Il titolo potrebbe trarvi in inganno. Viste le mie condizioni e il mio pulpito livello di bellezza, potreste pensare che questo sia un post motivazionale che vi spiega come diventare più belle dentro. Lo so che si è formata una nouvelle vague, quella delle dispensatrici d’autostima. Le portavoce sono blogger, autrici, giornaliste, consulenti, coach. Il loro messaggio si può ricondurre al “nessuno può farti sentire brutta o usare il tuo aspetto fisico per svilirti, se tu sei veramente a tuo agio con te stessa. Perché se ti senti a tuo agio con te stessa, se comunichi sicurezza e consapevolezza e apprendi a ridimensionare il giudizio degli altri, diventi davvero più bella”.
Io le seguo, le leggo, a volte annuisco, mi sembra persino di essere d’accordo, ma poi niente, non ce la faccio a identificarmi in questo messaggio. Cioè non ho una fiducia così cieca nell’assunto: attitudine > aspetto. Non penso nemmeno sia una menzogna totale: semmai credo che l’attitudine sbagliata svilisca l’aspetto, lo impoverisca. Ma non mi è mai successo di trovare bella una donna “solo” perché è intelligente, brillante, professionale, pacificata, consapevole. Se è tutte queste cose -e molte altre parimenti significative e utili- per me quella donna non diventa improvvisamente più bella. Diventa (o resta, se già lo era) una persona interessante, rotonda, speciale, che ha deciso di valorizzare alcuni aspetti di sé che le stanno cari.
Tempo fa vaneggiavo su Snapchat su come diventare più belle, e ho pensato di riprendere quella storia in un post. Lo so che arrivo in ritardo, lo so. Mi rendo conto che qui da marzo in poi è tutto un fiorire di istruzioni, consigli e decaloghi per diventare fighe imperiali. Quello che però ho notato è che, come al solito, manca l’approccio globale: la letteratura specifica o gli addetti ai lavori si occupano di singoli problemi (il sovrappeso, la cellulite, le doppie punte, l’acne) ma manca, come dire, la vision. Il risultato è che tutti perdiamo tempo su questioni micro e non guardiamo il problema da un punto di vista macro. Oppure ci concentriamo su un tema che noi percepiamo come gravissimo mentre in verità non lo è, o lo è meno di altri. Dopo anni di domande, ho compreso che diventare più belle richiede un lavoro di analisi, azione e monitoraggio su 4 fronti diversi.
COME DIVENTARE PIÙ BELLE #1 L’inventario dei difetti irrisolvibili e il loro occultamentoSe vogliamo diventare più belle ma non vogliamo sottoporci a interventi di chirurgia estetica, i limiti insuperabili vanno accettati, occultati o minimizzati. Sì, lo so, che c’è quella corrente di pensiero secondo cui i difetti, se correttamente ostentati, si tramutano in cifre distintive: ma, onestamente, quante Frida Kahlo ci sono al mondo? Quante Barbra Streisand? Quante Rossy de Palma? E voi veramente vi sentite di avere tutta questa ironia, tutto questo carattere, tutto questo talento e furore creativo, tutti questi assi nella manica da volervene andare per il mondo esibendo con orgoglio il vostro difetto?
Sicure di farcela? No, perché è dura, ve lo dico.
Io dico che non è per tutti, e che è più umile studiare a tavolino degli escamotage per non tenerlo al suo posto. Idee, così, per provocare: no frangetta di Amelie se hai la fronte alta quanto l’Autosole, no coda alta se hai le orecchie a sventola, no tagli molto corti se sei senza mento, sì contouring se hai il mento sfuggente o il naso importante. Vi faccio notare che nessuna di queste manovre è difficile o costrittiva: non è il corsetto della Principessa Sissi, non si tratta di fasciarsi i piedi come le donnine cinesi della dinastia Song. Si tratta solo di operare delle rinunce su alcuni fronti per sbizzarrirsi su altri. Vedi punto 2.
COME DIVENTARE PIÙ BELLE #2 L’inventario dei punti di forza e la loro valorizzazione.Sviata l’attenzione dai nostri talloni d’Achille, si tratta di investire sui punti di forza. Gli occhi, la bocca, i capelli, le mani, i piedi, il seno, il culo: curare, mostrare, esibire, pitturare, acconciare, spenderci denaro, orsù! L’invito è individuare questi assi, e se sono veramente assi oppure armi a doppio taglio. Ad esempio, un seno formoso supportato da un buon reggiseno è un asso; lo stesso seno non sostenuto e associato a un abito senza spalline è una piaga d’Egitto. Mani dalle unghie lunghe e simmetriche sono un asso, ma se ci attaccate i glitter diventano un orrore. Se non sapete come si fa, io spenderei due soldi per farmelo dire: da un hairstylist, un make-up artist, un consulente d’immagine. É un investimento che dura tutta la vita.
