Stephen king la scatola dei bottoni di gwendy


La scatola dei bottoni di Gwendy

Recensione di Kate Ducci (Radix)


Autore: Stephen King e Richard Chizmar

Traduttore: G. Arduino

Pagine: 100

Genere: narrativa

Editore: Sperling & Kupfer

Anno pubblicazione: 2018

Gwendy Peterson è una bambina di dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina di provincia. Ha problemi di peso e di autostima ed è stata presa di mira dal bullo della scuola, al punto da spingerla a correre ai ripari, in quell’estate che la separa dall’inizio del nuovo anno scolastico.
Gwendy è determinata a perdere il grasso in eccesso e diventare magra nell’arco di pochi mesi, correndo ogni mattina su e giù per quella che viene definita la Scala del Suicidio, un promontorio sopraelevato che deve il suo nome a tragici eventi accaduti anni prima e che separa il centro di Castle Rock dal suo parco giochi.
Un giorno, mentre sta riprendendo fiato al termine dell’ennesima corsa, si imbatte in uno sconosciuto: un uomo singolare, dagli abiti eleganti, scuri, e i modi educati, al punto da spingerla a concedergli quel minimo di confidenza che le chiede e che negherebbe a una persona mai vista prima.
Mr. Ferris non vuole niente da lei, solo consegnarle un regalo: una strana e affascinante scatola dotata di bottoni, che ha deciso di donarle dopo averla osservata per un periodo sufficiente a ritenerla la destinataria ideale.
Mr. Ferris non le spiega lo scopo di quel contenitore in mogano, dotato di bottoni colorati, difficili da premere, ma le raccomanda solo di usarla con cautela e di prendersene cura. Quella scatola la renderà felice, ma la caricherà al tempo stesso di grosse responsabilità da non sottovalutare.

Torna Stephen King, anche se non da solo, e la presenza di Richard Chizmar a tenergli compagnia non infastidisce, regalando forse una nota romantica laddove lo stile di King è solitamente più diretto, privo di fronzoli.

Una bella storia, per quanto più paragonabile a un racconto lungo che a un romanzo (si legge in una sola serata) e che ricorda vagamente il vecchio capolavoro di King Cose preziose.

Viene affrontato di nuovo il tema della tendenza umana a poter fare di tutto, pur di essere gratificati, ottenere ciò che desideriamo, sentirci amati e vedere felici le persone che amiamo. Con l’aggiunta di un dettaglio interessante da analizzare: la soddisfazione che deriva dall’avere il potere di far accadere le cose, di condizionarle, di tenere in pugno le sorti di persone ignare.

Il successo è come una bellissima creatura dotata di tentacoli, che da una parte regala soddisfazioni impareggiabili, ma dall’altra crea distanze, fa perdere di vista l’essenziale.

Gwendy è stata scelta per custodire un importante bagaglio di responsabilità e in cambio le è stata regalata l’opportunità di avere una vita piena di soddisfazioni, ma a quale prezzo?

Ogni conquista ha una sua contropartita e i segreti, come ricordano gli autori nel romanzo, «rappresentano un problema, forse il maggiore di tutti. Sono un peso per la mente e occupano spazio nel mondo reale».

Lo spazio che regaliamo a quei segreti viene tolto ad altro, la cui importanza può rivelarsi quando ormai è troppo tardi per rimediare a ciò che è andato perduto.

Un ottimo King, accompagnato da un collega che non conoscevo e che ho apprezzato. Una storia che offre una prospettiva interessante e validi spunti di riflessione.

Abituata ai romanzi molto lunghi che sono tipici di King, forse avrei preferito che la storia venisse ampliata ulteriormente, avendo tutti i connotati per dare vita a un romanzo più sostanzioso, ma la qualità non ne risente affatto.

Ne consiglio decisamente la lettura.

Stephen King


Stephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, del XX e XXI secolo. Scrittore prolifico, nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei best seller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie. Buona parte dei suoi racconti ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari, a parte William Shakespeare, Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, hanno ottenuto un numero paragonabile di adattamenti. A lungo sottostimato dalla critica letteraria, tanto da essere definito in maniera dispregiativa su Time “maestro della prosa post-alfabetizzata”, a partire dagli anni novanta è iniziata una progressiva rivalutazione nei suoi confronti. Grazie al suo enorme successo popolare e per la straordinaria capacità di raccontare l’infanzia nei propri romanzi è stato paragonato a Charles Dickens, paragone che lui stesso, nella prefazione a ‘Il miglio verde’, pubblicato a puntate nello stile di Dickens, ha sostenuto essere più adeguato per autori come John Irving o Salman Rushdie.

RICHARD CHIZMAR è noto soprattutto come editore della casa editrice Cemetery Dance e redattore dell’omonima rivista, specializzata in particolare nel genere horror. Oltre a scrivere racconti, sceneggiature e a insegnare scrittura creativa, collabora da tempo con Stephen King ad alcune edizioni speciali dei suoi libri.