Il mal di pancia in gravidanza è un fenomeno molto comune e non devono destare preoccupazioni i dolori al basso ventre o i crampi. La zona è vasta ed è sede di piccole e grandi modificazioni in un tempo ristretto; più nel dettaglio, dall’impianto dell’embrione in poi, le sollecitazioni alle quali sono esposti i tessuti e gli organi sono continue.
La gravidanza incide direttamente sugli organi addominali – che possono essere distesi, dislocati, schiacciati – o indirettamente, perché gli ormoni ne modificano il comportamento, ad esempio per quanto riguarda la velocità del transito intestinale o il volume vescicale. Per cui è normale durante la gravidanza avere mal di pancia o piccole fitte come vedremo meglio in seguito, cercando di capire anche quando preoccuparsi per i dolori al ventre durante la gestazione.
Ci si deve preoccupare per il mal di pancia in gravidanza?
Il mal di pancia in gravidanza è normale? È una domanda molto comune tra le future mamme che si interrogano sui cambiamenti fisici che stanno interessando il proprio corpo. È bene sapere che l’utero è un organo piccolo, pesa 50 g ed è lungo 6-7 cm nella donna adulta, ma raggiunge i 1.500 g e supera i 30 cm di lunghezza al termine della gravidanza. Lasua cavità, solitamente schiacciata, aumenta fino a mille volte il proprio volume, diventando capace di accogliere un feto che può pesare anche più di 4 kg, oltre ad almeno 500 g di placenta e 1 litro di liquido amniotico.
Dolori addominali innocui, sordi o acuti come fitte, possono quindi essere causati dall’allungamento dei legamenti che seguono l’utero che cresce, da stipsi, aria, o dalla presenza di un concomitante problema intestinale come la diarrea. Le cause del mal di pancia in gravidanza sono quindi differenti ed è bene rimanere tranquille e non allarmarsi immediatamente. Solitamente infatti non c’è nulla di cui preoccuparsi se il dolore è lieve e scompare quando si cambia posizione, ci si riposa, si riesce a liberare l’intestino da feci e aria.
Quando preoccuparsi per il mal di pancia in gravidanza? Se i crampi addominali in gravidanza non passano o comunque generano molta preoccupazione, è prudentechiamare l’ostetrica o il ginecologo di riferimento.
È invece necessario contattare il medico curante per il mal di pancia in gravidanza in caso di:
- sanguinamento vaginale;
- crampi o contrazioni regolari;
- perdite vaginali insolite;
- dolore forte.
È bene chiarire che il mal di pancia può non avere alcuna connessione con l’utero o con la gravidanza, e che la stessa gravidanza non protegge dai problemi che possono intercorrere a livello degli organi addominali, anzi, stressando l’organismo materno può facilitare il manifestarsi di alcune patologie sia mediche che chirurgiche.
Durante tutta la gravidanza possono inoltre manifestarsi i sintomi
di un’infezione urinaria. È necessario rivolgersi al medico in caso di:
- dolore nel passaggio dell’urina;
- sangue nelle urine;
- urina maleodorante o torbida.
Di seguito una piccola guida delle manifestazioni più frequenti, suddivisa per trimestri, per aiutare le gestanti a distinguere una sintomatologia normale da un quadro che merita l’attenzione dei sanitari.
Mal di pancia all’inizio della gravidanza: primo trimestre
Nelle prime settimane di gravidanza il mal di pancia e i crampi, dolori simili a quelli mestruali, sono molto comuni, dal momento che all’annidamento segue una reazione dell’utero, che si contrae. Questi dolori sono avvertiti come fitte al basso ventre proprio all’inizio della gravidanza. [1]
Tuttavia è bene ascoltare bene il proprio corpo, dal momento che alcune volte il mal di pancia nelle prime settimane di gravidanza può essere un segno di qualcosa di più serio. È necessario rivolgersi alcurante in caso di:
- sanguinamento vaginale (può essere segno di un aborto o di una gravidanza extrauterina);
- dolore grave localizzato principalmente su un lato, dolore alla spalla, debolezza, svenimento (possono essere segni di gravidanza extrauterina o appendicite).
Mal di pancia nel secondo trimestre di gravidanza
Il dolore addominale nel secondo trimestre è spesso dovuto al dolore al legamento rotondo, struttura fibrosa lunga pochi centimetri che connette l’utero a tutto l’apparato dei legamenti presenti nel piccolo bacino. Crescendo, l’utero stira molto in alto questi lacci, che, sebbene resi più soffici ed elastici dagli ormoni gravidici, sopportano uno stress notevole, e a volta si fanno sentire. [2]
Spesso il dolore alla parte inferiore della pancia, all’inguine, alla parte alta delle cosce o ai fianchi (su uno o entrambi i lati) è dovuto a questo fenomeno.
