raccomanda di rispettare bassi valori di trasmittanza termica dinamica (o periodica):

  • Udyn basso = buona capacità di un elemento di sfasare il flusso termico che lo attraversa nell’arco delle 24h:  per il tetto è richiesta una Udyn < 0,20W/mqK

Con lo stesso spessore in fibra di legno otteniamo trasmittanza termica periodica Udyn pari a 0,15W/mq·K (25% meglio) e pari a 0,04W/mq·K considerando il solaio

confrontiamo anche il calore specifico della fibra di legno ( 2100 J/kg.K)

è più del doppio della lana di vetro !

Non avrei dubbi sulla scelta del materiale coibente, e poi, gli sfridi della fibra di legno ce li possiamo bruciare nella stufa d’inverno… 🙂

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Se non si temono piogge ed il solaio è sano, senza crepe e senza fori, basta che sia pulito e si può posare la fibra senza un freno al vapore, prima dei listelli ci va un manto impermeabile trspirante garantito e la nuova copertura a falda ventilata è quasi pronta per affrontare i prossimi 30 anni.

ad Anna Maria

N.B. Se si tratta di una costruzione nuova, o di una struttura scoperchiata in stagione sfavorevole con precipitazioni, l’umidità contenuta nel calcestruzzo è una variabile di cui tenere conto nella stratigrafia!

Certamente l’umidità presente nel calcestruzzo deve essere misurata: con un Misuratore di umidità di materiali professionale possiamo toglierci questo dubbio.

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Come isolare un tetto in laterocemento?

Come isolare un tetto in laterocemento Parliamo di una soluzione che non necessita di spostare il manto di copertura. In questo caso è possibile collocare con ottimi risultati pannelli in fibra di legno, in polistirene o in lana di roccia.

Come isolare un tetto calpestabile?

Come isolante può essere utilizzato il semplice polistirolo espanso (EPS), che offre prestazioni assolutamente adeguate in questa situazione, se la posa viene effettuata a regola d'arte. Esistono anche pannelli o rotoli di polistirolo espanso che hanno già sulla faccia superiore una guaina catramata impermeabilizzante.

Come coibentare un tetto a falde?

Isolare un Tetto a Falde: Ecco Come! Questo lavoro per ottenere un effetto isolante ottimale prevede l'uso di pannelli isolanti in sughero da almeno 10 centimetri da abbinare ad uno strato di rivestimento realizzato ad esempio in polietilene per riuscire a eliminare problemi di condensa o creazione del vapore.

Quanto costa isolamento termico del tetto?

L'isolamento termico di un tetto ventilato costa circa 40 euro/mq. Prezzi simili per l'isolamento di una copertura piana. L'isolamento termico del tetto dall'interno (intradosso) invece costa circa 35 euro/mq.

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