La scatola dei bottoni di GwendyRecensione di Kate Ducci (Radix)Autore: Stephen King e Richard ChizmarTraduttore: G. Arduino Pagine: 100 Genere: narrativa Editore: Sperling & Kupfer Anno pubblicazione: 2018
Torna Stephen King, anche se non da solo, e la presenza di Richard Chizmar a tenergli compagnia non infastidisce, regalando forse una nota romantica laddove lo stile di King è solitamente più diretto, privo di fronzoli. Una bella storia, per quanto più paragonabile a un racconto lungo che a un romanzo (si legge in una sola serata) e che ricorda vagamente il vecchio capolavoro di King Cose preziose. Viene affrontato di nuovo il tema della tendenza umana a poter fare di tutto, pur di essere gratificati, ottenere ciò che desideriamo, sentirci amati e vedere felici le persone che amiamo. Con l’aggiunta di un dettaglio interessante da analizzare: la soddisfazione che deriva dall’avere il potere di far accadere le cose, di condizionarle, di tenere in pugno le sorti di persone ignare. Il successo è come una bellissima creatura dotata di tentacoli, che da una parte regala soddisfazioni impareggiabili, ma dall’altra crea distanze, fa perdere di vista l’essenziale. Gwendy è stata scelta per custodire un importante bagaglio di responsabilità e in cambio le è stata regalata l’opportunità di avere una vita piena di soddisfazioni, ma a quale prezzo? Ogni conquista ha una sua contropartita e i segreti, come ricordano gli autori nel romanzo, «rappresentano un problema, forse il maggiore di tutti. Sono un peso per la mente e occupano spazio nel mondo reale». Lo spazio che regaliamo a quei segreti viene tolto ad altro, la cui importanza può rivelarsi quando ormai è troppo tardi per rimediare a ciò che è andato perduto. Un ottimo King, accompagnato da un collega che non conoscevo e che ho apprezzato. Una storia che offre una prospettiva interessante e validi spunti di riflessione. Abituata ai romanzi molto lunghi che sono tipici di King, forse avrei preferito che la storia venisse ampliata ulteriormente, avendo tutti i connotati per dare vita a un romanzo più sostanzioso, ma la qualità non ne risente affatto. Ne consiglio decisamente la lettura. Stephen KingStephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, del XX e XXI secolo. Scrittore prolifico, nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei best seller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie. Buona parte dei suoi racconti ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari, a parte William Shakespeare, Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, hanno ottenuto un numero paragonabile di adattamenti. A lungo sottostimato dalla critica letteraria, tanto da essere definito in maniera dispregiativa su Time “maestro della prosa post-alfabetizzata”, a partire dagli anni novanta è iniziata una progressiva rivalutazione nei suoi confronti. Grazie al suo enorme successo popolare e per la straordinaria capacità di raccontare l’infanzia nei propri romanzi è stato paragonato a Charles Dickens, paragone che lui stesso, nella prefazione a ‘Il miglio verde’, pubblicato a puntate nello stile di Dickens, ha sostenuto essere più adeguato per autori come John Irving o Salman Rushdie. RICHARD CHIZMAR è noto soprattutto come editore della casa editrice Cemetery Dance e redattore dell’omonima rivista, specializzata in particolare nel genere horror. Oltre a scrivere racconti, sceneggiature e a insegnare scrittura creativa, collabora da tempo con Stephen King ad alcune edizioni speciali dei suoi libri. |