Ci sono alcuni alcuni rimedi per il mal di pancia in gravidanza, soprattutto se dovuto a questo
fenomeno, che possono aiutare lamentante ad alleviare il dolore ai legamenti pelvici:
- fare un bagno caldo;
- sdraiarsi sul lato opposto al dolore;
- evitare torsioni del tronco e movimenti bruschi, soprattutto girandosi nel letto di notte.
A questo scopo è utile attrezzarsi con uno o più cuscini (sotto la pancia, dietro la schiena, in mezzo alle gambe) che aiutino una comoda e sicura posizione sul fianco per il riposo notturno.
A volte il dolore nella zona pelvica può essere causato dal dolore alla “cintura pelvica”, termine con il quale si intende l’insieme di ossa e legamenti che costituiscono il bacino, struttura molto più mobile di quanto noi non immaginiamo.
Infatti le ossa che lo compongono, saldate fra loro da legamenti fibrosi e cartilagini, a causa dell’effetto elasticizzante degli
ormoni gravidici, guadagnano un grado di mobilità superiore al normale, e talvolta proprio questo causa dolore. Ma è grazie a questa mobilità che il feto troverà una strada più comoda da attraversare al momento della nascita!
Quando chiamare il medico per il mal di pancia nel secondo trimestre? È necessario rivolgersi al curante in caso di dolore persistente che non si risolve con i semplici rimedi suggeriti sopra, e in caso di:
- sanguinamento dalla vagina (può essere segno di un aborto o di un problema relativo alla placenta);
- dolore sotto le costole o al torace, soprattutto in presenza di mal di testa, gonfiore delle mani, dei piedi e del viso o offuscamento della vista (segni di preeclampsia);
- dolore grave principalmente su un lato (può essere segno di appendicite);
- il dolore riconducibile a contrazioni uterine, soprattutto se si associa a cambiamento nei movimenti del bambino e perdite vaginali liquide.
Mal di pancia nel terzo trimestre
È comune sentirsi a disagio verso la fine della gravidanza perchè il corpo materno accelera al massimo il suo adattamento allo spazio che l’utero velocemente richiede. Nel terzo trimestre il mal di pancia e i dolori al ventre sono molto comuni e possono dipendere da quelle che vengono chiamate le contrazioni di “Braxton Hicks”. Non si tratta di vere contrazioni preparatorie e si possono distinguere dalle contrazioni del parto per la loro natura irregolare, tendenzialmente molto breve e di solito non molto intensa. [3]
È un bene che questi fenomeni, capaci di provocare disagio piuttosto che dolori al basso ventre, accompagnino tutto il nono mese di gravidanza, perché sono un buon segno dell’utero che si prepara e si allena al lavoro che l’aspetta.
Ma ènecessario contattare l’ostetrica, il medico o l’ospedale se le contrazioni sono:
- intense e dolorose;
- regolari a meno di 10 minuti di distanza;
- persistenti.
È inoltre necessario contattare il medico in caso di:
- forte dolore, pancia dura e dolorante al tatto, sanguinamento dalla vagina (possono essere segni di un problema a carico della placenta);
- dolore sotto le costole o al torace, soprattutto in presenza di mal di testa, gonfiore delle mani, dei piedi e del viso o offuscamento della vista (come detto, segni di preeclampsia);
- qualsiasi cambiamento nei movimenti del bambino;
- perdita di liquido dalla vagina prima di 37 settimane (probabile rottura pretermine delle membrane);
- contrazioni regolari e dolorose prima di 37 settimane (probabile travaglio prematuro).
Dopo la trentasettesima settimana il travaglio può iniziare senza problemi! In questo caso le contrazioni, riconoscibilissime, saranno sempre più dolorose, frequenti e regolari.
Si dice tradizionalmente che è bene recarsi in ospedale quando le contrazioni sono dolorose e regolari ogni cinque minuti, perché questo testimonia l’avvenuta preparazione del collo dell’utero al momento del ricovero e favorisce una permanenza più breve in sala parto. Questa affermazione è corretta, ma oggi le regole imposte dalla pandemia di Covid determinano esigenze diverse legate all’esecuzione dei tamponi e ai tempi di refertazione. È bene contattare sempre per tempo l’ospedale di riferimento per conoscere i protocolli applicati a riguardo.
Articolo pubblicato il 02/02/2021 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura GoodLifeStudio / iStock