COME DIVENTARE PIÙ BELLE #3 L’inventario dei limiti ovviabili e loro risoluzione.Questa è l’area in cui si vede l’indole guerriera di chi è veramente motivata. La buona notizia è che c’è una infinità di fronti sui quali fare la differenza: i capelli si domano, la pelle grassa si gestisce, il sovrappeso si può ridurre, la cellulite si minimizza, la pancia si appiattisce, le spalle si allargano, i denti si raddrizzano. Si deve affrontare tutto, possibilmente andando per priorità: per dire, chi ha un grave sovrappeso che mette a rischio il cuore, potrebbe posticipare a una fase 2 l’annoso tema delle unghie che si sfaldano. Per dire, eh.
Ad esempio, l’anno scorso io sarei andata a fare delle sedute di Icoone per migliorare l’aspetto delle mie gambe, ma poi non avrei avuto i soldi per andare in vacanza, quindi ho operato coscientemente una scelta e ho deciso di viaggiare. In alternativa, avrei potuto optare per fanghi+automassaggio anticellulite quotidiano seguendo un tutorial su Youtube, ma avrei dovuto alzarmi mezz’ora prima e ho preferito stare a letto che impastarmi le cosce sudata come un prosciutto. Come me, tutte quante facciamo lo stesso tipo di ragionamento, spesso in meno di 2 secondi e del tutto inconsciamente. L’importante è riconoscere questi costrutti (questi trade-off, si direbbe in gergo).
Una volta che si è capito cosa occultare, cosa esibire e cosa migliorare, entra in gioco il packaging. Che, un po’ come nel caso dei regali, è un’arma a doppio taglio. Il gusto personale, il tocco individuale, possono valorizzare gli sforzi di cui sopra, oppure impattarli negativamente.
Non basta più la volontà, è questione di personalità, gusto, senso estetico, ricerca. É un lavoro di fine tuning che non finisce mai, perché le variabili sono sempre in movimento: le tendenze cambiano ogni 6 mesi, lo stile di vita evolve, il budget cambia, il fisico si trasforma, la testa pure. Non è da tutti, vi assicuro: conosco persone, a me molto vicine, che sono dei veri draghi sul fronte 3, ma delle mezze seghe sul fronte 4. Non mi crederete, ma vi giuro che è più facile perdere 6 kg in 3 mesi, che imparare nello stesso periodo a vestirsi bene e comporre un guardaroba che ci rappresenti.
Qui dentro ci sono anni di studio, altro che 3 mesi di dieta
Fateci caso, quando arrivate in un luogo affollato, come una stazione o un’aula universitaria: ci sono molte più persone malvestite che “propriamente” brutte. Ci sono molte più scarpe orrende che culoni, in giro. Dirò di più: ci sono tante ragazze carine che se fossero vestite bene diventerebbero veramente belle.
Ma se in teoria è così semplice, perché ci struggiamo tutti/e così tanto sul fronte dell’aspetto estetico? Io penso sia per un mix di fattori. La natura umana è insaziabile, perennemente insoddisfatta e protesa verso ciò che non può avere. Il nostro stile di vita occidentale mette a nostra disposizione molto tempo per lagnarci, innumerevoli media ove incanalare queste lamentele e pessimi esempi da seguire. La carne umana è debole e pigra per sua stessa natura, quindi precipita facilmente nel meccanismo distruttivo dell’autocommiserazione anziché in quello creativo dell’azione. Infine, entrano in atto dei meccanismi perversi di autosabotaggio che ognuno dovrebbe, in privata sede, discutere con il proprio psicoterapeuta.
La mia opinione, è che le motivazioni in base alle quali agiamo sono così intrinsecamente sbagliate o deboli, da mettere a rischio la buona riuscita di qualsiasi piano. É il caso di chi fa una remise-en-forme solo per attirare le attenzioni dell’altro sesso e trarne sicurezza, oppure conquistare un uomo che palesemente non le vuole (solitamente per tutt’altre ragioni), o per essere all’altezza di una situazione in cui non desidera realmente trovarsi. Mentre in realtà l’unica motivazione che dovrebbe spingerci a migliorare il nostro aspetto è l’amore verso noi stessi.
Io non mi sento particolarmente arrivata, ma forse qualche passo avanti l’ho fatto. Non ritengo più che alcuni traguardi o frequentazioni o fidanzati mi siano preclusi per via del mio aspetto fisico (da ragazzina l’ho creduto moltissime volte). Sono molti anni che non penso ossessivamente alle mie imperfezioni*: ovviamente ci penso, ma in chiave molto più razionale chiedendomi subito quanto e cosa sono disposta a fare per risolvere il problema. Non penso che il mio corpo sia bello in quanto tempio della mia anima -e non lo penso neanche di voi: se siete brutti, brutti restate- ma continuo a volergli bene e dargli fiducia. Intimamente so che se ci credessi di più potrei sottometterlo, renderlo ancora più collaborativo e indurlo a dimostrarmi più amore avvicinandolo al corpo dei miei sogni. Ma capisco che in questo momento posso arrivare fino a un certo punto, e non oltre, e va bene così.
*tutte legate alla sfera del peso, ndr